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e' il 27/05/07.. h.13.33
mi sento The current 

mood of ciciablog at www.imood.com
indosso... il pigiama
ascolto...
i Dinosaur Jr.
chattando con... nessuno e smanettando con emule vogliosa di nuova musica
pensando che neanche stanotte ho dormito abbastanza...

 

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mercoledì, maggio 30, 2007

Rrrrieducacional channel!!!

... ma voi lo sapevate che i puffi in Spagna si chiamano Pituffos?

Tutto ciò è fantastico!

E non chiedetemi perché.

sklero di delle 3:49:00 AM 

Il mio difetto più grande?
Il vizio di vuotare sempre il sacco. Anche quando non è necessario, anche quando non devo. E' più forte di me.
E poi mi ritrovo a pensare a mille "se" e "ma"... ma perché è così difficile cambiare?

In più continuo a scrivere qui non so per chi.
Sono noiosa, inconstante, indiscreta, egocentrica in modo quasi patologico.
Mi chiedo che tipo di persone, oltre ad alcuni miei amici, si celino al di là di questo monitor, di questa rete infinita di sapere, di immagini, di pezzi di vita.
Controllo il contatore. Ieri record di visite: 27 o 28.
Chi sono queste 27-28 persone? Io saprei elencarne solo 4-5 al massimo. Chi mi legge dalla Spagna usando un Mac con Safari come browser? Chi dall'università di Valencia? Chi dagli Stati Uniti? Probabilmente son finite qui per caso...
Ma perché, con una media 20 visite giornaliere (son poche ma è sempre più di 0), nessuno lascia mai un messaggio?
Il mio tono è così perentorio da non lasciare spazio ad altre parole? O ciò che scrivo è così insignificante?

Non lo so. Ho sonno e vado a letto.

Vorrei raccontare di sabato e delle riprese per il corto in metro e davanti a un sexy shop, di me e Ester che ci ritroviamo in questo supermercado del sexo a ridere come pazze, della festa a casa dell'ennesimo Luca poi trasferitasi da Sergio causa polizia (io ero la 51!!!), di un nuovo amico che si chiama Johannes, del fatto che sabato ero fuori come un balcone e mi sono addormentata in giro come sempre, di Sarah che era più fuori di me e quando Duarte le ha offerto il gelato gli ha risposto "queste polpette fanno schifo!", di Carmelo che quando ho bisogno c'è anche se poi sparisce sempre chissà dove, di Ferdi che s'è innamorato, di me che sto come in una bolla di sapone galleggiando senza sapere dove andare, di me che ho iniziato a studiare, di me che continuo a cambiare look perché è la mia testa che cambia, di Ferdi che continua a ripetermi che sono la numero uno (ma non ci crede nessuno), di Filo che mi ha appena chiamato e ha chiuso la telefonata con "ricordati che ti amo", di Carmelo che bromea sempre dicendomi "puedo aprovechar de ti?" e mi porta in bici sulla canna andando a zig zag rischiando di cadere ad ogni metro mentre delle tipe ci osservano preoccupate e cantano un motivetto sul conducir, di Ciccio che mi coccola sempre tanto (e non capisco se è solo perché mi vuole bene o se ci sta a prova'), di lui che non vorrei incontrare mai più ma Valencia è troppo piccola, di tutta la musica che sto scaricando: Mika, Linkin Park, Brigitte Bardot, Vive la fete, Hole, Nine Inch Nails, Patti Smith y màs.
Però non ho voglia, non ho tempo, non ho un punto di vista stabile per più di 10 minuti.

Stasera:
mi ritrovo a fare l'ennesima putada. Ma neanche più grande delle solite... solo una ciliegina su una torta andata a male.
Dopo incontro Melo, mi corrompe per una seconda cerveza all'Estrella e via. Sono in roller, lui in bici e va a finire che gli scrocco un passaggio per Avenida del Puerto. Poi passo da Bigno e Filo, prendo la bici e via a docciarmi e a recuperare una cosa. Sento Johannes e andiamo insieme a cena da Bigno e Filo, c'è anche una sua amica, Margherita. A cena siamo i 5 nominati più Ale, Ciccio e Cleme. Lasagne buonissime. Puccio il pane a turno nel ragù e nel sughino delle lasagne. Ascoltiamo la mia musichina nuova. Sfumazzo ma non troppo. Ho addosso una magliettina idiota. L'ho presa oggi da Zara. Ha su una specie di m&m's fuxia umanizzata in sovracomunicazione, e tante scritte attorno che non si leggono bene perché non sono abbastanza piatta. Ho addosso questa magliettina idiota perché mi sento triste e ho bisogno di tutto questo. Di una cena. Dei miei amici. Delle loro coccole. Di una maglietta idiota su cui ridere su. Della mia felpa preferita con le stelline. Di questi capelli rossi anche se adoravo il mio colore. Di questo silenzio costellato di canzoni. Di questa pace. Di questo buio.
Di andare a nanna perché tra 5 ore suonerà la sveglia...

sklero di delle 2:18:00 AM 

domenica, maggio 27, 2007

Va tutto bene
non ti devi preoccupare non per me
mi sono fatta male
ma ho imparato come si fa

occhi sorridenti
una pulita alle braghe
nessuno può volere i soldi che non ho
e i miei sogni sono complicati
ti assicuro quelli no
va tutto bene e se respiri forte
c'è ancora un poco d'aria
sotto quest'odore di motore

la febbre può farti crescere
di un altro centimetro almeno
che l'aspetto ha la sua importanza
e del cervello puoi fare a meno
but I am a country boy
e una casa non ce l'ho
condivido questo inferno con te
e quando voglio canto
va tutto bene
spero davvero anche per te
il tempo è dei peggiori
anche per fingere
impara a cadere presto
perché presto succederà
e intanto ridere delle cose
che qualche volta ti servirà

but I am a country boy
e futuro non ne ho
vivo il giorno che fra un po' finirà
e quando voglio canto

[Country Boy - Tre Allegri Ragazzi Morti]


DSCN1265
Originally uploaded by Cicia
Questo giorno me lo prendo tutto per me. Per la mia musica, per i miei libri, per i miei pensieri. Stare in pigiama tutto un giorno... e scrivere, pensare, camminare lentamente per casa. Staccare per un po' da questo Grande Fratello valenciano... vivere questo giorno solo per me e per nessun'altro. Senza preoccuparmi del vestito, dei capelli, del sorriso, delle parole che metto in fila. Senza preoccuparmi perché ho bevuto troppo. Senza preoccuparmi di come tornare a casa.
Perché ci sono già.

sklero di delle 2:32:00 PM 

sabato, maggio 26, 2007

Bigno sostiene che 1 anno-erasmus corrisponda a 7 anni-uomo.
In Italia la vita è più dilatata. Ogni giorno è un giorno e basta, qui no. E il tempo vola, le cose cambiano con una rapidità vertiginosa tra i paletti che scandiscono ogni settimana.
Lunedi Studio, martedi Cafe Paris, mercoledi Caribbean e così via.
E così ogni settimana è diversa ma anche uguale a se stessa.
E più sto qui più mi rendo conto che io, che vivo sempre tra passato e futuro, qui mi ritrovo spiazzata. Volo in bici sui pensieri e mi rendo conto che il mio passato, ora che son qui, non risale a più di un mese e mezzo fa. Non mi ritrovo quasi mai a pensare a ciò che è successo prima. A volte dimentico persino di avere una casa a Bologna, molti più amici di quelli che sento su msn. A volte dimentico persino di avere una famiglia, una casa in Sicilia. So tutte queste cose, fanno parte di me, ma non mi toccano più come prima. Non mi soffermo mai a rivivere le sensazioni come un tempo. Mi sembra appartengano a un'altra me, a un'altra epoca. E' come se vedessi tutto attraverso un vetro opaco.
E in questi giorni a volte provo a ripensare a lui. E devo far fatica per ricordare esattamente quello sguardo in cui mi perdevo. E allora lo lascerò andar via. Non cercherò più di trattenerlo nella mia memoria... lo lascerò volare via, insieme a lui e al suo sorriso che ora chissà dov'è... insieme a quelle 12 ore per volta insieme... insieme a tutto ciò che è più che un ricordo sbiadito. Restano le parole scritte, la musica, un indirizzo. Resta un vago senso di sconfitta. Ma non c'è tempo per pensarci. In 24 ore son già trascorsi 7 giorni-uomo... il tempo vola, i ricordi anche. E cosa resta? Non so.

sklero di delle 3:05:00 PM 

E la vita ricomincia, ancora una volta.
Anche in un giorno in cui non hai dormito neanche un'ora, paralizzata dalla nausea e da mille pensieri, parole e discorsi che non riesci a mandar via.
Un giorno in cui succede di tutto. Succede anche di aprire la porta di casa e ritrovarsi immersi nella nebbia. Puzza di bruciato irrespirabile. Sta andando tutto a fuoco? No, stavolta ci è andata bene. Quel genio del mio coinquilino è uscito di casa lasciando una pentola con i fagioli sul fuoco. Lo chiamo, mi risponde "ma sono uscito solo per 2 ore". Non ho parole.
Un giorno in cui non trovo la carta d'identità, la spazzola, la testa.
In cui lavoro solo 2 ore all'America's Cup. Anzi, non lavoro. Sto seduta su un muretto a parlare con Laura e Daniel perché no hay nadie. Arrivo alle 18 e già alle 20 si va tutti via.
In cui i miei amici mi salvano la serata con una cena-festa a base di pesce, birra e vino, di idiozie che ci fanno ridere come matti.
Simulano un matrimonio. Filo fa il prete, e la faccia ce l'ha. Martin regge gli anelli in accappatoio. Marilina (con in testa la bandiera della Sicilia) e Bino si sposano. Noi lanciamo il riso, e so che lo ritroveremo ovunque nei prossimi mesi.
Il mio programma era cena, porro e nanna.
E invece, e invece... alla fine torno alle 5.30.
Cena, Estrella, Las Animas, Estrella e dopo Gandahara.
E ora eccomi qui.



My way - Frank Sinatra

And now, the end is near;
And so I face the final curtain.
My friend, I'll say it clear,
I'll state my case, of which I'm certain.

I've lived a life thats full.
I've traveled each and every highway;
And more, much more than this,
I did it my way.

Regrets, I've had a few;
But then again, too few to mention.
I did what I had to do
And saw it through without exemption.

I planned each charted course;
Each careful step along the byway,
But more, much more than this,
I did it my way.

Yes, there were times, I'm sure you knew
When I bit off more than I could chew.
But through it all, when there was doubt,
I ate it up and spit it out.
I faced it all and I stood tall;
And did it my way.

I've loved, Ive laughed and cried.
I've had my fill; my share of losing.
And now, as tears subside,
I find it all so amusing.

To think I did all that;
And may I say - not in a shy way,
No, oh no not me,
I did it my way.

For what is a man, what has he got?
If not himself, then he has naught.
To say the things he truly feels;
And not the words of one who kneels.
The record shows I took the blows -
And did it my way!



E poi applauso finale


... ragazzi ma quanto siete stron*i?!

(però in fondo vi voglio bene anche così!!!)

sklero di delle 5:22:00 AM 

venerdì, maggio 25, 2007

Da oggi smetto di fumare. O forse da domani.
Smetto di uscire.
Di bere.
Di andare in giro travestita da quella che non sono. Da quella che fa la vamp, che si mette in vetrina, che fa finta che questo cazzo di paese dei balocchi sia reale.
Di innamorarmi dei piccoli dettagli delle persone che conosco ogni giorno.
Di vivere a mille.
Di giocare sull'orlo dell'abisso.

Ci si può salvare da tutto tranne che da noi stessi. E io... io... ho bisogno di essere salvata da me stessa.

Ora. Non voglio aspettare un giorno di più.

sklero di delle 4:55:00 PM 

mercoledì, maggio 23, 2007


Nanna alle 5. Alle 8.30 sveglia per grabare. Come sempre non abbandono la mia Nikon.

E i risultati eccoli qui (in aggiornamento)! ^^

sklero di delle 9:24:00 PM 

America's cup ieri: molo dell'aquabus del Globo. 2 maroni. E' praticamente deserto. Prendo il sole, mi guardo intorno, penso, finisco di leggere "La ragazza delle arance". Alle 20.30 Carlos ci dice che possiamo andar via. Vado al centro volontari e poi fuggo a casa. Mangio un'insalata, mi doccio, mi preparo per uscire. Sono stanca ma non mi va di stare in casa. Dopo ore con i capelli arruffati dal vento in un molo deserto ho bisogno delle mie ore quotidiane di guapitudine. Vado allo Studio con i soliti. Ho una gonna microscopica e svolazzante. Per strada a ogni soffio di vento rischio di dare spettacolo. Mi prendo male. Ma in fondo chi se ne frega. Faccio la scema con Laura. Prendiamo a turno uno dei nostri amici e gli balliamo incollate. Calamitiamo sguardi e commenti, foto. In fondo è un gioco. E' un gioco ballare con la tua gonna microscopica e sapere che tanto basta per poterti portare a casa chi ti pare. E' divertente farlo sapendo che non vuoi portarti a casa proprio nessuno. O perlomeno nessuno dei presenti. E' bello stare in vetrina sapendo che nessuno può comprarti. Da' come un senso di velata onnipotenza. E' un gioco malato ma mi diverte.

In fondo basta poco.









America's cup oggi: trenino Aduana-China Team con Roberto. Non faccio quasi nulla. Controllo che le corde siano chiuse, cazzeggio con gli altri volontari, do info quando me le chiedono, scatto foto e faccio video, grido "Hola guapo!" a Carmelo che entra al Media Center. Mi diverto. Fa un freddo cane, ma non importa. Finiamo di "lavorare" alle 20.15. E poi briefing e via. Prendo la metro con Federica e Luca.
Arrivo a casa prima delle 21.30. Ceno con 2 tramezzini. Faccio 3 tiri e mi preparo per andare al Tucan. Lezione di salsa fatal. Si balla cambiando compagno in media ogni 30 secondi. Volte, giravolte, passi sconosciuti. Il maestro (alto 1.50, brutto come un rospo e simpatico come un calcio in culo) mi liquida sempre in meno di 10 secondi con fare impaziente. Cerco di farmi trasportare, senza capire nulla per almeno metà della lezione. Poi trovo un tipo paziente che mi prende in simpatia e prova a spiegarmi tutto, e un po' ci riesce anche. Ha i capelli lunghi e gli occhiali, parla l'italiano. Ha un'età indefinita. Mi ricorda Pedro. Quando finiamo sono a pezzi.

Fumare prima della lezione di salsa? Mai più!

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sklero di delle 2:27:00 AM 

lunedì, maggio 21, 2007

Il complimento più bello che vi abbiano mai fatto?

"Ella es divina", riferito a me.

...

Tìo, que cogno fumaste ayer?!

sklero di delle 2:03:00 AM 

sabato, maggio 19, 2007

Da mercoledi faccio la volontaria all'America's Cup. Non so neanch'io perché. Sarà perché Ale e Carmelo mi han fatto il lavaggio del cervello. Sarà perché mi piace come mi sta la divisa. Sarà l'idea di far parte di un'altra grande famiglia, l'ennesima dopo 5 festival senza vedere un centesimo... non lo so. Fatto sta che son stanca, ma felice. Parlo un sacco in spagnolo, un po' in inglese, un po' in italiano. Conosco ogni giorno un sacco di gente, volontari e non. Sto al sole, all'aria aperta, vicino al mare. Pensavo non mi mancasse. Ma da brava isolana quando c'è sto da dio.
Oggi: molo dell'aquabus vicino all'Estrella. Passa Ale a trovarmi, sta con me e Samanta almeno un'ora. Si prende benissimo e inizia a parlare con la "y" argentina anche lui. Dopo, 2 birre... una con loro due e una con gli altri volontari, su un divano sempre sul punto di ribaltarsi. Dopo, di corsa a casa in bici. Cena super-rapida, doccia, e di nuovo via. Da Simo-Bigno-Filo-Blasco. E al botellon in spiaggia.
Ci sono praticamente tutti, c'è la sangria, c'è la maledetta sabbia che si insinua dappertutto.
C'è anche lui. Più bello del solito. Ha come una luce strana negli occhi. Sarà l'alcool, sarà la spiaggia, sarà che non me l'aspettavo. E' strano incontrarlo ora che ho smesso di cercarlo. E' quasi più bello così. Parlargli per qualche minuto, punzecchiarlo e poi andar via. E chissà quando ci si rivedrà. Forse oggi, al porto. Forse domani. Forse lunedi. Forse la prossima settimana. Ho voglia di lui, ma la tengo sotto controllo senza troppa fatica. Inizio a pensare che la discussione di venerdi scorso sia stata terapeutica.
Lo saluto e raggiungo gli altri al Gandahara. Mi piace. Bevo una birra, ballo con le altre e poi vado a cercare Filo. Questa volta è lui ad aver bevuto troppo. Simo lo porta via in taxi, e io e Ciccio andiamo a recuperare le bici. Passiamo dalla "zia" perché ho fame (tanto per cambiare). Poi a casa di Filo a riportargli la bici. Lui dorme, come tutti. Troviamo svegli solo Simonetta e Blasco. Bigno arriva dopo pochi minuti. Spegnamo la luce a Simo che, causa ospiti, dorme sul divano con Blasco. E andiamo via. Fumiamo una sigaretta, parliamo. E' tutto ok. Sono felice. E corro via in bici, come sempre in questa città.
In Manuel Candela vedo una chioma riccia e scura che riconosco. Emilio. Lo saluto, poi mi giro e vedo che si è fermato. Torno indietro, facciamo 2 chiacchiere. Son già le 5 del mattino. Gli dico della festa di domani. Gli do la buonanotte. E corro via.
Finalmente casa...


Una pregunta esistenziale:
ma perché, ovunque vada, son sempre controvento?!


sklero di delle 6:19:00 AM 

giovedì, maggio 17, 2007

Ho voglia di scrivere mille parole, di descrivere questi giorni vissuti a perdifiato. Ma son già pronta a correre via, di nuovo.
Ieri ho rivisto lui, per caso. Ero certa di non incontrarlo. E invece...
E' stato strano, diverso da tutte le altre volte. E forse anche meno peligroso.

Meglio così.

sklero di delle 4:17:00 PM 

mercoledì, maggio 16, 2007

Perché sei sempre triste?, gli ho chiesto.
Non sono triste.
Sì che lo sei.
Non è quello, mi ha detto. Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.

(A. Baricco, Questa storia)

sklero di delle 3:20:00 AM 

martedì, maggio 15, 2007

Sono da Bigno-Filo-Simo-Blasco.
Ieri pizza qui, sangria e via verso lo Studio. Semivuoto. Musica deludente. Solita folla di uomini ingrifati. Arrivo, prendo una birra e me la offre un tizio al bancone. Accenno un "gracias" e fuggo. Vado a ballare. Mosconi molesti ronzano intorno a me e Laura. Non so se per via della sua micro-gonna, o della mia. O del fatto che siamo guape, o pensiamo di esserlo. Ciccio è la nostra salvezza. Balliamo con lui, percepiamo sguardi invidiosi che lo penetrano (in senso figurato ovviamente, in un altro senso ha già dato). Stiamo lì fino alle 5 del mattino. Bacio un chico, non so se son convinta. Mi accompagna a casa contro la mia volontà. Affronta una scarpinata inutile per la seconda volta. Buonanotte e via. Poco dopo ricevo un sms, è lui che accenna al fatto che son salva perché ho le mie cose, che l'ha capito. E invece si sbaglia. Non ho le mie cose. Solo è stato un bacio fine a se stesso. E non bisserò. Perché poi devo anche sentirmi in colpa per la sua scarpinata. E non mi va.
Smanetto sul blog. Copiando il codice del counter sbaglio. E incasino tutto. Mi ritrovo davanti un blog post-moderno, con tabelle e post sovrapposti. Vado in panico. Con un po' di pazienza rimetto tutto (quasi) a posto. Vado a dormire alle 8. Alle 11 ho la sveglia. Non la sento. Mi sveglio alle 11.56 o giù di lì. Mi chiamano dall'America's Cup. Cazzeggio al pc. Mi doccio. Esco. Vado al corso di idioma. Alla seconda ora come al liceo. Dopo la lezione chiedo info a un tipo tedesco che ha lo zainetto da volontario. Infatti lo è. Mi spiega come accreditarmi e tutto. Perché stamattina, sveglia da 5 minuti, non ci ho capito una mazza.
Faccio una breve spesa e torno a casa. Pranzo. Metto su una lavatrice. Temporeggio perché mi tocca andare in centro, e fino alle 17 è tutto chiuso. Sforo. Non vado più. Alle 18.45 esco di casa per andare al porto. La metro mi mette l'ansia. Recupero la mia uniforme, mi accredito e vado all'Estrella. Vedo Carmelo esaltatissimo come sempre, che dopo 10 minuti mi lascia sola per correre dalla sua bella. Adocchio un divanetto, mi ci fiondo e non mi schiodo di lì. Alle 20.30 arriva Bigno. Poi Ale e Filo, Giacomo e Michela. Bevo 2 birre, controllo gli shorts. Cazzo son microscopici. Mi toccherà cambiarli.
All'alba delle 22.10 andiamo via. Ultimo tranvia appena passato. Filo e Bigno sono in bici, io no. Filo porta il sacchettone con l'uniforme, e Bigno porta me. Mal di chapèt a manetta, ma perlomeno non mi tocca camminare per chissà quanto. Ceno qui con un kebab e le patate fritte. Fanculo dieta. Chi se ne frega, tanto son già guapa così. O perlomeno cucco. Beh, insomma. Chi se ne frega e basta.

sklero di delle 11:15:00 PM 

And so it is
Just like you said it would be
Life goes easy on me
Most of the time
And so it is
The shorter story
No love, no glory
No hero in her sky

I can't take my eyes off of you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off of you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes...

And so it is
Just like you said it should be
We'll both forget the breeze
Most of the time
And so it is
The colder water
The blower's daughter
The pupil in denial

I can't take my eyes off of you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off of you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes off you
I can't take my eyes...

Did I say that I loathe you?
Did I say that I want to
Leave it all behind?

I can't take my mind off of you
I can't take my mind off you
I can't take my mind off of you
I can't take my mind off you
I can't take my mind off you
I can't take my mind...
My mind...my mind...
'Til I find somebody new

[The Blowers Daughter - Damian Rice]

sklero di delle 7:49:00 AM 

lunedì, maggio 14, 2007

E ieri la vita ricomincia. Sveglia alle 15. Un tramezzino e via verso la spiaggia.
Ci sono Laura, Simo, Fox, Omar, Simona e altri. A un certo punto mi ritrovo impanata come una cotoletta. Maledetto gel abbronzante. Faccio la doccia gelida con accanto un tipo che continua a chiamarmi chica guapa, tenendomi pigiato il pulsante della doccia. Perché tenerlo pigiato e toglier via la sabbia con una sola mano è un'impresa impossibile. Sento la mancanza dei miei ciottoli siculi. Mi rivesto con il bikini ancora umido e via verso l'Estrella, all'America's Cup.
Arriviamo lì, io e Cleme, e vedo delle spalle familiari. Una testa rasata e abbronzata. Gli metto le mani sugli occhi. Non indovina, ma è felice di vedermi. E' Carmelo con altri volontari. Me li presenta. Sembrano tutti così simpatici, c'è anche una tipa brasiliana di origine thai (adoro le persone thai!!!! *_*). Prendo una birra, parlo con Clementina. Del nostro erasmus, dei nostri obiettivi, di ciò che ci siamo lasciate alle spalle e che dovremo affrontare una volta tornate. Di come questi 6 mesi siano solo per noi, assolutamente per noi e per nessun'altro. Mi chiama Bigno. Arrivano Laura e Fred, il suo nuovo tipo belga. Prendo una seconda birra. E quando arriva Bigno son già più sorridente del solito. Decidiamo di bissare con un secondo aperitivo. E così, alle 20.20, partiamo alla volta di Benimaclet. Vaghiamo un po' perché Bigno non ricorda il nome della strada. Ma al final arriviamo in questo baretto gestito da un tipo friuliano. Birra e pane con lo speck e chiacchiere. Goduria. Mi sento felice. In fondo basta poco.
Torniamo verso casa mia alle 22.30, orario in cui ho dato appuntamento agli altri. Rinuncio all'idea di fare una doccia, cerco di sistemare in fretta e furia i vestiti e gli oggetti sparsi in ogni angolo. Intanto Bigno cucina, come ogni volta che lo invito. Dovrei anche smetterla di essere così poco ospitale... ma dopo 3 birre l'importante è non dare fuoco alla cucina. Pian piano arrivano Filo, Ale, Laura, Carmelo, Cleme e, dopo cena, Ciccio. Mangiamo pasta con panna, tonno e piselli. Io ho così fame che non la vedo neanche. Quasi nessuno tocca la sangria e la birra, siamo ancora disidratati dal week-end. Io più di tutti. Alla fine della serata ci ritroviamo in 8 ad affollare la mia stanza. Chi sul pavimento, chi appoggiato alla porta, chi incastrato sul letto. Ciccio racconta le sue storie incredibili degne di Zelig. Siamo tutti un po' sfatti, pian piano gli altri abbandonano. Restano Ciccio e Filo, che mi da' una mano a impilare piatti e posate in cucina. Un monton. Son le 3 e mezza o giù di lì. Mi danno la buonanotte e vanno via. Cerco di collegarmi per scrivere qui, ma nulla. Ci rinuncio e mi sbatto a letto.
Stamattina mi sveglio alle 9, pensando fosse mezzogiorno. Guardo l'orologio del cellulare, è troppo presto. Mi rimetto a dormire. Alle 11.30 ci rinuncio. Mi alzo. Faccio colazione e smessaggio con alcune persone. Anche con il tipo conosciuto dopo il torneo. Mi fiondo sotto la doccia perché è tardi, e via in bici verso la poli. Penso di non conoscere la strada, ma vado a occhio e ci azzecco. Trovo Bigno, Filo e Cleme. Mi siedo con il mio panino con la tortilla e la birra presa pigiando il pulsante sbagliato. Dopo pranzo proviamo a cercare un divanetto alla casa dello studente. Nada, tutti occupati. Ci sdraiamo sul prato. E c'è il sole. C'è Filo che coccola me e Cleme, che ci ripete a turno "sei la ragazza più bella di tutti i tempi" (frase che, pronunciata da lui, ha perso ogni significato). C'è Bigno che scopre radioblog e smanetta per creare la sua playlist. Ci sono io che sto da dio.
E tutto il resto non lo scrivo. Ma solo per scaramanzia.
Voglio solo ricordarmi questo giorno. Pieno di sole, di energie, di abbracci, di voglia di ricominciare a stare da dio e a vivere tutto a mille. Mi viene in mente una frase "Questo è il primo giorno del resto della mia vita". Era American Beauty? Chissà. Ciò che importa è che mi sento esattamente così.

sklero di delle 9:00:00 PM 

Agli occhi degli altri le impronte che lascio sulla terra sono due.
Ma nel profondo del mio cuore so che quelle impronte ne hanno dietro di se' molte altre.

[H2Odio]

sklero di delle 1:29:00 PM 

domenica, maggio 13, 2007

E al final, all'alba delle 2, sono uscita.
Maglia scollata, cintura a pois, gonna a palloncino longuette, decoltè, capello rosso (ah già, ho dimenticato di scriverlo), sangria e via... verso una festa in piso sovraffollata che poi scopro essere di Stefano, un tipo che ho visto per la prima volta in aeroporto 2 settimane fa e poi ho rivisto ovunque.
Bevo qualcosa, sopporto sorridendo Marcelo che mi versa la sangria addosso, mi ruba una sigaretta e mi propone di andare da lui come sempre (non desiste oh). Il 26 andrà via, mi mancheranno i suoi riccioli e le sue guanciotte morbide quando le baci, il suo chiamarmi "Cicio"...
Fumo una sigaretta con Ferdi, stanco ma gasatissimo per i suoi goal. Mi dice che oggi si parlava di me, che tutti mi fanno i complimenti, che sono una chica muy divertida. Gli chiedo "In che senso? Perché mi ubriaco e dico stronzate?". "No, perché sai stare con la gente". Ah. Non me lo aspettavo.
Cerco Daniel e Marco, li trovo e si va via insieme a Laura e C., che arriva non appena usciamo. Beve vodka secca, fa il carino più del solito e non capisco perché. Vaghiamo dal Rumbo in cui non entriamo (e davanti al quale dobbiamo sopportare Enro ubriaco che ci prova con Laura), al Velvet che chiude poco dopo il nostro arrivo al Murray che costa 12 euro a casa. Accompagnamo Laura e poi C. mi accompagna a casa. Non capisco perché, non so bene come comportarmi, cosa si aspetti da me. Sotto casa lo saluto, mi da un mezzo bacio e scappo via.
Con queste scarpette ticchettanti mi sento un po' come una cenerentola senza principe azzurro.
Dieci minuti dopo sono la bella addormentata, sono le 5 e crollo sul letto vestita e truccata.
Ma non è il principe azzurro a svegliarmi. Dopo un tempo imprecisato Enro mi sveglia molesto, inizia a sbattermi in faccia le sue verità su lui e su me con un'arroganza che mi infastidisce. Gli rispondo di lasciarmi in pace, che lui era stupendo ma è arrivato troppo tardi per farmi veramente male. Che forse più di tutto ciò che conta è una sorta di soddisfazione personale, il sapere che qualcuno ti cerca, che ti vede speciale. Forse è un gioco da stronza. E quando perdo mi incazzo. E ricomincio a giocare. Ma lui non capisce. Spegne la luce, tira giù la tapparella, toglie dal letto il mio telo umido appallottolato. Si sdraia accanto a me, continua a parlarmi con quegli occhi rossi da ubriaco e sostiene di dirmi tutto questo perché mi vuole bene. Che sono una bambina, che lui è molto più maturo di me.
Sarà.

sklero di delle 3:20:00 PM 

sabato, maggio 12, 2007


Non so come ho fatto a essere alle 10 a Xativa per le riprese del corto. Con una resaca della madonna e un mal di testa che tuttora non mi abbandona. Ma ce l'ho fatta. Ed è questo ciò che conta. Mi son divertita, e ho scattato foto a tutti per qualche ora. Seduta sul pavimento con la scusa di trovare punti di vista inediti. In realtà non mi reggevo in piedi. Siamo un bel gruppo di lavoro. Mi piace osservare Miquel che, chino sulla videocamera, graba tutto concentrato con quei suoi occhioni scuri. Mi piacciono le ragazze, il modo in cui si impegnano ridendo come matte, le loro magliettine freak al di fuori delle mode valenciane. Ester con le sue mille decoltè stranissime. Il tipo che interpretava lo scienzato pazzo, con la resaca pure lui. I due gemellini con gli occhi un po' a mandorla, gli occhiali e l'espressione corrucciata. Mi spiace non essere partita a settembre, non averli conosciuti prima.
Dopo le riprese son tornata a casa, ho chiamato Laura per andare a vedere il torneo di calcetto. Pullman appena partito. L'ultimo. Perfetto.
Prendo la metro per Empalme seguendo le indicazioni di un tipo che poi Laura mi ha presentato (ma non ricordo se fosse Duarte o chi altro), arrivo lì e mi ritrovo in questa stazioncina assolata in mezzo al nulla. Vado a controllare gli orari dei bus. Niente bus di sabato. Perfetto.
Chiedo info a 2-3 persone, aspetto la metro per 15 minuti. Scendo alla fermata prima di Paterna. Anche lì stazioncina assolata in mezzo al nulla. Non ci sono taxi, non ci sono scritte le fermate dei bus. Chiedo in un bar, mi dicono di chiedere all'autista del primo bus. E così mi siedo sul marciapiede, assolato come tutto il resto, e mi lascio attraversare la pelle dal calore del sole, mentre fumo una sigaretta e scambio due chiacchiere con un africano che aspetta il bus e non capisce il mio spagnolo.
Dopo 20 minuti arriva il bus, chiedo all'autista che mi dice che il bus diretto per la ciudad deportiva di sabato non passa. Perfetto. Mi lascia alla fermata più vicina, mi indica la strada e scendo.
E così mi ritrovo a camminare sul bordo di una strada, accecata dal sole, distrutta dalla resaca. Una situazione surreale. E cammino, cammino in mezzo al nulla. Solo strade e case lontane e campi abbandonati alla mia destra. Fisso le piante, mi concentro sui miei passi, uno dopo l'altro. La vegetazione è quasi identica a quella della mia isola. Ci sono le stesse piante selvatiche che crescono nel nostro giardino a Pirrera e tutt'intorno. Scorgo solo 2 fiori mai visti. Ma per il resto mi sembra di camminare in un sogno. Luce accecante, via sconosciuta, solitudine assoluta. Ripenso a Lipari, alla mia mamma, alla mia vita, all'assurdità della situazione in cui mi ritrovo.
Invio un sms a Laura "sto camminando in mezzo al nulla, forse prima o poi arriverò...".
E infatti, dopo 20 minuti andando (tempo d'attesa fisso di questo giorno), e 2 ore dalla partenza da casa, arrivo alla ciudad deportiva. Lì ci sono i miei amici, il mio coinquilino, c'è un sacco di gente, ci sono Ferdi, Sergio e Duarte gasatissimi per il torneo. C'è la Giulia che mi chiede di ieri sera.
E per tutto il pomeriggio mi lascio coccolare un po' da tutti, mi lascio cuocere dal sole, mi lascio pensare senza stare a sentire. Guardo le partite, esulto con gli altri. Cerco di ignorare la resaca, il mal di testa e questo vago senso di sconfitta. Non per l'addio, ma per il fatto di aver capito ancora una volta di non essere così speciale. O di non esser stata capace di mostrare di essere speciale. Perché in fondo la differenza non è poi così importante.
Alle 20.30 prendo il pullman di ritorno con Laura. Io intravedo già il mio letto, quando sento il tipo davanti protestare perché la parada non è al mestalla ma a plaza de espana. Mi intrometto in un microsecondo, chiedo "Perché?!". C'è la partita.
Scendiamo dal pullman rassegnati, e intanto scambiamo 2 chiacchiere con questo tipo dall'aria simpatica, già visto a mille feste e con cui ieri, causa iper-espansività molesta alcolica, ho parlato invitando lui e i suoi amici a passare dal botellon al Gandahara.
Dobbiamo far la spesa tutti e 3 perché son già le 21. Cerchiamo un Mercadona, lo troviamo quasi subito. Il tipo si ricorda di ieri sera, io, lui e Laura ci presentiamo e parliamo un po', in coda e lungo la strada. E' simpatico, è qui da gennaio e conosce pochissimi italiani. Mi ritrovo a invidiarlo, io ne conosco veramente troppi.
Prendiamo la metro a Xativa. Mentre siamo su ci chiede se abbiamo msn. Laura non ce l'ha. Io gli rispondo di si e gli dico "Se vuoi ti lascio il mio contatto!". Mi risponde "Non voglio essere invadente, ti lascio il mio e poi decidi se aggiungermi". Non me l'aspettavo. Be', annoto il suo contatto e dopo 2 fermate scendo, saluto lui e Laura. E sbaglio uscita della metro. Mi ritrovo sotto casa sua. Cammino rapida sul marciapiede opposto, e non vedo l'ora di arrivare a casa.
Finalmente arrivo. Pizza. Riesco a mangiarne solo metà. Mi addormento e mi chiama Daniel, poi mia madre. Ci rinuncio. E ora son qui indecisa se andare a una festa in piso con Daniel e i suoi amici, da Laura o ficcarmi a letto e tirarmi le coperte fin sopra la testa....

sklero di delle 11:53:00 PM 

Appena tornata a casa, in bici, dopo una notte fatal.
Non ho la resaca, peggio.
Corro a tuffarmi sotto la doccia sperando di non affogare.
E l'unica cosa che riesco a dire è

Grazie Filo

Grazie di tutto... sei un amico, un0 di quelli con la A supermaiuscola. Stanotte non so come avrei fatto senza di te...

sklero di delle 9:19:00 AM 

venerdì, maggio 11, 2007

.: grida e respira di vita vera
non rimpiangere né promettere
perché è difficile ricominciare :.

[M!N]

Piccola parentesi infantile prima di studiare, con una citazione da una canzone dei Marysun Nicotina che non ascolto da anni e che mi riporta, così come questi mesi di erasmus, al mio primo anno di uni. Al punk-rock, alle nottate stortissima all'estragon, ai porri fumati in balcone osservando le auto passare, agli skleri con le stronze, agli skleri con Fra, ai sorrisi di Ernesto e al suo chiamarci tutte "paperedda", al profumo del suo caffè in sala quando al mattino uscivo dalla mia stanza, eran sempre le 10 o le 10.30, lo ricordo ancora (o forse credo di ricordarlo)... mi sembra sian passati secoli. Eppure mi sembra incredibile che siano passati tanti anni. Nella mia testa sono ancora al liceo, vivo a Lipari con i miei gattonzoli e la mia famiglia non ancora disastrata e il mio typhoon sbiadito che adesso scorrazza per l'isola con Nora e Marco. E allo stesso tempo, a tratti, mi sembra di non avere un passato. Di aver vissuto sempre qui, in questo piso, con queste persone che tuttavia non conosco affatto, di aver sempre corso in bici per le strade di Valencia...

La mia mente è posseduta da una concezione del tempo assolutamente distorta. In cui il tempo non è lineare, ma ciclico, ripiegato, spiegazzato, acciambellato su se stesso come un gatto.

Potrei perlomeno vantarmi di avere una concezione dello spazio esatta e razionale.

Ma a giudicare dal modo in cui continuo a investire mobili, oggetti e persone direi proprio di no.

sklero di delle 4:14:00 PM 


sklero di delle 1:00:00 PM 


sklero di delle 1:53:00 AM 

giovedì, maggio 10, 2007

h.18.45 Sono a quota 2 sigarette - quasi 3. Non male. ^_______^

sklero di delle 6:44:00 PM 


sklero di delle 2:36:00 PM 

mercoledì, maggio 09, 2007

Questo blog sta diventando veramente patetico. Urge una svolta.

Novità:

- oggi ho studiato ben 6 ore... anche se per metà del tempo son stata a chiedermi "vado o non vado a studiare in biblioteca?". Ma alla fine son rimasta a casa, per ragioni che non sto a spiegare.
- Enro ha lavato i piatti, dopo ben 4 giorni che si accumulavano. Dio esiste! Forse.
- Rojelio ha iniziato a bromeare anche su di lui. Devo chiudermi in camera per evitare che venga ogni 5 minuti a tocarme las pelotas. E giuro che se non la smette entro 24h lo pego.
- Fra ha smesso di ripetermi ogni giorno "ti odio". Forse ha metabolizzato. Meglio così. Oggi abbiamo parlato, mi ha raccontato del suo compleanno e, dopo un po', si è ricordato di odiarmi. Ah ah.
- un tipo mi ha chiesto di uscire, me lo ritrovo ovunque. L'ho conosciuto al New York. Passavo sfattissima e gli ho pestato un piede. E da lì non mi ha più mollata. Devo fare più attenzione a dove metto i piedi.
- ho chiesto a Daniel di uscire una di queste sere. Io, lui, i suoi amici e le mie amiche. Ho bisogno di schiodarmi un po' da una vita in cui gli unici stranieri sono i miei coinqui, i miei colleghi dell'uni, il portinaio e poche altre comparse occasionali.
- N. mi ha scritto una mail incomprensibile. E non ho idea di cosa risponderle. Sinceramente, a parte 2-3 eccezioni, qualsiasi voce dall'Italia mi scivola addosso.
- metà dei miei buoni propositi son falliti. Perlomeno il 1°, il 2° e il 4°.

Beh, nessuno è perfetto.

sklero di delle 8:18:00 PM 

martedì, maggio 08, 2007

Sono da lui. E penso che non vorrei essere in nessun altro posto al mondo.
E ho anche una paura fottuta. Ho un nodo allo stomaco che non vuole andar via.
Lui è di là a fare il caffè, posso sentirlo camminare per la cucina, posso sentire il rumore dei suoi gesti. E' quasi come se lo vedessi. E non vedo l'ora che torni qui, che sia tutto mio.
Almeno per una notte.
Una notte ancora.

sklero di delle 1:35:00 AM 

lunedì, maggio 07, 2007

Oggi pranzo alla poli, sono andata con Filo.
C'erano Martin (Yo lo mato! :P), Ale, Bigno, Cleme, Michele, e alla fine anche Carmelo, Luca e Giulia.
C'era la paella.
C'era il sole, e c'è ancora.
C'era una sensazione di pace incredibile, di quotidianità non ancora divenuta routine.
Valencia mi mancherà, mi manca già adesso. Con il suo sole, le sue arance, le sue ciclabili che ti portano ovunque, le sue spiagge, il suo tenerci tutti uniti, il suo sembrare a tratti Sicilia.

sklero di delle 4:22:00 PM 

Da oggi inizia una nuova fase della mia vita erasmus.

Propositi:

- fumare max 5 sigarette al giorno
- uscire 3/4 volte alla settimana (le cene sono ok, ma si torna presto)
- studiare almeno un tot al giorno (numero ore ancora da definire)
- andare a correre almeno 3 volte alla settimana (la pancetta alcolica è dura da buttar giù!)
- smettere di mangiare schifezze
- smettere di andare sempre nei soliti locali pieni di italiani ingrifati

Ce la farò? Staremo a vedere...

sklero di delle 12:44:00 PM 

Dubbio esistenziale di oggi:

... perché la gente adora ciondolare in mezzo alle piste ciclabili?!

sklero di delle 4:23:00 AM 

sabato, maggio 05, 2007

Eccomi di nuovo qui. Dopo una notte lunghissima e insonne.
I ragazzi saranno andati via da neanche un'ora. Ero arrabbiata con loro, ma mi mancano già. Questa casa sembra vuota. Con Enro e Felipe in letargo, e Rojelio che fa colazione e guarda la tv, nella sala tutta ordinata. Restano solo il sacco a pelo di Michelino e la mia coperta blu.
Devo tirarmi insieme ad andare in spiaggia. Dormirò lì. Al ritorno dovrei anche studiare i verbi per l'esame di martedi. Ma penso proprio che crollerò a letto...
E chi se ne frega se è sabato.
In fondo qui è sempre sabato.

La notte scorsa si va a una festa in piso. Arriviamo all'ottavo piano, esco per prima dall'ascensore. Pianerottolo buio. Accosto l'orecchio a una porta, dico convinta "mi sa che la porta è questa!". E pigio il pulsante dell'ascensore. Nello stesso istante qualcuno accende la luce e scoppio a ridere.
E non ero neanche ubriaca. *_________*

sklero di delle 10:56:00 AM 

venerdì, maggio 04, 2007


Rivedo me collassata sul letto di Filo. Lui mi abbraccia e mi da i bacini sulla testa e mi riempie di biscotti al cioccolato che sgranocchio cospargendo il letto di briciole e farfugliando "Filo, le briciole!" e lui "non fa niente, non ti preoccupare... dai vieni qui a prendere un po' d'aria...", mentre di la' tutti festeggiano Sara. Io non sono neanche in grado di firmarle la t-shirt. E per fortuna perche non avrei saputo cosa scrivere. E' partita ieri. Sara' brutto dirlo, pero a mi me da igual.

Rivedo me ieri mattina alla scuola di idioma, intontita e con il cuscino ancora stampato su una guancia, entrare e chiedere alla segretaria in che aula devo andare. Ho chiesto il cambio di orario e di livello, quindi non ho idea di quale sia la mia nuova aula. Mi dice "aula 1". Perfetto. Entro, mi siedo, mi guardo intorno. C'e' una ragazza che ho conosciuto all'uni. Ma ci sono anche i libri dell'A2. Dev'esserci un errore. Seguo questa (quasi) prima ora di lezione un po' annoiata dall'argomento e dalla prof vitale come un carciofo, attendendo la pausa. Sara' che è in dolce attesa. Inoltre questa cosa mi manda in paranoia perche' vedere una donna incinta mi fa star male fin da quando avevo ancora un triciclo. Finalmente arriva il momento della pausa. Incontro il coordinatore, mi avvisa che son stata spedita nell'aula sbagliata. Ringrazio Dio, se esiste. Fumo una sigaretta con Stefano e altri 2 tipi e entro in classe con loro. Aula 5. Finalmente e' quella giusta. Facciamo un po' di esercizi sul subjuntivo. Gli altri studenti mi sembrano tutti piuttosto simpatici. Il prof e' giovane, guapo e simpatico. Ha un bel sorriso, mi diverte il suo modo disinvolto di glissare sui momenti imbarazzanti. L'ora scivola via leggera. Dentro di me giubilo. Ma al final, una brutta notizia: martedi c'è l'esame dei verbi. Ahi! E questa volta mi tocca studiare o mi rispediscono per direttissima all'A2.... ^^"

Rivedo me stanotte davanti al pc, scrivere inquieta, con Carmelo che alle 5 del mattino mi dice "passo da te" e poi sparisce al telefono con la sua donna...
Quando sono con lui mi rendo conto che esiste una persona dalla concezione del tempo piu' distorta della mia. Non lo credevo possibile. Uno che alle 21.50, mentre sprofondo in una poltrona gonfiabile tipo Fantozzi, e' capace di dirmi "dai Cicia, scendiamo... tu ceni e intanto io mi vedo con lei, poi passo da te e andiamo alla festa in piso, inizia alle 22.30, e poi flamenco al Cafe del Duende, andiamo l¡ per le 23.15".
E mi viene da chiedergli se per caso abbiano inventato il teletrasporto mentre ero in bagno.

Tornando a me che scrivo inquieta... si fanno le 5.30 e dovrei essere a letto da un pezzo. Tornano i ragazzi, mi coccolano un po' mentre io cerco di trattenere le lacrime e sorridere. Un po' perche' sono triste, un po' perche' tutto questo affetto mi commuove. Fino a meno di 24 ore fa ero incazzata con loro, e invece so che mi mancheranno. Mi chiedo come mai le altre ragazze siano ragazze. Con le gonne svolazzanti e le movenze sexy e gli urletti e i discorsi sul trucco. Mentre io mi ritrovo sempre a essere l'orsacchiotta dei ragazzi, quella che si becca le coccole e diventa amica di tutti. Mi va benissimo cos¡. Diciamo pure che ci sguazzo. Nella mia vita precedente dovevo essere una gatta. Una gatta cicciona come Mau', che mangiucchia e dorme e si fa spupazzare... chissá...
Bevo una camomilla in sala, fumo un porrito, parlo un po' con loro e vado a dormire. E ora eccomi qui, al laboratorio di Diseno y produccion cinematografica, con un sonno fatal come ogni venerdi. Ancora 6 minuti. Su su.

Rivedo me sabato scorso gonfissima sul letto abbracciata al maialino che mi ha regalato Kung. Sprofondo. E' come se nel mio letto si fosse aperta una voragine che tenta di risucchiarmi. Sto male. Arriva Enro, mi chiede come sto. Lo abbraccio e riesco a farfugliare "Estoy feliz que ahora esta' todo bien entre nos dos". E mi risponde che e' sempre stato tutto ok, che era solo preoccupato per me. Beh, avrebbe dei buoni motivi per esserlo anche adesso. Solo che non lo sa. E io non gli dico nulla. Dopo un po' torna e, non appena pronuncia la parola magica "carbonara", salto su con uno scatto felino in attesa della pappa... ma si puo'??? Non ero moribonda fino a pochi minuti prima? Da dove son saltate fuori queste energie nascoste? Chissa'.

sklero di delle 1:15:00 PM 

E sto qui cercando di mandar via i pensieri, di scacciar via questo fantasma da sindrome da fine erasmus che aleggia in un angolo della mia mente. Sono appena a metà, e sento già sul collo il fiato dell'ultimo giorno di erasmus. Vorrei riafferrare i giorni, spenderli meglio, bilanciarne il peso. Vorrei avere avuto più tempo. Vorrei potermi godere sul serio tutto senza dover pensare alla fine, troppo vicina. Vorrei essere a casa e non esser mai partita. Non sono brava con gli addii. Non sono brava con i pezzi di vita provvisoria, perché il futuro finisce sempre per schiacciarmi. E vivo sospesa tra passato e futuro senza capire nulla del presente.
E il tempo sembra arrestarsi sul tintinnio di una risata, su un abbraccio di Filo, su uno sguardo, sulle coccole di Carmelo e sul suo "Ciciua", sulle feste in piso, sulle corse in bici, sui pomeriggi in spiaggia, su una notte con lui. Ma non cambia nulla. E quando resto sola non posso fare a meno di sentirmi schiacciata dal senso di impotenza di fronte al tempo che passa. Mi ha sempre fatto paura. Sempre.
E allora non resta che aprire la porta e correre via così forte da non riuscire a respirare, cercare momenti perfetti in cui il tempo sembri fermarsi. Illudersi che sia tutto ok. Che la fine non sia così vicina. Che non esista un domani.

sklero di delle 5:33:00 AM 


sklero di delle 4:07:00 AM 

Sono qui. In questa notte uggiosa dopo una giornata uggiosa con appena un'ora di sole.
Sono sfatta e assonnata. Fumo silenziosa una sigaretta scroccata a Felipe.
Questa sera, mentre andavo da Carmelo, mi son fatta un autodiscorso su come la felicità sia a breve scadenza ancora più delle mozzarelle (in realtà era il latte, ma le mozzarelle rendono di più), su come non si può aver paura di cadere prima ancora di farlo, su come la vita mi ha insegnato che le paranoie non servono a nulla ed è per questo che le scrivo qui. Per mandarle via, archiviarle, regalarle al mondo, a chiunque abbia voglia di adottarle affinché non si sentano sole. Su come stare con qualcuno significhi prima di tutto starci bene.... e se ci si sta male quando va tutto bene per paura di farsi male allora è meglio lasciar perdere. E stare soli. Perché, se non si esce con chi ci piace troppo per paura di farsi male... allora, con chi cazzo bisogna uscire? Con chi ci lascia indifferente? Con chi ci piaciucchia? No. Sono esigente. Piuttosto sola. Piuttosto mi compro un carlino da portare a far pipì nelle aiuole nei momenti di noia.
Ho pensato a come sia assurdo il modo in cui le parole contraddicono azioni e sguardi. A come sia assurdo sentire pronunciare determinate parole mentre gli occhi mi dicono ben altro. A chi devo credere? Agli sguardi? Alle parole? Ai baci? Ai silenzi costellati di Camel light?
Quando i pensieri si raggomitolano bisogna metterli da parte, confinarli in un cestino mentale in fondo a tutto il resto. Lasciarli a prendere polvere. Magari tirarli fuori quando arriverà il momento in cui una vocina remota dentro di te esordirà con un "te l'avevo detto...". Ma fino a quel momento lasciarli lì. Stanno bene lì. E' il loro posto. Se oltre al cestino mentale esistesse un gatto malefico mentale li lancerei a lui, lascerei che li facesse a pezzettini piccoli piccoli, per non farli tornare più.

sklero di delle 3:44:00 AM 

mercoledì, maggio 02, 2007

E sono ancora qui in pigiama, con fuori un tempo da star male (perlomeno se si è metereopatici come la sottoscritta). Con una congiuntivite che ne basta la metà, come direbbe Lorenzo. E mi ritrovo a chiedermi se questa sono io. Sono tutte le persone che ho conosciuto, le esperienze che ho vissuto, le parole che ho sentito, gli accenti che ho rubato, gli sguardi che ho carpito. E forse sono questo e niente più. Cosa resta di me? Cosa resta di quella bimba con le guanciotte e i capelli rossi che sorrideva ai passanti e inseguiva il gatto Giovannino? Cosa resta di quella adolescente dai capelli viola che scriveva al buio sognando di pubblicare un libro prima dei 18 anni? Cosa resta di quella sfattoncella che ogni sabato si devastava all'estragon cantando a squarciagola "Bella ciao" sognando un futuro diverso? Non lo so. Vorrei incontrare quelle 3, chieder loro come stanno, se mi riconoscono, cosa pensano di ciò che sono adesso. A volte mi sento come Baol. Mi sembra di essere un'idea che vola fugace sulle vite delle persone, prima che spariscano dalla mia vita. E io resto sola con una traccia nel cuore. E chissà se quella traccia son riuscita a lasciarla anch'io, o se ho volato talmente leggera da non smuovere neanche una nuvola.
Ho voglia di rileggere Baol. Di farmi mille domande sull'argomento.
E ho anche voglia di non pensarci. Di correre in bici sul Turia, di superare strade e semafori e volti senza pensare a nulla. Di prendere i roller e scivolare a perdifiato senza saper frenare. E stavolta non ci sarà Kung ad afferrarmi per un braccio prima che finisca sotto un'auto. Di afferrare la vita per la coda e non mollarla più.


Non sono un angelo ma se potessi esserlo
volerei, starei da te in un attimo
per poterti parlare, per poterti ascoltare
per poterti dire che il mio cuore ti appartiene...
La la la la la la io ti canterei
La la la la la la io ti porterei lontano via di qua
da un'altra parte via da questa cella!


(99 Posse - Vulesse)


... dov'è il mio angelo?

E soprattutto: esisterà un angelo anche per me?

sklero di delle 3:48:00 PM 

martedì, maggio 01, 2007

Ieri: pomeriggio sdraiati sull'erba di fronte al maxischermo dell'American's Cup con Peppe, Spisia, Ari e Michelino. Sole a manetta. Si stava da dio.
Verso l'1 partiamo in missione verso lo Studio. Arriviamo lì. Deserto. Andiamo a bere una birretta nel pub accanto, poi torniamo. Ancora deserto. Sento Filo e mi dice che loro stanno per andare al Cafè Paris. Buona idea. Arriviamo al Café Paris prima di tutti, e ci scoliamo un agua de Valencia e due aguas de Paris in 5. Sembra di bere un succo di frutta..... dolce, fresco, leggermente spumoso. E ci ritroviamo cottissimi a ritornare verso lo Studio. Strapieno. Io mi ritrovo pressata nella folla sull'orlo del collasso. Guardo con occhi supplichevoli il buttafuori, che mi lascia entrare. Gli altri restano lì nella ressa, li rivedrò dopo. Ci sono i miei coinquilini con i loro amici, c'è Primos, ci sono Marco e Daniel, c'è Billy, ci sono Giulia e Ferdinando, ci sono un sacco di persone ubriache ovunque. Ma lui non c'è. Trascorro ore a ballare sul cubo invitando chiunque, io che normalmente non lo farei mai. Faccio la spola su e giù per il locale e su e giù per il cubo ballando frivola con qualsiasi persona mi capiti a tiro, conosciuta, sconosciuta, semi-conosciuta senza discriminazioni. Mi faccio ritrarre incredula insieme a un tipo che dice che sono l'italiana mas guapa che abbia mai visto, la regina della serata, con una coroncina in testa da un suo amico che mi lascia il contatto msn. E lui non arriva. A un certo punto ci rinuncio e decido di godermi la serata cercando di non perlustrare il locale con lo sguardo ogni minuto e mezzo. Perché non arriverà mai. E invece arriva. Lo prendo per mano, lo trascino fuori impaziente, elargendo spallate senza neanche rendermi conto e finalmente è tutto mio. Quel suo sguardo luminoso sotto ciglia scurissime, quelle microlentiggini sul viso abbronzato, quelle labbra morbide. E' mio. E così scivolano rapide 10 ore tra le sue braccia.
Alle 15 torno a casa e non trovo nessuno. Mi preparo per andare in spiaggia, con la sua bici, perché la mia l'ho abbandonata da Bigno domenica. Tornano mio cugino e i suoi amici, e poco dopo escono nuovamente per prendere il bus per la spiaggia. Io parto dopo un po' in bici, imbottita di una pasta tonno e piselli fatal, e raggiungo i miei amici dalle parti del Pan's. S. si comporta in modo gelido, ma ormai ci ho fatto il callo, anche se non smetterò mai di chiedermi perché le donne debbano essere sempre così ipocrite. Stiamo un po' lì, io mi sento un po' scomoda, un po' sulle spine, incapace di stare ferma come sempre. Vado con Bigno e sua sorella a bere un'orchata in un baretto verso il porto, ma non hanno l'orchata. Ripieghiamo su una coca cola, ci riposiamo un po' e ripartiamo in missione orchata, che finalmente troviamo alla città della scienza. Al ritorno verso casa decido di deviare per fare un giretto da Aqua, ma ovviamente trovo tutto chiuso. Mi avvio verso casa improvvisando il percorso, faccio tappa in due negozi cinesi enormi spendendo la solita decina di euro in cosine tanto kawaii quanto inutili, e torno a casa. A soli 2 minuti dall'arrivo strappo i miei pantaloni preferiti con la catena della bici. Porca puttana. Vabbè non lasciamoci demoralizzare. Una volta a casa trovo Peppe e Ari. Fame da lupi. Ingoio famelica una fetta di salame brada, perché non abbiamo pane. Lavo i calzini a mano perché ho avuto la geniale idea di lasciarne il 70% in Italia e son sempre a corto. Ceniamo. Parlo un po' con Fra su msn. Sempre la stessa storia. Recriminazioni, rimproveri, amarezza. Sono preoccupata per lui, ma non posso fare nulla per aiutarlo. Deve farcela da solo, dimenticarmi e capire che l'odio non è una soluzione per ogni uso. Mentre parlo con lui faccio la spola tra la mia stanza e il comedor invaso da chiacchiere maschili sul calcio. Sbafo una "valenciana" (che è a forma di plumcake ma non fa cagare come i plumcake che negli spot sembrano la merenda più buona del mondo). E ora m'è tornata voglia.
Maledetta fame chimica.

sklero di delle 11:16:00 PM 


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