Non ho molta voglia di scrivere... troppe cose da dire e poca voglia di organizzare pensieri confusi in discorsi compiuti. Ma ci proverò.
14 luglio 2007
Mi sveglio tardi, finisco di preparare la valigia in fretta e furia, con Filo e Giulia che mi preparano i panini come mamme premurose. Riesco persino a lasciare la mia stanza in ordine.
Enro e Giulia scrivono sulla mia bandiera... leggo i loro messaggi al volo e i lacrimoni incombono, ma devo finire di preparare la valigia e non posso proprio permettermi di vedere appannato... così stringo i denti e continuo... Enro... prima lo adoravo, poi ho iniziato a detestarlo e invece quest'ultima settimana è stato carinissimo con me... e forse non vivremo neanche più insieme perché da settembre andrà a vivere a Livorno per un po', prima di tornare in Brasile per sempre. Son così commossa dal suo messaggio da non rendermi neanche conto che è scritto in portoghese e non in spagnolo. Quando me lo dice ci rimango di sasso. E decido che potrei anche mettermi a studiare il portoghese seriamente. Attenzione, delirio di onnipotenza in agguato...
La cosa buffa è che scrive qualcosa a proposito del fatto che io sorrida sempre nonostante tutto, e che non mi dimenticherà e che spera rimaniamo amici. E tutto questo nonostante i nostri mille skleri degli ultimi mesi. Non me l'aspettavo.
Giulia mi saluta alla fine del Pasaje Bartual Moret. Ci rivedremo tra un mese e a settembre ci vedremo sempre perché verrà a vivere da me. Ma salutarla è ugualmente triste.
Filo mi accompagna fino alla metro, mi porta la valigia e io son lì che parlo e parlo e parlo come sempre. E quando lo saluto mi vien da piangere. Ha un faccino che non dimenticherò mai. Mi dice "sai che se me l'avessi data non saremmo diventati così amici?". E mi rendo conto che l'amore che provo per lui è mille volte più forte di quello che potrei provare per qualcuno a cui l'ho data. Mi mancherà. Ma non so ancora quanto. Lo scoprirò solo dopo aver pianto ripetutamente per 2 giorni pensando a lui, alla nostra amicizia e a quel faccino che ho salutato 2 giorni fa.
In aeroporto vado subito a fare il check-in, la mia valigia pesa 16.50 kg. Porca miseria, ma son solo vestiti e neanche tanti! La tipa mi dice "Tienes 2 kilos mas. Quieres pagar o quitarlos?". Quitarlos, che domande! Tutto ciò un attimo prima di scoprire di aver preso la chiavetta sbagliata. Tento disperata di aprire il lucchetto in qualche modo, e poi ci rinuncio. Tiro fuori le ciabattine di gomma dalla tasca esterna, giusto per dire a me stessa "beh, perlomeno ci ho provato". E torno davanti alla tipa. La valigia pesa sempre 16.50 kg. Però stavolta cambia idea. Il kilo in eccesso è solo uno, e mi tocca pagarlo. 8 euro. Beh, sempre meglio che 16. Lascio la valigia e vago per l'aeroporto in attesa dell'imbarco.
Davanti all'uscita per l'imbarco inizio a scrivere una mail lunghissima che continuo a più riprese e finisco solo in aliscafo verso Lipari. E lì le lacrime scendono copiose. E dopo aver pianto sorridendo come una pirla in luoghi veramente troppo pubblici, non so neanche se alla fine la spedirò. Sono così felice e così grata e così nostalgica tutto insieme che mi rendo conto di come la mia mail non renda minimamente l'idea...
Il viaggio da Pisa in poi è disastroso. Il tipo alla biglietteria è isterico. Gli dico che treno voglio prendere, sbraita, gli chiedo se è meglio prendere il pullman, e continua a sbraitare mentre mi piazza in mano un biglietto del treno fino a Firenze dicendo "io ti faccio il biglietto fino a Firenze, poi ti arrangi tu!". Ah bene. Bentornata in Italia!
Il trenino Pisa aeroporto-Pisa centrale arriva troppo tardi per il treno che volevo prendere e lo perdo, anzi per la precisione mi parte davanti. Poi ne prendo un altro e arrivo tardi anche a Firenze. Anche qui vedo partire il mio treno mentre impreco mentalmente sull'altro binario. Arrivo a Bologna a mezzanotte passata, incazzata come una iena e stanca morta.
Sull'ultimo treno son così disperatamente annoiata che prendo in mano la fotocamera e trascorro quasi un'ora sparandomi le pose e facendo le linguacce all'obiettivo. Cosa non si fa per sopravvivere a minuti inesorabilmente lunghi.
Kung mi aveva detto "ti vengo incontro a Pisa". Secondo voi è così? No. Ma è da lui, me lo aspettavo. La cosa grave è che non viene neanche in stazione a Bologna. Quindi arrivo, non vedo nessuno e lo chiamo per sapere dove cazzo sia finito. E' in via del pratello tranquillo a bere una birra con gli altri. Gli ho mandato un sms da ore ma non l'ha ricevuto. Ok, ma porca miseria se uno sa che devo arrivare e non riceve nessuna notizia... è troppo difficile chiamarmi?!
Prendo un taxi, Kung mi raggiunge sotto casa e mi porta su la valigia. Io parlo a raffica come sempre, lui non dice una parola.
Gli chiedo "Come va?", mi risponde "Male"... gli rispondo "mi spiace... cosa c'è che non va?". "Tutto". "Come tutto?". "Si, va tutto male". "Ah".
Ci rinuncio. Parla ancor meno di quanto ricordassi. Penso a lui, che è esattamente l'opposto e che è molto vicino a come son diventata io. E mi rendo conto di quanto io e Kung siamo profondamente diversi. E mi rendo conto di quanto fossi diversa una volta. Perché io adesso con uno così non potrei mai uscirci.
Usciamo perché non ho mangiato quasi nulla tutto il giorno e voglio un kebab. Scopro che il mio kebabbaro preferito fa ancora il patakebab. Cazzo 4 euro. E' più caro. Lo mangio. E' anche molto meno buono di una volta. Bene.
Kung chiama gli altri. Sono da Bino's. Come sempre. E' un pub orribile sotto casa in cui prima di conoscere loro non avevo mai messo piede. Ci si va, si beve qualcosa (io una coca cola perché son veramente sfatta e anche satura di bevande alcoliche), e si va a casa. Kung mi accompagna sotto casa. E' ubriaco e dice cose senza senso. Mi innervosisce ma non dico nulla. Ci salutiamo freddamente e vado su.
Ho la missione di cercare la mia patente con la vecchia residenza eoliana. Mi serve assolutamente per non pagare i biglietti dell'aliscafo 3 volte tanto, e forse anche nella rara eventualità in cui debba guidare. Si, perché io detesto guidare. Non sopporto l'idea di stare in coda e perdere tempo per parcheggiare. Molto meglio lo scooter...
Per fortuna la trovo quasi subito, e così posso andare a dormire. Son già quasi le 4. Ho diritto a 2 orette di sonno. Mi sbatto a letto in slip e t-shirt zozza di treno, sopra il copriletto. Meglio non mettersi troppo comode se no si rischia di non sentire le sveglie....
15 Luglio
Per fortuna le sento. Faccio la doccia, chiudo la valigia e via. Alle 6.40 son già fuori, attenta a non dimenticare nulla perché non so se avrò voglia di ripassare da Bologna. Chiamo un taxi, ci salgo su. Pago 17 euro e qualcosa. Cazzo. Mi mancano le tariffe dei taxi spagnoli.
Faccio il check-in, poi vado a far colazione e mi piazzo in coda per l'imbarco a continuare la mail. L'aereo è puntuale. Ottimo. Perché se perdo il pullman delle 10.40 son nella merda. Grazie a dio non lo perdo. Arrivo a Messina all'orario previsto, dopo 10 minuti passa il tram. Prendo l'aliscafo puntualissimo e mi stupisco. E' la prima volta che ci riesco. Beh, in effetti ho già dato tra Pisa e Bologna.
Arrivo a Lipari alle 15.30. Giada e la sua amica, Elisa, sono appena arrivate anche loro. Sono felice di vederle. Vado verso l'auto con mamma e mi ritrovo davanti un tipo che dice cose strane. E' uno dei pazzi dell'isola. Sono almeno 10. Tanti per un'isola. Ecco cosa si rischia a far sempre le stesse identiche cose (leggere lentamente, rende più l'idea dell'immobilità ciclica del tempo eoliana). Verso casa Giada e Elisa ridacchiano. Il tipo in questione aveva aiutato loro a sistemare gli zaini in macchina, aveva aperto i finestrini e fatto non so cosa, dando loro l'idea che fosse un amico di mia madre. Pazzesco. Arriviamo a casa, per fortuna c'è la pasta fredda con le verdure. Io non ci vedo dalla fame.
Non chiedo nulla di mia sorella. Sono stanca, un po' triste per la fine dell'erasmus, e non ho voglia di affrontare tutto questo. E la cosa strana è che, fino a questo momento, trascorso più di un giorno qui, ancora mia madre non l'ha nominata e io non le ho chiesto nulla. E' che ci sono parole che più passa il tempo più fai fatica a pronunciare. Se poi ne hai poca voglia, è ancora più facile che accada.
C'è tutto un mondo, all'interno della mia famiglia, che io ignoro assolutamente. E' come se fossi davanti a una porta, indecisa se aprirla o meno. E' che tempo fa avevo intravisto cosa c'era dall'altra parte, e non mi era piaciuto per niente. E io adesso non lo so se ho voglia di provarci ancora. Se quello che vedrò mi farà molto male o farà si che io mi senta sollevata. Fatto sta che oggi mi son goduta il primo giorno di vacanza. E per questa porta c'è tempo.
Ho anche comprato i regalini. E' stato facile. Li ho visti, li ho presi, li ho pagati. Vorrei tanto si materializzassero dall'altra parte di quella porta senza che io debba aprirla. Ma purtroppo il progesso non è ancora arrivato a tanto. Beh, se nel 2007 i preservativi riescono ancora a rompersi, non possiamo certo pretendere che esista il teletrasporto.
Dopo un po' di sano cazzeggio decidiamo di uscire. Andiamo a mangiare gli arancini, e Giada la sua pizza vegana. Torniamo a casa stanche morte e senza fame. Io mi piazzo al pc a smessaggiare con un po' di gente, erasmus e non, e si va a nanna verso mezzanotte e mezza. Sono così stanca che mi addormento con tutti i vestiti e le lentine. Solo alle 6 riesco ad alzarmi e mettermi in tenuta da sonno....
16 Luglio
Mi sveglio con delle strilla nell'aria. Una donna dalla voce chioccia che mi penetra nel cervello. Dopo un po' passa Giada a dirmi che loro escono a comprare i panini, le rispondo "ok, proverò ad alzarmi. Però ti prego chiudi la finestra del bagno che si sente tutto". "Si, ho notato". E questo è uno dei motivi per cui sono incazzata a morte con mia sorella. Pensavo di no. E invece si.
Giada ritorna, e io sono ancora in catalessi con il viso affondato nel cuscino e neanche lontanamente la forza di tirarmi su. Mi porta il caffè a letto. Lo bevo e cerco di riprendermi. Mi alzo, accendo il pc per scaricare la posta, metto il bikini e mi preparo lentamente. Verso le 12 ce la faccio, è sorprendente. E si parte.
Primo problema da affrontare: la Clio. Non guido da quasi un anno, Elisa è minorenne e Giada, che guida male quanto me, ha lasciato la patente in toscana. Ottimo. Sembra proprio che tocchi a me. Parto, non mi si spegne l'auto e andare non è neanche troppo difficile. Pensavo di aver completamente dimenticato come si facesse. Arriviamo a Canneto senza incidenti, proviamo a cercare un parcheggio ma è impossibile. Nello spiazzo dove volevo parcheggiare ci son 2 file di stand bianchi. Ma che cazzo ci fanno lì? Proseguo e vado verso la stradina per le spiagge bianche. Per fortuna lì trovo un posto e riesco a parcheggiare senza lanciarmi giù dal precipizio.
Andiamo in spiaggia, ci accoglie Skipper. Quanto tempo... salutiamo Filippo e ci piazziamo sulla sabbia (bollente). Fa veramente caldo, io vado in acqua quasi subito e parto verso il largo. A metà strada verso il salsiccione galleggiante un tipo mi chiede se voglio approfittare della palla. Mi chiedo di che palla stia parlando, e nello stesso istante salta fuori una boa grande come un pallone, che aveva nascosto chissà dove. Ecco perché galleggiava così bene! Approfitto abbondantemente e lui non mi molla. Chiacchieriamo per un po', poi torno in spiaggia perché sto morendo di fame. Saluto Delio, è nero come sempre e ormai più eoliano di me dato che trascorre qui almeno 2-3 mesi all'anno. Mangio il mio panino con le verdure al forno, una pesca, bevo un'acqua bollente come un te e vado a far 2 chiacchiere con Delio, Filippo, Martina, che è arrivata nel frattempo accompagnata dal suo pancione (l'inquilino del pancione nascerà ad agosto e si chiamerà Edoardo), Skipper e Alessandra. Delio ci recita un monologo che ha già rappresentato a Milano, è bellissimo. Martina prova a fare un caffè shakerato ma dimentica il tappo del mixer e caffè e ghiaccio schizzano fuori come fuochi d'artificio finendo ovunque. Do' una mano a pulire e mi rimetto al sole. Dopo un po' non resisto, e vado al largo con Elisa e Delio. Lascio a Elisa il materassino e mi metto a pancia in giù sul salsiccione. Son lì un po' come sulla pancia di un grande serpente, gli altri due vanno via e finisco per addormentarmi. Mi sveglio dopo non so quanto tempo (loro dicono 2 ore), guardo verso la spiaggia ed è lontanissima. In più mi prude tutto, soprattutto la schiena. Devo aver dormito veramente tanto... mi giro dall'altra parte e cerco di non pensarci. Ma non posso rimanere lì per sempre... ritorno a fissare la spiaggia e mi autocostringo a ripigliarmi e nuotare verso riva. E' dura ma ce la faccio. Ho la schiena fuxia, idem per metà del sedere...
Rimaniamo lì ancora un po' e alle 18 andiamo via. Porto le ragazze ad Acquacalda a mangiare una granita, e poi torniamo facendo il giro dell'isola, con una breve sosta a San Calogero. Parcheggiare dietro casa è un po' tragica, anche perché tra me e Giada non si sa veramente come cavolo girare sto sterzo. Ce la faccio in 10 minuti, e quando esco mi ritrovo a pensare che mia madre troverà subito la sua Clio stasera: è l'unica auto parcheggiata storta su tutta una fila di auto perfettamente allineate....
Una volta a casa cazzeggio un po' al pc e poi mi decido a uscire per comprare verdure e cous cous. Il menu di stasera prevede cous cous con verdure, ovviamente preparato da me. Viene fuori bene, anche se lo preparo un po' controvoglia perché sono stanca e sfatta da questa prima giornata di sole intenso. Mamma prepara le polpette di melanzane, buonissime come sempre. Continuo a drogarmi di pesche, questa volta tabacchiere. Non so cosa mi prenda oggi, sono in fase di dipendenza dalle pesche. Non potrei vivere senza. E' preoccupante.
E ora son qui, a scrivere con gli occhi semi-chiusi e il sale ancora tra i capelli. Corro a far la doccia e poi a nanna. Domani gita in barca a Salina!
E ovviamente immancabile granita da Alfredo.... ;)