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e' il 27/05/07.. h.13.33
mi sento The current 

mood of ciciablog at www.imood.com
indosso... il pigiama
ascolto...
i Dinosaur Jr.
chattando con... nessuno e smanettando con emule vogliosa di nuova musica
pensando che neanche stanotte ho dormito abbastanza...

 

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sabato, ottobre 27, 2007

Flowers

Flowers
Originally uploaded by Cicia

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sklero di delle 6:54:00 PM 

venerdì, ottobre 26, 2007

Una foto senza tempo

La vita per ora è un po' così... come dire.... stagnante.
Ma piano piano cerco di riappropriarmi di questa città, dei miei spazi, della mia vita.

E quando non ho voglia di pensare a niente, mi rinchiudo in camera oscura.
E, alla fioca luce rossa di quello spazio, recupero piano il respiro... e vivo la magia della fotografia.

Questa è la prima foto analogica scattata interamente in manuale con la reflex, e rivelata e stampata da me.... ^^
L'ho vista nascere... prima nella mia testa e nei miei occhi attraverso il mirino, poi come negativo e infine fare capolino timidamente sulla carta...

L'ho scattata il 9 ottobre ma è una foto senza tempo, senza marchi visibili, senza segni di un 2007 globalizzato....

Forse non sarà un gran che, ma è figlia di un mio attimo, di una me stessa che forse un giorno troverà la sua strada. E già la amo. Con i suoi grigi, i suoi dettagli, quel suo essere totalmente mia. Dall'inizio alla fine.

(p.s. devo sistemare un po' il contrasto perchè digitalizzandola è diminuito)

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sklero di delle 2:59:00 PM 

sabato, ottobre 13, 2007



sklero di delle 12:50:00 PM 

venerdì, ottobre 05, 2007

Lunedi 24 settembre - Bologna, Dipartimento di via Barberia (finalmente ristrutturato): Esame sul cinema popolare.
Mi siedo timidamente, non sono molto sicura di voler fare quest'esame. Io, o perlomeno la vecchia me, non affronto quasi mai un esame se non ho studiato proprio tutto. Ma tutto tutto. Però eccomi qui, assonnata e pallida, seduta di fronte a un prof giovane ma segnato da uno stempiamento precoce da eccesso di cultura, abbronzato perché appena tornato da una vacanza alle Eolie (la sua collega gli chiede: "Com'è andata a Salina?"). E me ne sto immobile, in attesa delle domande. Ovviamente il prof mi chiede uno dei 2 saggi che non ho avuto il tempo di rileggere per bene. E' come se non li avessi mai letti. Eppure, un anno fa, mi sono sbattuta a scrivere appunti, a colorare le pagine con gli evidenziatori, a riempire quei fogli di colori che in teoria avrebbero dovuto aiutarmi a memorizzare. Cerco di rispondere, faccio le facce vaghe e devo resistere alla tentazione di ridacchiare, perché mentre lui mi guarda io mi vedo dall'esterno, seduta di fronte a lui a fare le faccine buffe. Non mi vergogno neanche, come invece avrei immaginato. E' che io c'ho provato. Ma la sociologia mi è avversa. E il cinema erotico anche. E così il prof mi dice sconsolato "non posso darle più di 26... ma dato che deve verbalizzare a novembre ci pensi. Mi raccomando!". Povero, non vuole rovinarmi la media. Apprezzo la sua generosità ma sono così felice di avere chiuso con quei libri orrendi da uscire dal dipartimento ridacchiando tra me e me. Ho appena concluso l'esame peggiore della mia carriera universitaria. Ed è stato così divertente!
E soprattutto, ho appena superato un trauma. Quello della paura di non sapere cosa dire.

Venerdì 28 settembre - Bologna, sotto casa. Il mio scooter è lì da giorni, ho provato a metterlo in moto martedi, ma senza risultato. Abbandonato il mio fedele turbomacinino nel parcheggio sotto casa, ormai mi sono rassegnata a vagare per la città a piedi, con lo zaino gravato da kg di pc + alimentatore (voglio l'ibookino!!! XD), documenti di fine erasmus e stronzate varie ed eventuali, sempre accompagnata da un mal di schiena che non perdona.
Devo rimettere lo scooter in cortile, domani si parte. Tolgo il blocca-freno-a-disco, inserisco la chiave, e dico a me stessa "ma si, proviamo pure a dare una pedalatina, giusto per farci 2 risate". Tac tac tac. E parte.
Invio un sms a mia madre "Sappi che hai una figlia deficiente".

Sabato 29 settembre. Si ritorna a Valencia. Parto da Pisa con Giada, che passa a prendermi in stazione insieme al suo comitato d'addio. Giada rossa, zia rossa, nonna rossa e cane rosso (anche lui!). Suo padre mi sente parlare 2 minuti e dice che potrei passare più per toscana che per siciliana. Ho un leggero svarione da crisi d'identità. Ma ci sono abituata, e in fondo non mi dispiace neanche tanto. Ormai sono una cittadina del mondo. Eh eh. In aeroporto viene Fra a salutarmi, ha tagliato i capelli. E' troppo bimbo con il nuovo taglio. Mi fa strano vederlo, c'è come un nuovo distacco tra noi, un po' come quando, ancora sconosciuti, ci siamo incontrati alla stazione di Sant'Apollonia a Lisbona. Il tempo incasina le cose. Stiamo un po' insieme sul prato, cerco di abbracciarlo ma mi ritrovo con tutto il sedere e le ginocchia bagnate. Barattiamo chiacchiere con Ibuprofenos e tramezzini prosciutto e formaggio, e in breve io e Giada dobbiamo già andare via. Verso l'imbarco. Lei è al suo primo volo. Super ansiosa. L'aereo ha un ritardo di oltre un ora. Ole'. Ma finalmente parte. Lo stewart mi sembra livornese. E anche il tipo che, scese a Valencia, mi chiede da accendere. Ma forse ho solo le allucinazioni. Giada si comporta abbastanza bene, a parte il fatto che non smette di chiedermi che ora è a intervalli regolari di max 10 minuti. E io lì, come con i bimbi "uh guarda!!! Siamo dentro le nuvole!!!" "Siamo sopra le nuvole che figata!!!!" e ancora "Ma quella è la Sardegna?". Riesco a distrarla a sufficienza, ma la prossima volta le piazzo in mano un orologio prima di salire.
Arriviamo a casa, le piace e son contenta. Da quando è arrivata lei Enro recita la parte del coinquilino simpatico e ospitale (con il mio porro e le mie birre), mentre con me continua a recitare la parte del paraculo. E' così patetico.

Lunedi 1 ottobre. Vado in facoltà per vedere il risultato dell'esame di Modos de representaciòn en el cine. Accanto al mio nome "no presentat". Joder. Panico. Non capisco come sia possibile, sono molto preoccupata perché ho studiato come una pazza, penso già di denunciare il prof o strozzarlo. Ma gli mando una mail pacifica per sapere cosa sia successo. Semplicemente i voti erano dell'esame annuale, di cui ho fatto solo una parte. Quindi puo' solo rilasciarmi un certificato del parziale. Non ricorda il voto, ma se mi ha scritto così vorrà dire che l'ho superato.
... e oggi scopro che si tratta di un 9. ^_________________^

2-4 ottobre. Bigno e Marco si danno al loro chupito d'erasmus. La mia stanza si trasforma in un caos di vestiti e oggetti e valigie e zaini e in un tappeto di materassi. Con le molle di fuori (il mio), gonfiabili (quello di Marco), di recupero (quello di Bigno). Si va a pranzo ai 100 montaditos con Cle, Bianca e Ciccio, oppure alla poli come ai vecchi tempi. Si invita a cena Marcelo, che senza Martin non è più lo stesso. Si va a fare un giro nel Carmen. Ci si sfattona un po' come ai vecchi tempi. Quando vanno via sono triste, e spero che tornino presto, e portandosi dietro anche Filo.

Oggi, venerdi 5 ottobre. Passo in facoltà per conoscere il voto del mio ultimo esame erasmus e ottenere il certificato, e scopro con mia somma sorpresa di avere preso un 9. Ancora una volta mi rendo conto che le mie capacità di autovalutazione sono pari a zero. Pensavo di non averlo superato, ma speravo in un 5 politico.
Faccio una fila mostruosa in reprografia per stampare il documento che lui ha bisogno che gli mandino per fax. Sbuffo, l'inefficienza mi da' sui nervi.
Dopo 15 minuti mi ritrovo a vagare per i corridoi della facoltà di Medicina. E' triste, squallida e pomposa allo stesso tempo e puzza di ospedale. Riesco a trovare l'ufficio di Celia. Mi metto in fila tra una spagnola che continua a guardare un libro schifoso sulle malattie della pelle e un'erasmus tedesca. Cerco di non sbirciare, ma l'occhio mi cade sulle foto. Ogni 30 secondi. Non pensavo esistessero certe cose. Sto per svenire. Smetto. E faccio 2 chiacchiere con la nuova erasmus tedesca, sembra un sacco simpatica. Mi chiede "eres erasmus? de donde?". E non ho il coraggio di rivelarle il mio stato da ex-erasmus fancazzista. Sembra un sacco carina. Mi spiace di non avere più lezioni a parte quelle del corso di fotografia. Stare tutto il giorno in casa, e uscire solo per far la spesa o sistemare beghe burocratiche, mi fa sentire inutile. La mia meritata settimana di cazzeggio non si è ancora conclusa e sono già stufa. Il riposo non fa per me.
Esco dall'ufficio di Celia senza aver ottenuto nulla. Vado al rettorato. Non appena stacco il numerino lo chiamano. Sportello 11. Me atiende una signora dalle presunte origini tedesche gentilissima. Per evitare che mi dica che non si può la butto un po' sul tragico, dico che lui è disperato e non ho neanche bisogno di insistere. Firma il foglio, mi rilascia un altro certificato e faxa tutto alla facoltà di Pisa. Olè. E a questo punto lui mi deve un favore. Ma ho deciso che non gli chiederò nulla, sarà lui a decidere. Se n'è già parlato. Offerta libera e bona alè.

sklero di delle 2:51:00 PM 


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