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e' il 27/05/07.. h.13.33
mi sento The current 

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indosso... il pigiama
ascolto...
i Dinosaur Jr.
chattando con... nessuno e smanettando con emule vogliosa di nuova musica
pensando che neanche stanotte ho dormito abbastanza...

 

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martedì, gennaio 29, 2008

Sono polverizzata, sbriciolata, esausta, hecha polvo.
Ma a - 3 esami.... ^_____^

Stamattina orale di marketing. Pensavo di non superarlo, temevo che la tesina non andasse bene.
E invece. 30.

Perché quando penso di essere preparata gli esami mi vanno male e quando temo di non superarli becco bei voti? mah.
Forse perché quando si ha paura si tende a studiare di più, a non rilassarsi, a non adagiarsi sugli allori, ottenendo un risultato migliore di quando si crede di sapere e si pecca così di presunzione...

Ultimamente vedo la mia vita come quella di una viandante con uno zaino pieno di sassolini. 2 anni fa era pieno di sassolini-esami, ora ce ne son solo 3. Sostituiti da altri sassolini, di tipologie diverse, forse più leggeri forse no. E io continuo, giorno per giorno, a cercare di svuotare lo zaino, per proseguire leggera nel mio viaggio... ce la farò?

ps. ho appena ricevuto una magica mail da Valencia!!!!! Poi vi spiegherò ;)

sklero di delle 7:42:00 PM 

lunedì, gennaio 28, 2008

Sempre pendolare tra Valencia e Bologna, dove in una settimana ho provato a fare un esame che di sicuro non ho superato, ho rivisto il mio ex, mi son presa cura del gattonzolo della vicina (avendo la possibilità di usare, in cambio, la sua magica connessione Fastweb), ho preparato i documenti per chiedere la tesi all'estero e ho tentato di preparare un altro esame che domani saprò se sono in grado di sostenere o meno.

E in tutto ciò, dopo ben 3 anni di caos e quasi un anno di vita spagnola, mi sono data al riordino della mia casetta bolognese:
- ho buttato via ben 3 scatoloni di riviste e cartacce varie (strappare la carta è catartico)
- ho montato una stupenda tenda per la doccia piena di mostriciattoli colorati IKEA, con l'aiuto del mio palli-Fra
- ho messo i gancini cicciosi in bagno
- ho tinto il tappetino del bagno e l'accappatoio di un blu che si intona da dio alla tenda della doccia (w la "coloreria spagnola": 1.50 euro a pacchetto vs i 5 euro della coloreria italiana)
- ho messo su le lampade marocchine comprate, se non erro, da ben 3 anni o più
- ho messo su l'orologio che mi aveva regalato la mamma di Fra nel lontano 2004

Confinata a vivere a Valencia in una casa allo sfascio dominata da uno squallido disordine, mobili che cadono a pezzi e dalla presenza talvolta asfissiante di 2 rincoglioniti tele-dipendenti, una casa in cui l'unico spazio veramente accogliente è la mia stanzetta colorata (non indugierò in una dimostrazione di falsa modestia: ogni spazio da me colonizzato è sì un po' caotico, ma sempre accogliente e rassicurante)... ho deciso che per il mio ritorno in terra italiana voglio che la mia casetta sia accogliente, ordinata e con un sacco di spazio per le mie cosine (quindi VIA tutta la robaccia vecchia). E ovviamente, e questo è il bello, potranno metterci piede solo presenze gradite. ^___________^

Ho provato i piaceri della convivenza, ma anche i dispiaceri di dover continuamente sottostare a brutte sorprese e novità non proprio gradite, a ospiti che arrivano e non si sa mai quando andranno via, alla convivenza con enormi gatti di polvere che sembrano dar fastidio solo a me.
Ed è ora di circondarmi solo di bellezza, ordine e serenità. Perché la vita è già una giungla fuori. Almeno tra le mie 4 mura esigo il potere di esercitare il controllo assoluto.

Eh eh eh.

sklero di delle 4:15:00 PM 

venerdì, gennaio 25, 2008


sklero di delle 7:23:00 PM 

mercoledì, gennaio 23, 2008

Reduce da un volo Valencia-Forlì diventato Valencia-Forlì ma non si può atterrare-Bologna ma non si può atterrare-Ancona ma ci hanno chiamati da Bologna torniamo lì. Per la prima volta ho avuto paura, voglia di piangere e scendere da quel maledetto coso. E alla fine, dopo 3 ore a gironzolare per i cieli, ce l'abbiamo fatta. E forse ero l'unica contenta della deviazione a Bologna. ^^
Appena arrivata, mi sono ritrovata immersa in un mondo grigio. Nebbia grigia, panorami grigi, gente vestita di grigio o nero o marrone.
Mi son mancate persino le spagnole tamarre tutte colorate. Siam messi bene.

Nella mia via ha aperto un negozietto di alimentari pakistano. Proprio di fronte a casa. E anche una piadineria al posto della libreria equosolidale. La pizzeria indiana è sempre lì, e anche il locutorio africano. E per fortuna anche il micro-negozio cinese dietro l'angolo. Ci ho preso una grande scatola di cartone muccata, uno zerbino tutto verde a forma di rana e dei guanti a righe tutti colorati.

Sono in piena Donnie Darko addiction. Speriamo passi. Devo concentrarmi su Almodovar per la tesi... e sono talmente diversi.

Ieri ero così stanca che a un certo punto ho provato a cambiare canale con il cellulare.

Non vedrò la Nally per un mese, e mi mancherà tanto. Con i suoi vestiti tutti colorati, i suoi "wiiii" e il suo sarcasmo malefico che mi fa sentire tanto bene dopo una giornata pesante. In compenso mi restano Zolpho e Michele. E le incursioni dal chino.
Almeno, almeno...

sklero di delle 1:36:00 PM 

giovedì, gennaio 17, 2008


sklero di delle 5:05:00 PM 

giovedì, gennaio 10, 2008


Bilancia (23 settembre - 22 ottobre)

"Essere troppo aggressivi è pericoloso", scrive George R. Elder nel suo libro An encyclopedia of archetypal symbolism (Enciclopedia del simbolismo archetipo), "ma lo è anche esserlo troppo poco". Uno dei tuoi compiti principali nel 2008, Bilancia, trarrà ispirazione da questo saggio consiglio. Purtroppo non hai un buon modello che ti possa mostrare come esprimere con grazia la giusta quantità di muscolatura. Sono tutti troppo grintosi o troppo miti. Dovrai trovare da solo il modo di compiere questa impresa difficile ma importantissima.

internazionale.it/oroscopo/

ma come cazzo fa ad azzeccarci sempre? (zia, perdona la citazione/copiatura...)


Ristorata (o forse frastornata) da un mese di sano cazzeggio, dedicato alle uscite, alle rimpatriate, ai regali di natale e ai viaggi infiniti per tornare a casa, a ore zen chiusa in camera oscura con un buon cd di tango argentino, a mentali festeggiamenti per la partenza dello zulù della stanza accanto. Alle canzoni della Carrà in spagnolo, alle notti passate a colonizzare i divani del Purple Nest con Carlo e la Zia, e/o a guardare film, a immergersi in fittizi mondi altrui, per dimenticare la miseria di vivere con delle persone che con te forse non hanno nulla in comune, e la difficoltà di seguire un percorso lontana da tutti. Tutta sola seguendo decisioni che non sai se poi son giuste.
Iniziamo dall'estate 2005. Ero una neo-laureata, con mille possibilità davanti. Eppure nessuna.
Poi sono diventata una studentessa della fighissima specialistica in Cinema, televisione e produzione multimediale. Pomposa quanto inutile. Già al primo anno non ne potevo più. Eppure prima mi piaceva tanto studiare...
Ero una fidanzatina perfetta, o forse ci provavo. Ma Fra, nonostante le manie di perfezionismo, mi amava così com'ero. Con i miei difetti e il mio stronzissimo carattere.
Sono diventata un'ex, per mia scelta. Ma a lui non è mai passata. E forse neanche a me.
Stiamo insieme o forse no. Ma non riusciamo a uscire con nessun altro. E non usciamo neanche insieme, visto che io sono in Spagna e lui a Bergamo.
E quindi, che cazzo sono adesso?
Ero un'erasmus. E ora sto qui, non mi schiodo da questa città, nella quale ho trovato nuove scuse per fermarmi: ovvero nuovi amici, pochi ma buoni, e una stupenda scuola di fotografia. E nel frattempo cerco di preparare gli ultimi esami e la tesi. Per porre fine a quest'agonia chiamata corso di laurea specialistica in non-so-cosa.
E quindi, che cazzo sono adesso?
Cio' che è certo è che non mi sento più parte di nulla, di nessuna comunità.
Non so qual è il mio posto e se faccio bene a restare qui. Forse vado avanti per inerzia. Forse mi piace stare qui. Ma non mi è più indispensabile. Anzi.
Le regole esistono per essere violate.
Ma quando non hai regole, e nessuno ti dice dove stare, cosa fare e fino a quando, inizi a chiederti quale sia il tuo posto. Quando puoi davvero scegliere, non sai in che direzione andare.
Perché stai bene qui, hai reso le tue 4 mura davvero accoglienti. Le hai riempite di colori, fiori, foto e cartelloni. Di ricordi, di sogni, di speranze. Di amici che di tanto in tanto condividono quello spazio con te.
Ma non riesci a rassegnarti ad alcune cose. E ti manca la tua cucina colorata e sempre pulita, sempre in ordine. E ti manca il tuo divano dal colore non dubbio, ma di un bel giallo solare. Ti manca poter scorrazzare per casa con il pigiama lungo e i calzini, sapendo che non diventerà tutto nero dopo 10 minuti. Ti manca poter vedere Friends in pace. Accendi la tv solo un'ora al giorno ma qui non puoi. Perché è alla stessa ora del programma idiota che piace tanto al tuo coinquilino nerd. E allora, poverino, lasciamoglielo guardare. Ti manca il tuo frigo senza l'acqua marcia che si muove in piccole onde quando apri i cassetti della frutta. Ti manca il tornare a casa e trovare il tuo ragazzo ai fornelli, con il grembiule, che ti prepara il pranzo e ti accoglie con un sorriso. Ti mancano le notti abbracciata a lui. La sensazione di vivere in un posto degno di essere chiamato "casa". Ti mancano perfino i litigi, perché poi si faceva sempre la pace.
E ti ritrovi a desiderare di poter riavere tutto indietro. E a chiederti se sia possibile.
E a deprimerti di fronte alle scarsissime probabilità di trovare un lavoro decente (e remunerato) a Bologna. E all'idea di andar via da un Paese come la Spagna. Che non è il tuo, è vero, ma ti ha accolto a braccia aperte.
E allora, cosa fare?
Restare qui, cambiare città, tornare in Italia.
E poi... sarò pronta per tornare con lui? Ho ancora quella mentalità da fidanzatina che mi teneva al riparo dalle tentazioni? Lo amo abbastanza o è solo una sensazione? Mi manca davvero o son solo fissazioni?
Ci siamo lasciati un anno e mezzo fa. E forse mi sono sempre stufata di tutti perché cercavo in loro qualcosa che non potevano avere. E mi sono innamorata di piccoli dettagli di qualcuno, del loro sorriso, di alcuni modi di dire. Mi sono innamorata di un piccolo toscano sorridente e all'apparenza perfetto, che forse non dimenticherò mai ma che probabilmente non era altro che una costruzione mediatica, una fotocopia del presunto uomo perfetto che non esiste. Mi sono innamorata delle sue belle parole, dei suoi modi di fare. Ma forse era tutto finto.
Ma quando rivedo Fra, è come tornare a casa. Come tornare al passato, un passato in cui ci si può accucciare, riposare, evitare di pensare a nulla... in cui ci si può sentire bene, in cui si può abbracciare un barlume di serena felicità. E' uno stronzo testardo e anche un po' chiuso. Ma è lui. E' come se non avesse mai smesso di appartenermi, come se non avessi mai smesso di appartenergli.
Amo il modo in cui se ne sta tutto concentrato su qualcosa. Che sia un quadro, una scultura, un film o solo un oggetto o una persona. Adoro il mondo in cui guida la sua Piunto, come la chiama lui, e mi da i bacini sulla fronte quando siamo fermi a un semaforo. Mi piace il modo in cui riesce a gestire sempre tutto, a mantenere l'ordine intorno a lui, neanche fosse Mary Poppins. Mi piacciono i suoi pigiami a quadretti, i suoi calzini a righe e i suoi boxer colorati. Mi piacciono i suoi capelli biondi e morbidi che profumano sempre di shampoo. E la cura con la quale si occupa di ogni cosa. Dal piegare i vestiti, al mantenere in ordine la scrivania, al non circondarsi di mille oggetti superflui come faccio io. Riesce a gestire tutto con efficienza, relegando gli impulsi infantili ai momenti di intimità e alla scelta dei calzini o all'uso di una maglia di Garfield per dormire. Non si appallottola in una coperta cercando di non sentire la sveglia e di sfuggire alle responsabilità. Affronta tutto a testa alta. Non lascia spazio alla pigrizia, ne' ai rimorsi che ne conseguono.
E' vero, ci sono aspetti di lui che non mi piacciono. Motivi per cui l'ho lasciato, per cui non funzionava. Ma nonostante gli alti e bassi, nonostante fossimo incompatibili, c'era una forza che ci permetteva di superare tutto, di smussare gli spigoli, di essere felici insieme nonostante tutto. A un certo punto è diventato troppo difficile.
Per un breve periodo ho creduto di poter essere felice senza di lui. Ma forse non è così. Ho sempre un nodo in gola, un vuoto allo stomaco che non mi abbandona se non occasionalmente.
Non so se torneremo insieme, se riusciremo a mediare le nostre differenze, a metterci d'accordo su una città o un Paese in cui vivere. Non credo alle favole, non vedo un futuro roseo e perfetto. Ma penso si possa stare meglio di così.
E io, un ultimo tentativo voglio farlo. Magari non funzionerà. Ma perlomeno ci avrò provato, e sul serio.

sklero di delle 6:21:00 PM 


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