Giovedi:
biblio, corso di idioma, pranzo spettacolo (arroz con gambas y calabacín), biblio, uni per sapere un po' com'era l'esame di Biosca (che io farò il 12), poi di nuovo biblio, caffé con Duarte e i suoi amici, a casa per una doccia al volo e poi con Johannes verso Benimaclet.
Arriviamo al Barraca verso le 21.15. Non c'è ancora nessuno. Ordiniamo una birra, pian piano arrivano gli altri. Bigno, Simo, Cleme, Laura, Filo, Alessandra che è arrivata oggi, Ale, Martin, Marilina, Luca, Ciccio e spero di non aver dimenticato nessuno. Beviamo birra, sangria, spritz, limoncello. Mangiamo piramidine di pasta fredda e francobolli di pizza, speck con il pane e arachidi. Parlo tutto il tempo in spagnolo, nonostante l'alcol e la stanchezza. Non so come faccio. E in men che non si dica è quasi l'1. Andiamo via un po' in bici, un po' in taxi. Io, Laura e Ciccio accompagnamo Johannes a casa. Deve lasciare lo zaino con il vino portato per una cena poi boicottata.
Andiamo dietro plaza Honduras. Si ficcano tutti in un pub. Anzi, in uno stanzino di un pub, a giocare a freccette. Io, Luca e Johannes (e tratti anche Bigno, Filo e Ciccio) entriamo al Flow. Il posto è squallido, il dj incapace. Ma i pezzi in se' son de puta madre. Mettono su persino Under mi sensi. E' uno dei miei riddim preferiti... e drum n' bass mi mancava. E in generale mi mancava la drum n' bass. L'ultima volta l'avrò ballata al Link. E se non erro l'hanno buttato giù da 2 o 3 anni. E quindi chi se frega del posto, del dj. Stiamo da dio. Beviamo una birra, balliamo. E balliamo. E balliamo.
Dopo passa Ferdinando, propone Plaza del Cedro ma poi sparisce. E invece noi, io, Ciccio e Johannes, ci andiamo. Ci sono Sergio, Duarte sbronzissimo che zompetta tra le siepi, c'è la polizia. E' tardissimo, son le 4. Si torna a casa.
E il mattino dopo sveglia alle 10.30. E' dura, ma mi tocca. Enro e Felipe son già in piedi, e senza la loro divisa abituale (slippino floscio). Son già vestiti, mi preparano il caffè. Que pasa? Mi spiegano che vogliono iniziare una vita nuova, alzarsi a un'ora decente, fare cose. Mah, vediamo quanto dura....
Alle 12.45 vado al Multius. C'è la presentazione dei lavori per il corso della Del Rey. Il nostro progetto si chiama Fuego en el fuego. Distribuisco cerini promozionali mentre gli altri iniziano a parlare. Alla fine la prof non dice molto, non ha obiezioni, il progetto e la presentazione la soddisfano. Bene. Smessaggio un po', passo da Giulia per una sigaretta e due chiacchiere. Corro a casa, preparo lo zaino con il cambio per la serata, cerco disperatamente il pass che credo di aver perduto (ma che alla fine ritrovo) e corro, in ritardissimo, al porto. Arrivo alle 15.55, devo ancora pranzare e in teoria l'orario di inizio è alle 16. Saluto Martin, Marcelo, Filo, Bigno e Mauricio e scappo. Pranzo al volo facendo 2 chiacchiere con Fillo e poi seguo Carlos.
Mi tocca il parque. Insieme a Chiara, Silvia (una nuova volontaria colombiana), Teo, Borja e un nuovo tipo spagnolo di cui non ricordo il nome. Non c'è molto da fare. Anzi nulla. Andiamo a fare un giro, cazzeggiamo sul muretto, io sto un po' con Filo e Bigno che giocano con gli scacchi giganti (sono nella mia area, quindi posso :P). Vado a far merenda e alla fine mi ritrovo davanti Johannes. Mi riaccompagna al parque, cerchiamo gli altri. Sono in giro a cazzeggiare. Proviamo l'ossigeno nel tendone Ford, ci tuffiamo nelle palline Coca Cola, torniamo al centro dei volontari perché sto male. Giusto a colazione Enro e Felipe mi hanno chiesto come cavolo faccia ad andare a dormire tardissimo ed essere in piedi al mattino per fare mille cose. Ecco come faccio. Credo di essere wonderwoman ma poi all'improvviso mi ritrovo sdraiata sui cuscinoni del centro volontari perché mi sento una pezza.
Bevo un te' freddo con 2 bustine di zucchero e mi riprendo. E per fortuna la sera arriva. Spiaggetta del centro dei volontari. Festa anomala. Ci sono solo birre, senza comida. Io e gli altri colonizziamo un ombrellone e un monte di sdraio. Ale si piazza lì con noi perché dice che il nostro gruppo è pieno di guapas. E, concedetemi un po' di orgoglio nazionale, le italiane alzano la media. Riempiamo i tavolini di lattine vuote. Mi ritrovo a far lezione di italiano agli spagnoli. "Repitalo! Miiinchiaaa!". Faccio persino alcuni brevi video dei miei nuovi alunni. Cantiamo Cumpleaño feliz a Carlos che compie 22 anni. Sto bene. O starei bene se non fosse per una piccola inquietudine di fondo...
Passo dall'Estrella con gli altri, ma io e Johannes andiamo via quasi subito. Ale è sparito. Elisa cerca di attaccarcisi senza risultato. Chiamo Filo, loro son da Marcelo. C'è ancora la pizza. Ci fiondiamo in bici verso Cardenal Benlloch. Pizzaaaaa. Alla fine ne mangio persino troppa. Johannes mi accompagna a casa a lasciare lo zainone con l'uniforme. Passiamo al New York, gli altri son già lì. Non piace a nessuno, fuggiamo subito. Passiamo al Walk About ma io ho troppo sonno, sono a pezzi e vado a casa. Son già le 3. Johannes insiste per accompagnarmi come sempre. No sè que pasa. Sto da dio con lui e spero solo che resti tutto esattamente così com'è. Le ragazze (e i ragazzi, claro) vanno e vengono, gli amici restano.
Almeno un po' di più.
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