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e' il 27/05/07.. h.13.33
mi sento The current 

mood of ciciablog at www.imood.com
indosso... il pigiama
ascolto...
i Dinosaur Jr.
chattando con... nessuno e smanettando con emule vogliosa di nuova musica
pensando che neanche stanotte ho dormito abbastanza...

 

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martedì, luglio 31, 2007

Ops... stamattina, rincoglionita dal sonno, leggevo "envio" e mi suonava strano... e solo ora mi son resa conto che non è mica italiano :S

non ci resta che piangere...

sklero di delle 6:17:00 PM 

Ora le envio un sms con la bella notizia, mi tiro il lenzuolo fin sopra la testa e provo a riaddomentarmi.
E il prossimo vicino urlante si becca una ciabatta dritta in fronte.

sklero di delle 11:40:00 AM 

No consigo escribir nada excepto tonterias... y esto me molesta muchìsimo. T_T

sklero di delle 2:19:00 AM 

lunedì, luglio 30, 2007

E così, 2 giorni fa arrivo qui, a Barcelona.
Trascorro il primo giorno in spiaggia con Laura e Julio, il suo coinquilino peruviano che vive qui da anni. Il ritorno è traumatico... la metro è piena zeppa di gente, sembra di stare a un concerto. Le scale mobili non funzionano. Fuggiamo e prendiamo più di un bus per tornare a casa. Ci impieghiamo qualcosa come un'ora o più.
Ci prepariamo e andiamo a cena in un ristorante asiatico con Julio. Mangiamo da dio (anche se troppo perché le porzioni sono enormi), alla fine ci offrono un chupito di un liquore alla pesca.
Tornati a casa, guardiamo la tv ghignando come deficienti (perlomeno io e Julio, Laura se ne sta lì tutta impegnata a scrivere mail). Sarà l'isteria dovuta alla stanchezza, sarà il chupito, sarà no se que...
Oggi vedo poco Laura perché lavora tutto il giorno. Ancora non è tornata.
E così cazzeggio al pc, mi preparo, pranzo e alla fine esco con i suoi coinquilini: Julio e Alex, il fumettista isterico galiziano. Si va da Decathlon. Alex deve ricomprare i sandali da tedesco che oggi gli hanno rubato in palestra (e per questo motivo è insopportabile), io lo zaino da viaggio. Ma non riesco a decidermi. Alla fine ci rinuncio, e prendo solo "Dejame que te cuente" al Carrefour. Carmelo me lo aveva dato per la sua tipa, dicendomi di leggerlo se volevo, e non ho fatto in tempo a finirlo prima di darlo ad Ana...
Si va in centro. Metro sovraffollata come sempre. Quasi mi pento di aver abbandonato Valencia. Non so se son peggio le sue strade desolate o la metro apestada di Barcelona. E' una bella lotta, eh. Si gironzola un po', alla fine i due mi portano all'OVELLA NEGRA. Me l'aveva raccomandata Melo. Mi piace. E' un pub strano che ricorda alcune trattorie bolognesi, è come in una caverna... beviamo 2 caraffe di birra e mangiamo pop corn. Circondati da gruppi di italiani onnipresenti e spagnoli che urlano giocando a biliardino. Da ubriaco Alex è più sopportabile. Julio è posato come al solito. Verso le 23 si passa sotto la mia futura casa e si torna a casa, passando prima a prendere un kebab.
E ora son qui, sfatta, con la tv accesa su un canale che passa "Grease"... e mi manca lui. E allora mi do alla coca cola light e a una camel light. Cercando di non pensarci.

sklero di delle 11:55:00 PM 

domenica, luglio 29, 2007

Hanno salvato la mia giornata........

Oggi: mi sveglio in fase scazzo. Odio fare le valigie. Perché, nonostante i miei sforzi per portar solo l'essenziale, son sempre troppo pesanti. Ma alla fine ce la faccio e, chili in spalla, eccomi qui! A Barcelona, a casa di Laura. E sto bene.

E ora, dopo questi pensierini da terza elementare, vado a nanna bimbi. Magari domani sarò capace di elaborare pensieri più complessi...

sklero di delle 4:07:00 AM 

venerdì, luglio 27, 2007

E son tornata a Valencia. Arrivata ieri sera.
Passando da Messina, dove ho rivisto quel pazzo isterico adorabile di Carmelo.
Prendendo un treno (anzi due) fino a Pisa. Posto a sedere per risparmiare. Risultato: ho trascorso la notte incastrata con un tipo che neanche conoscevo, senza riuscire a chiudere occhio, e che poi s'è scarrozzato la mia valigia pesantissima fino a Pisa. Povero... ^^"
Il potere femminile... hihi
A Pisa sono stata da Giulia, che ha organizzato una rimpatriata... e c'era anche lui. Anzi, solo lui e un'amica di Giulia.
E non so cosa dire, cosa scrivere, cosa pensare, come stare.
So solo che Valencia vuota è terribilmente triste. Oggi sono andata al mare con uno dei pochissimi reduci italiani. Nessun volto conosciuto. Nessuna possibilità di incontrarne. E' come se uscire di casa fosse inutile, quasi non trovo le forze per farlo.
E non vedo l'ora di avere tutto pronto e partire per Barcelona... via da questo purgatorio, da questa stasi che mi opprime...

sklero di delle 12:22:00 AM 

lunedì, luglio 23, 2007

E tra 12 ore si parte. Bye bye Lipari e via di nuovo verso nuovi orizzonti.
E mi fa strano pensare a quanto i sentimenti che io provi siano contraddittori.
Vorrei restare, godermi la mia estate in una casetta in campagna, in un sacco a pelo sopra un tetto, in una spiaggia assolata, sopra un galleggiante in mezzo al mare. Mi ci sono rifugiata anche oggi. E me ne stavo lì, abbracciata a questo enorme salsiccione arancio, con l'orecchio appoggiato a sentire i rumori del mare e la musica proveniente dalla spiaggia, a guardare questa distesa di acqua di un blu quasi doloroso, a pensare a tutto e a niente. E di fronte a me una linea tratteggiata da pallette di sughero (che qualche siciliano mi aiuti, non ho idea di come si chiamino) dritta verso Panarea e Stromboli. E dentro di me la tentazione di seguirle fino alla fine del mare.
Silenzio e buio fuori dalla mia porta. Di tanto in tanto il rumore delle unghiette dei gatti che grattano sopra lo zerbino.
Vorrei amare la mia isola in modo meno doloroso. Vorrei viverla con rassegnazione o cecità come ogni liparoto doc. Vorrei non doverla odiare per troppo amore, e non dover fuggire per essere felice, per trovare un equilibrio.
Arrivederci a chissà quando e a chissà come...

sklero di delle 3:39:00 AM 

domenica, luglio 22, 2007

E ieri Giada e Elisa sono andate via.

E oggi ho preso il sole, ho dormito, ho mangiato polpettine di melanzane (troppe) e fichi, sono uscita di casa e non solo per andare al mare o fare la spesa.

E oggi ho scoperto che la capacità di perdonare non è tra le mie virtù.

E oggi ho scoperto che lontana da qui sono una persona migliore. Non vivo stringendo i pugni e covando rabbia e fingendo di sorridere, ma vivo e basta. E affronto felice ogni giorno scaldato dal sole, e non mi fermo mai, e non smetto mai di sorridere.

E oggi ho capito che forse passerà ancora molto tempo prima che torni qui. In quest'isola che mi va stretta. In quest'isola in cui chi si ferma è perduto. E in cui son tutti fermi. Alla stessa vita, agli stessi posti, alle stesse convinzioni, alle stesse frasi di circostanza.

E oggi ho provato una voglia terribile di andar via.

E oggi sono felice perché tra 2 giorni volerò via di nuovo. E tornerò alla mia vita, ai miei sorrisi, alle mie corse in bici, alla persona migliore che riesco a essere lontano da qui.

E da oggi ho un
myspace :)

Perché, a volte, la noia può essere produttiva.

sklero di delle 12:22:00 AM 

sabato, luglio 21, 2007

E l'orizzonte non è mai dritto... da qualche parte scivola giù.
E qui, nelle isole, non appena mi fermo un senso di inquietudine mi assale.
Vorrei cuocere al sole per sempre, sfiorata dal vento, su una barca senza meta......
Perché il sole, e il vento, son le uniche cose che riescono a portare via questo vuoto, questo sentirsi sempre a metà non appena metto piede qui, in questa terra circondata da acque sempre più salate.
Non c'è nulla che non vada, o forse si.

Ci sono occhi nerissimi che risplendono nei miei ricordi e che, nonostante tutti i miei sforzi, non si spegnono mai. Non mi abbandonano mai. E splendono nei bagliori delle grotte sul mare, nei tramonti infuocati, nei momenti di quiete e in quelli delle corse a piedi nudi. Nei sonni agitati, nelle lenzuola aggrovigliate, nelle mattine afose, nel canto delle onde, sui candidi muri delle case di Stromboli...
E io prego in mezzo al mare. Che vadano via.
Per sempre.

sklero di delle 1:03:00 AM 

venerdì, luglio 20, 2007


Lipari stamattina: solo 20 minuti di coda e riesco a farmi visitare. Finalmente scopro cos'ho: la bronchite. Lo immaginavo. Non studio medicina ma purtroppo di bronchiti ne so qualcosa....
Il medico mi da la ricetta, dicendo che entro una settimana non avrò più nulla. E io corro in farmacia e incrocio le dita...

sklero di delle 7:32:00 PM 

3 giorni in barca da raccontare.

Vissuti di corsa, riarsi dal sole, bagnati da queste acque cristalline e dalla malvasia onnipresente, salutati da questi magici tramonti sul mare...

Spero di avere il tempo di narrarvi queste isole vissute, dopo quasi un anno di assenza, un po' da turista un po' da isolana vera. Con il sorriso sulle labbra o lo sguardo corrucciato, e la pelle ogni giorno più bruna. Con la fotocamera in mano, mai sufficiente per immortalare la magia di questi luoghi, e gli occhi spalancati nell'attesa del ricordo.

Tra pochi giorni si riparte. Ma va bene così, va bene salutare le mie isole prima della bolgia di agosto, per dirigermi verso altri orizzonti colmi di sorprese...

sklero di delle 1:31:00 AM 

lunedì, luglio 16, 2007

Non ho molta voglia di scrivere... troppe cose da dire e poca voglia di organizzare pensieri confusi in discorsi compiuti. Ma ci proverò.

14 luglio 2007

Mi sveglio tardi, finisco di preparare la valigia in fretta e furia, con Filo e Giulia che mi preparano i panini come mamme premurose. Riesco persino a lasciare la mia stanza in ordine.
Enro e Giulia scrivono sulla mia bandiera... leggo i loro messaggi al volo e i lacrimoni incombono, ma devo finire di preparare la valigia e non posso proprio permettermi di vedere appannato... così stringo i denti e continuo... Enro... prima lo adoravo, poi ho iniziato a detestarlo e invece quest'ultima settimana è stato carinissimo con me... e forse non vivremo neanche più insieme perché da settembre andrà a vivere a Livorno per un po', prima di tornare in Brasile per sempre. Son così commossa dal suo messaggio da non rendermi neanche conto che è scritto in portoghese e non in spagnolo. Quando me lo dice ci rimango di sasso. E decido che potrei anche mettermi a studiare il portoghese seriamente. Attenzione, delirio di onnipotenza in agguato...
La cosa buffa è che scrive qualcosa a proposito del fatto che io sorrida sempre nonostante tutto, e che non mi dimenticherà e che spera rimaniamo amici. E tutto questo nonostante i nostri mille skleri degli ultimi mesi. Non me l'aspettavo.
Giulia mi saluta alla fine del Pasaje Bartual Moret. Ci rivedremo tra un mese e a settembre ci vedremo sempre perché verrà a vivere da me. Ma salutarla è ugualmente triste.
Filo mi accompagna fino alla metro, mi porta la valigia e io son lì che parlo e parlo e parlo come sempre. E quando lo saluto mi vien da piangere. Ha un faccino che non dimenticherò mai. Mi dice "sai che se me l'avessi data non saremmo diventati così amici?". E mi rendo conto che l'amore che provo per lui è mille volte più forte di quello che potrei provare per qualcuno a cui l'ho data. Mi mancherà. Ma non so ancora quanto. Lo scoprirò solo dopo aver pianto ripetutamente per 2 giorni pensando a lui, alla nostra amicizia e a quel faccino che ho salutato 2 giorni fa.
In aeroporto vado subito a fare il check-in, la mia valigia pesa 16.50 kg. Porca miseria, ma son solo vestiti e neanche tanti! La tipa mi dice "Tienes 2 kilos mas. Quieres pagar o quitarlos?". Quitarlos, che domande! Tutto ciò un attimo prima di scoprire di aver preso la chiavetta sbagliata. Tento disperata di aprire il lucchetto in qualche modo, e poi ci rinuncio. Tiro fuori le ciabattine di gomma dalla tasca esterna, giusto per dire a me stessa "beh, perlomeno ci ho provato". E torno davanti alla tipa. La valigia pesa sempre 16.50 kg. Però stavolta cambia idea. Il kilo in eccesso è solo uno, e mi tocca pagarlo. 8 euro. Beh, sempre meglio che 16. Lascio la valigia e vago per l'aeroporto in attesa dell'imbarco.
Davanti all'uscita per l'imbarco inizio a scrivere una mail lunghissima che continuo a più riprese e finisco solo in aliscafo verso Lipari. E lì le lacrime scendono copiose. E dopo aver pianto sorridendo come una pirla in luoghi veramente troppo pubblici, non so neanche se alla fine la spedirò. Sono così felice e così grata e così nostalgica tutto insieme che mi rendo conto di come la mia mail non renda minimamente l'idea...
Il viaggio da Pisa in poi è disastroso. Il tipo alla biglietteria è isterico. Gli dico che treno voglio prendere, sbraita, gli chiedo se è meglio prendere il pullman, e continua a sbraitare mentre mi piazza in mano un biglietto del treno fino a Firenze dicendo "io ti faccio il biglietto fino a Firenze, poi ti arrangi tu!". Ah bene. Bentornata in Italia!
Il trenino Pisa aeroporto-Pisa centrale arriva troppo tardi per il treno che volevo prendere e lo perdo, anzi per la precisione mi parte davanti. Poi ne prendo un altro e arrivo tardi anche a Firenze. Anche qui vedo partire il mio treno mentre impreco mentalmente sull'altro binario. Arrivo a Bologna a mezzanotte passata, incazzata come una iena e stanca morta.
Sull'ultimo treno son così disperatamente annoiata che prendo in mano la fotocamera e trascorro quasi un'ora sparandomi le pose e facendo le linguacce all'obiettivo. Cosa non si fa per sopravvivere a minuti inesorabilmente lunghi.

Kung mi aveva detto "ti vengo incontro a Pisa". Secondo voi è così? No. Ma è da lui, me lo aspettavo. La cosa grave è che non viene neanche in stazione a Bologna. Quindi arrivo, non vedo nessuno e lo chiamo per sapere dove cazzo sia finito. E' in via del pratello tranquillo a bere una birra con gli altri. Gli ho mandato un sms da ore ma non l'ha ricevuto. Ok, ma porca miseria se uno sa che devo arrivare e non riceve nessuna notizia... è troppo difficile chiamarmi?!
Prendo un taxi, Kung mi raggiunge sotto casa e mi porta su la valigia. Io parlo a raffica come sempre, lui non dice una parola.
Gli chiedo "Come va?", mi risponde "Male"... gli rispondo "mi spiace... cosa c'è che non va?". "Tutto". "Come tutto?". "Si, va tutto male". "Ah".
Ci rinuncio. Parla ancor meno di quanto ricordassi. Penso a lui, che è esattamente l'opposto e che è molto vicino a come son diventata io. E mi rendo conto di quanto io e Kung siamo profondamente diversi. E mi rendo conto di quanto fossi diversa una volta. Perché io adesso con uno così non potrei mai uscirci.
Usciamo perché non ho mangiato quasi nulla tutto il giorno e voglio un kebab. Scopro che il mio kebabbaro preferito fa ancora il patakebab. Cazzo 4 euro. E' più caro. Lo mangio. E' anche molto meno buono di una volta. Bene.
Kung chiama gli altri. Sono da Bino's. Come sempre. E' un pub orribile sotto casa in cui prima di conoscere loro non avevo mai messo piede. Ci si va, si beve qualcosa (io una coca cola perché son veramente sfatta e anche satura di bevande alcoliche), e si va a casa. Kung mi accompagna sotto casa. E' ubriaco e dice cose senza senso. Mi innervosisce ma non dico nulla. Ci salutiamo freddamente e vado su.
Ho la missione di cercare la mia patente con la vecchia residenza eoliana. Mi serve assolutamente per non pagare i biglietti dell'aliscafo 3 volte tanto, e forse anche nella rara eventualità in cui debba guidare. Si, perché io detesto guidare. Non sopporto l'idea di stare in coda e perdere tempo per parcheggiare. Molto meglio lo scooter...
Per fortuna la trovo quasi subito, e così posso andare a dormire. Son già quasi le 4. Ho diritto a 2 orette di sonno. Mi sbatto a letto in slip e t-shirt zozza di treno, sopra il copriletto. Meglio non mettersi troppo comode se no si rischia di non sentire le sveglie....

15 Luglio

Per fortuna le sento. Faccio la doccia, chiudo la valigia e via. Alle 6.40 son già fuori, attenta a non dimenticare nulla perché non so se avrò voglia di ripassare da Bologna. Chiamo un taxi, ci salgo su. Pago 17 euro e qualcosa. Cazzo. Mi mancano le tariffe dei taxi spagnoli.
Faccio il check-in, poi vado a far colazione e mi piazzo in coda per l'imbarco a continuare la mail. L'aereo è puntuale. Ottimo. Perché se perdo il pullman delle 10.40 son nella merda. Grazie a dio non lo perdo. Arrivo a Messina all'orario previsto, dopo 10 minuti passa il tram. Prendo l'aliscafo puntualissimo e mi stupisco. E' la prima volta che ci riesco. Beh, in effetti ho già dato tra Pisa e Bologna.
Arrivo a Lipari alle 15.30. Giada e la sua amica, Elisa, sono appena arrivate anche loro. Sono felice di vederle. Vado verso l'auto con mamma e mi ritrovo davanti un tipo che dice cose strane. E' uno dei pazzi dell'isola. Sono almeno 10. Tanti per un'isola. Ecco cosa si rischia a far sempre le stesse identiche cose (leggere lentamente, rende più l'idea dell'immobilità ciclica del tempo eoliana). Verso casa Giada e Elisa ridacchiano. Il tipo in questione aveva aiutato loro a sistemare gli zaini in macchina, aveva aperto i finestrini e fatto non so cosa, dando loro l'idea che fosse un amico di mia madre. Pazzesco. Arriviamo a casa, per fortuna c'è la pasta fredda con le verdure. Io non ci vedo dalla fame.
Non chiedo nulla di mia sorella. Sono stanca, un po' triste per la fine dell'erasmus, e non ho voglia di affrontare tutto questo. E la cosa strana è che, fino a questo momento, trascorso più di un giorno qui, ancora mia madre non l'ha nominata e io non le ho chiesto nulla. E' che ci sono parole che più passa il tempo più fai fatica a pronunciare. Se poi ne hai poca voglia, è ancora più facile che accada.
C'è tutto un mondo, all'interno della mia famiglia, che io ignoro assolutamente. E' come se fossi davanti a una porta, indecisa se aprirla o meno. E' che tempo fa avevo intravisto cosa c'era dall'altra parte, e non mi era piaciuto per niente. E io adesso non lo so se ho voglia di provarci ancora. Se quello che vedrò mi farà molto male o farà si che io mi senta sollevata. Fatto sta che oggi mi son goduta il primo giorno di vacanza. E per questa porta c'è tempo.
Ho anche comprato i regalini. E' stato facile. Li ho visti, li ho presi, li ho pagati. Vorrei tanto si materializzassero dall'altra parte di quella porta senza che io debba aprirla. Ma purtroppo il progesso non è ancora arrivato a tanto. Beh, se nel 2007 i preservativi riescono ancora a rompersi, non possiamo certo pretendere che esista il teletrasporto.
Dopo un po' di sano cazzeggio decidiamo di uscire. Andiamo a mangiare gli arancini, e Giada la sua pizza vegana. Torniamo a casa stanche morte e senza fame. Io mi piazzo al pc a smessaggiare con un po' di gente, erasmus e non, e si va a nanna verso mezzanotte e mezza. Sono così stanca che mi addormento con tutti i vestiti e le lentine. Solo alle 6 riesco ad alzarmi e mettermi in tenuta da sonno....

16 Luglio

Mi sveglio con delle strilla nell'aria. Una donna dalla voce chioccia che mi penetra nel cervello. Dopo un po' passa Giada a dirmi che loro escono a comprare i panini, le rispondo "ok, proverò ad alzarmi. Però ti prego chiudi la finestra del bagno che si sente tutto". "Si, ho notato". E questo è uno dei motivi per cui sono incazzata a morte con mia sorella. Pensavo di no. E invece si.
Giada ritorna, e io sono ancora in catalessi con il viso affondato nel cuscino e neanche lontanamente la forza di tirarmi su. Mi porta il caffè a letto. Lo bevo e cerco di riprendermi. Mi alzo, accendo il pc per scaricare la posta, metto il bikini e mi preparo lentamente. Verso le 12 ce la faccio, è sorprendente. E si parte.
Primo problema da affrontare: la Clio. Non guido da quasi un anno, Elisa è minorenne e Giada, che guida male quanto me, ha lasciato la patente in toscana. Ottimo. Sembra proprio che tocchi a me. Parto, non mi si spegne l'auto e andare non è neanche troppo difficile. Pensavo di aver completamente dimenticato come si facesse. Arriviamo a Canneto senza incidenti, proviamo a cercare un parcheggio ma è impossibile. Nello spiazzo dove volevo parcheggiare ci son 2 file di stand bianchi. Ma che cazzo ci fanno lì? Proseguo e vado verso la stradina per le spiagge bianche. Per fortuna lì trovo un posto e riesco a parcheggiare senza lanciarmi giù dal precipizio.
Andiamo in spiaggia, ci accoglie Skipper. Quanto tempo... salutiamo Filippo e ci piazziamo sulla sabbia (bollente). Fa veramente caldo, io vado in acqua quasi subito e parto verso il largo. A metà strada verso il salsiccione galleggiante un tipo mi chiede se voglio approfittare della palla. Mi chiedo di che palla stia parlando, e nello stesso istante salta fuori una boa grande come un pallone, che aveva nascosto chissà dove. Ecco perché galleggiava così bene! Approfitto abbondantemente e lui non mi molla. Chiacchieriamo per un po', poi torno in spiaggia perché sto morendo di fame. Saluto Delio, è nero come sempre e ormai più eoliano di me dato che trascorre qui almeno 2-3 mesi all'anno. Mangio il mio panino con le verdure al forno, una pesca, bevo un'acqua bollente come un te e vado a far 2 chiacchiere con Delio, Filippo, Martina, che è arrivata nel frattempo accompagnata dal suo pancione (l'inquilino del pancione nascerà ad agosto e si chiamerà Edoardo), Skipper e Alessandra. Delio ci recita un monologo che ha già rappresentato a Milano, è bellissimo. Martina prova a fare un caffè shakerato ma dimentica il tappo del mixer e caffè e ghiaccio schizzano fuori come fuochi d'artificio finendo ovunque. Do' una mano a pulire e mi rimetto al sole. Dopo un po' non resisto, e vado al largo con Elisa e Delio. Lascio a Elisa il materassino e mi metto a pancia in giù sul salsiccione. Son lì un po' come sulla pancia di un grande serpente, gli altri due vanno via e finisco per addormentarmi. Mi sveglio dopo non so quanto tempo (loro dicono 2 ore), guardo verso la spiaggia ed è lontanissima. In più mi prude tutto, soprattutto la schiena. Devo aver dormito veramente tanto... mi giro dall'altra parte e cerco di non pensarci. Ma non posso rimanere lì per sempre... ritorno a fissare la spiaggia e mi autocostringo a ripigliarmi e nuotare verso riva. E' dura ma ce la faccio. Ho la schiena fuxia, idem per metà del sedere...
Rimaniamo lì ancora un po' e alle 18 andiamo via. Porto le ragazze ad Acquacalda a mangiare una granita, e poi torniamo facendo il giro dell'isola, con una breve sosta a San Calogero. Parcheggiare dietro casa è un po' tragica, anche perché tra me e Giada non si sa veramente come cavolo girare sto sterzo. Ce la faccio in 10 minuti, e quando esco mi ritrovo a pensare che mia madre troverà subito la sua Clio stasera: è l'unica auto parcheggiata storta su tutta una fila di auto perfettamente allineate....
Una volta a casa cazzeggio un po' al pc e poi mi decido a uscire per comprare verdure e cous cous. Il menu di stasera prevede cous cous con verdure, ovviamente preparato da me. Viene fuori bene, anche se lo preparo un po' controvoglia perché sono stanca e sfatta da questa prima giornata di sole intenso. Mamma prepara le polpette di melanzane, buonissime come sempre. Continuo a drogarmi di pesche, questa volta tabacchiere. Non so cosa mi prenda oggi, sono in fase di dipendenza dalle pesche. Non potrei vivere senza. E' preoccupante.
E ora son qui, a scrivere con gli occhi semi-chiusi e il sale ancora tra i capelli. Corro a far la doccia e poi a nanna. Domani gita in barca a Salina!
E ovviamente immancabile granita da Alfredo.... ;)

sklero di delle 9:54:00 PM 

Ecco il mio primo post da Lipari. Da Lipari dopo quasi un anno. E non so come sto.
E' strano. Più di quanto immaginassi.

Mentre ero in viaggio ho scritto pezzi di post, frasi sgrammaticate e confuse, parole senza senso. Ma non so se ho voglia di postarle... in fondo le ho scritte più per me che per chiunque altro. Perché questo blog è un po' come una canzone... alla fine il ritornello si ripete sempre.

sklero di delle 12:21:00 AM 

martedì, luglio 10, 2007


A Pamplona faceva un freddo cane, son tornata a Valencia ieri malatissima. E oggi di corsa in ospedale.
Ci trascorro 2 ore, più mezz'ora al centro di salute di Benimaclet. E solo oggi mi rendo conto di quanto sia rimasta sola. Di come sul serio sia tutto finito. Di come sul serio siano andati tutti via. Sola ad aspettare circondata da visi preoccupati, vecchini collassati, smorfie di dolore. Con questa cazzo di tosse e la gola che brucia ogni volta che respiro... sola senza nessuno che si chieda come stia. Perché son tutti in viaggio o tornati alla loro vecchia vita. Ok non sto morendo ma starmene qui così mentre fuori c'è un sole da paura non aiuta a scacciare via il malessere...

E' come se la vita fosse in stand-by. Almeno per me.

sklero di delle 5:51:00 PM 

sabato, luglio 07, 2007


E ieri, anzi l'altro ieri, ho salutato lui. E non penso lo rivedrò. E' stato strano. E sarà strano non incontrarlo più ovunque. E non so come sarà, oltre che strano.
Spero solo che mi faccia bene. Perché queste sono le ultime parole che voglio spendere su di lui. Non voglio più pensarci, ricordarlo, parlarne. Finalmente andrò per strada senza la speranza/paura di incontrarlo. Voglio solo dimenticare. E' stato bello ma si volta pagina.

E stavolta per bene.


Addio bimbo. E' stato bello conoscerti, ma è stato bello anche dirti addio. Non so per te, ma per me è stato un addio dolce e triste e perfetto così. Come un cerchio che si chiude una volta per tutte.

Suerte para todo, e buon viaggio ovunque tu vada...

sklero di delle 6:46:00 AM 

giovedì, luglio 05, 2007

E vorrei esprimere con parole quello che provo, quello che ho vissuto, quello che ho ricevuto. Vorrei che ogni singola persona capisse quanto è importante per me, vorrei capisse esattamente cosa mi ha dato e in che misura. Ma non sono brava a sufficienza. E questo compito è troppo arduo per me. Forse in questo blog son riuscita a lasciare tracce di questo mondo, forse l'ho fatto con le foto, forse l'ho fatto con le mie azioni. Forse no. Ma spero di si. E spero che chi legga e abbia qualcosa da dirmi, lo dica. Perché ne ho bisogno da morire.......

sklero di delle 1:10:00 PM 

Mi sento infinitamente triste.
Cerco di essere serena, di andare avanti, di pensare alle vacanze, alle cose belle che ho vissuto, alle cose belle che verranno. Ma ogni addio è una pugnalata. Ogni addio lascia il suo vuoto dentro di me, piccolo o grande che sia... e ho bisogno di non stare mai sola, di ricevere un abbraccio ogni tot, di sentire che ci siamo ancora. Di sentire che non è ancora finita del tutto. Di sentire che nella forza di un abbraccio qualcosa resta. Un'energia nascosta, un qualcosa di speciale che è già ricordo mentre lo si vive, un bisogno di aggrapparsi forte agli ultimi istanti insieme e a quello che resterà.
Non riesco a immaginare come sarà qui a fine luglio quando tornerò. E poi a settembre. O forse sì. Non riesco a immaginare neanche i prossimi 2 giorni. Barcelona, o Pamplona, o rimanere qui aggrappata con tutte le mie forze a questi ultimi giorni. Non ne ho idea. E non sono in grado di pensare, questo vuoto mi uccide.
Lunedi Carmelo verrà a dormire qui, fino a sabato. Finché non andrò via. E mi farà bene avere qualcuno con cui condividere quest'ultima settimana, con cui cercare di scacciare via questa sensazione di stare camminando su un mondo in dissolvenza. Dissolvenza al nero.
E si ricomincia da capo.

E come sarà, io proprio non lo so.

Questo è stato il mio mondo molto più di quanto non lo sia stata Bologna durante 5 anni. E io non so se lo scrivo adesso perché ci sono ancora dentro, su questa zattera di salvataggio in mezzo al mare, o se lo penserò ancora tra un anno. Quello che so è che è stato stupendo. E devo dire grazie a un mare di persone, devo dire grazie a questa città, all'America's cup, a mia madre che mi mantiene qui, a questo sole, a tutti i sorrisi che ho incontrato in questo viaggio. A tutti gli abbracci che ho ricevuto, che ho dato, alla forza di queste amicizie ora aggrappate con le unghie al tempo che resta. E che spero vadano avanti, nel tempo.
Questo tempo tiranno che vorrei tanto poter fermare.

sklero di delle 12:55:00 PM 

domenica, luglio 01, 2007

E in questi giorni è tutto così strano.
E ciò che ti aspetti non succede mai, e poi ti accorgi che in fondo forse neanche lo volevi.
E cio che non immaginavi neanche, all'improvviso, succede. E cambia attimi, minuti. E ti porta via. All'alba sul ciglio di una strada al ritorno verso casa, o in una piazzetta di Benimaclet in cui non sei mai stata prima.
E ti porta via, anche solo per un po'. Ed è più magico di tutto quello che ti aspettavi. Proprio perché non te l'aspettavi affatto.
E il giorno dopo ci ripensi e ti ritrovi a chiederti se sia successo sul serio, perché è così irreale.
E vorresti parlarne con qualcuno. Perché forse, una volta pronunciate, le parole restituiscono consistenza alle favole effimere. Perché forse si ha bisogno di dar loro un nome per credere che siano vere.
Anche solo per un po'.
E' l'espressione della mia vita. La ripeterei fino alla noia. Racchiude il senso di questi giorni, di queste settimane, di queste notti, di questi baci, di queste parole, di questi sguardi, di questi ruoli indefiniti, di questo mondo.
Anche solo per un po'.
E ti lasci trasportare finché l'"anche solo per un po'" non finisce.
Finché queste notti attraversate da equilibri precari, da sentimenti confusi, da flussi di energie ignote, da vibrazioni di irrazionalità ti portano via con se'...
E ti ritrovi a galleggiare in un mondo in cui tutto e niente può succedere. In cui l'unica verità è la pura possibilità. In cui smetti di farti domande e ti lasci trascinare, ti lasci vivere. Come in un film. Come nel film dei film. Come in un racconto urbano di fate e folletti. Come in una strana vacanza. Come in una bolla di sapone.
Come in una favola effimera.

sklero di delle 2:52:00 AM 


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