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e' il 27/05/07.. h.13.33
mi sento The current 

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indosso... il pigiama
ascolto...
i Dinosaur Jr.
chattando con... nessuno e smanettando con emule vogliosa di nuova musica
pensando che neanche stanotte ho dormito abbastanza...

 

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domenica, dicembre 16, 2007


sklero di delle 4:45:00 PM 

domenica, novembre 18, 2007

Perché quando non succede un cazzo mi vien voglia di scrivere?
E quando succedono tante cosine su cui potrei scrivere pagine e pagine non lo faccio?
Arcani meccanismi di una mente contorta.

Sono tornata a Bologna, ho fatto un esame che è andato di culo, lo ammetto.
Ho verbalizzato il tirocinio, l'esame sul cinema erotico.
E non ho ancora verbalizzato quei maledetti esami erasmus.

Ho rivisto Giulia, Filo, Bigno, Cleme e Sara. La Simo no, perché aveva la tonsillite.
E neanche Laura, che era a Bruxelles.
Ne' Ferdinando che se la tira.

Ho rivisto il cameriere bisbetico di Vito. Mi mancava. Fa parte della mia Bologna come le 2 torri. Come le cacche dei piccioni sui monumenti. Come i turtelìni. Come Gian e la cagnina. Come Matteo e i porri sul divano (che ora è diverso. Duro e sfondato. Zero rischio abbiocco).
Come la mia casetta piccina picciò.
Residui della mia Bologna che va sbriciolandosi con il tempo che passa e, soprattutto con l'amministrazione Cofferati (e meno male che è di sinistra!).

Ho visto finalmente il dipartimento completamente ristrutturato. Dopo ben 5 anni.
La squallida biblioteca di via Galliera trasferita nella sede in via Barberia. Che dire? Ora sì che fa venir voglia di studiare. Proprio ora che ho quasi finito anche la specialistica.
Che tempismo, ragazzi.

Ho preso un aereo per tornare a Valencia di nascosto. E c'è mancato poco che Fra mi sgamasse.
Si, proprio quel Fra. Ho rivisto anche lui.
E non so cosa dire, cosa pensare.
Come ogni volta che mi succede qualcosa di importante.
So solo che 3 giorni sono pochissimi.
Che avevamo ancora mille cose da fare insieme, ma il suo biglietto ryanair non era d'accordo.
E neanche i suoi capi in DHL.
So solo che oggi, in aereoporto, mi son sentita infinitamente piccola all'idea di tornare a casa sola.

Continuo a detestare le coppiette.
Le convivenze altrui.
I baci e le effusioni in pubblico.

Che lui c'entri qualcosa?

sklero di delle 11:10:00 PM 


sklero di delle 11:07:00 PM 

giovedì, novembre 08, 2007

Come mi sento?
Piccola, pallida, sola e stanca.

Le persone che amo sono solo voci... o lettere che mi arrivano da lontano, su questo schermo.

Tutto ciò ha un senso?

Stanca di studiare. Stanca di prendere decisioni, perché incapace di farlo. Stanca di essere paziente. E stanca di essere nervosa. Stanca delle ore che passano troppo rapide. Di questo libro da finire. Degli esami da superare. Dei voli da prendere. Dei soldi da spendere. Della gente indecisa. Di me stessa che mi barcameno tra 3 vite, mille situazioni, e io ... che cazzo voglio veramente?
Stanca di me che non mando tutto a fanculo.

sklero di delle 5:53:00 PM 

sabato, novembre 03, 2007

Ultimi giorni trascorsi con scemo&più scemo & friends.
Plaza del Cedro, Glop, bici. Anche con ali rosso fuoco sulle spalle, con la zia vestita da incubo di Palli e Palli vestita da fallera dei poveri.
Ci vorrebbe una foto, di noi tre in bici che scorrazziamo per Blasco Ibanez. Un po' come Jules e Jim e la donna impossibile. Ma la donna impossibile chi è di noi tre?
Tutto ciò non ha senso. Ma l'immagine mentale che ho di noi tre mi ha fatto pensare a Jules e Jim. Stranezza delle associazioni mentali.
Oggi Palli è partita. E la zia senza Palli non sarà più la stessa. Sarà un po' come a metà. E non perché è piccola (non che io sia una stangona).

Filo inizia a intrufolarsi nei miei sogni. Sul mio divano, mentre la mamma ci prepara la cena. E poi sento "turutù" "turutù". Mi sveglio. E' Filo che mi scrive.

Voglia di volare via.

La prossima settimana rivedrò Filo, Giulia, Bigno, Simo. E sono felice.
Da giorni non si parla d'altro su msn. Siamo tutti così impazienti. E' bello essere impazienti, se si tratta di cose così. Come sorrisi, abbracci, risate. Come un altro chupito di erasmus. Io li amo. Li amo tutti.

Devo studiare. E' difficile.
A parte la fotografia ho come il cervello impermeabilizzato.
Prevedo una figura di merda colossale venerdì prossimo.
Ma le mie innate capacità dialettiche che mi hanno salvato il culo per tanti esami, dove cazzo son finite?

Nervosa mangiatrice di poveri orsetti gommosi.
Cuochina provetta di pasta con panna vegetale, funghi e piselli. Con curry, ovvio.
Irrequieta.
Impaziente ma rimandatrice del rimandabile.
Anche del paper di autopresentazione per Gosetti.
E dire che ci vorrebbe così poco.
Ma mi piacciono le lente agonie del fare tutto all'ultimo minuto.
Maledetta masochista.

sklero di delle 4:06:00 AM 

giovedì, novembre 01, 2007

Non può piovere per sempre

A photographer's look


Senza parole, senza suoni superflui.
Sono la gente che spio e immortalo nelle mie foto.
Sono l'acqua spazzata via dopo la pioggia.
Sono il suono del vento.
Sono un abbraccio.
Sono questo bianco e nero senza tempo.
Sono questo cielo che intravedo tra i palazzi.
Sono l'uccellino che si posa sull'albero davanti alla mia finestra.
Sono un soffio che sparge le foglie.
Sono un puro sguardo che si posa sul mondo.
Sono una piccola creatura fragile che cerca la sua strada... sempre...



p.s. ma quant'è palloso questo blog???


sklero di delle 11:13:00 PM 

sabato, ottobre 27, 2007

Flowers

Flowers
Originally uploaded by Cicia

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sklero di delle 6:54:00 PM 

venerdì, ottobre 26, 2007

Una foto senza tempo

La vita per ora è un po' così... come dire.... stagnante.
Ma piano piano cerco di riappropriarmi di questa città, dei miei spazi, della mia vita.

E quando non ho voglia di pensare a niente, mi rinchiudo in camera oscura.
E, alla fioca luce rossa di quello spazio, recupero piano il respiro... e vivo la magia della fotografia.

Questa è la prima foto analogica scattata interamente in manuale con la reflex, e rivelata e stampata da me.... ^^
L'ho vista nascere... prima nella mia testa e nei miei occhi attraverso il mirino, poi come negativo e infine fare capolino timidamente sulla carta...

L'ho scattata il 9 ottobre ma è una foto senza tempo, senza marchi visibili, senza segni di un 2007 globalizzato....

Forse non sarà un gran che, ma è figlia di un mio attimo, di una me stessa che forse un giorno troverà la sua strada. E già la amo. Con i suoi grigi, i suoi dettagli, quel suo essere totalmente mia. Dall'inizio alla fine.

(p.s. devo sistemare un po' il contrasto perchè digitalizzandola è diminuito)

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sklero di delle 2:59:00 PM 

sabato, ottobre 13, 2007



sklero di delle 12:50:00 PM 

venerdì, ottobre 05, 2007

Lunedi 24 settembre - Bologna, Dipartimento di via Barberia (finalmente ristrutturato): Esame sul cinema popolare.
Mi siedo timidamente, non sono molto sicura di voler fare quest'esame. Io, o perlomeno la vecchia me, non affronto quasi mai un esame se non ho studiato proprio tutto. Ma tutto tutto. Però eccomi qui, assonnata e pallida, seduta di fronte a un prof giovane ma segnato da uno stempiamento precoce da eccesso di cultura, abbronzato perché appena tornato da una vacanza alle Eolie (la sua collega gli chiede: "Com'è andata a Salina?"). E me ne sto immobile, in attesa delle domande. Ovviamente il prof mi chiede uno dei 2 saggi che non ho avuto il tempo di rileggere per bene. E' come se non li avessi mai letti. Eppure, un anno fa, mi sono sbattuta a scrivere appunti, a colorare le pagine con gli evidenziatori, a riempire quei fogli di colori che in teoria avrebbero dovuto aiutarmi a memorizzare. Cerco di rispondere, faccio le facce vaghe e devo resistere alla tentazione di ridacchiare, perché mentre lui mi guarda io mi vedo dall'esterno, seduta di fronte a lui a fare le faccine buffe. Non mi vergogno neanche, come invece avrei immaginato. E' che io c'ho provato. Ma la sociologia mi è avversa. E il cinema erotico anche. E così il prof mi dice sconsolato "non posso darle più di 26... ma dato che deve verbalizzare a novembre ci pensi. Mi raccomando!". Povero, non vuole rovinarmi la media. Apprezzo la sua generosità ma sono così felice di avere chiuso con quei libri orrendi da uscire dal dipartimento ridacchiando tra me e me. Ho appena concluso l'esame peggiore della mia carriera universitaria. Ed è stato così divertente!
E soprattutto, ho appena superato un trauma. Quello della paura di non sapere cosa dire.

Venerdì 28 settembre - Bologna, sotto casa. Il mio scooter è lì da giorni, ho provato a metterlo in moto martedi, ma senza risultato. Abbandonato il mio fedele turbomacinino nel parcheggio sotto casa, ormai mi sono rassegnata a vagare per la città a piedi, con lo zaino gravato da kg di pc + alimentatore (voglio l'ibookino!!! XD), documenti di fine erasmus e stronzate varie ed eventuali, sempre accompagnata da un mal di schiena che non perdona.
Devo rimettere lo scooter in cortile, domani si parte. Tolgo il blocca-freno-a-disco, inserisco la chiave, e dico a me stessa "ma si, proviamo pure a dare una pedalatina, giusto per farci 2 risate". Tac tac tac. E parte.
Invio un sms a mia madre "Sappi che hai una figlia deficiente".

Sabato 29 settembre. Si ritorna a Valencia. Parto da Pisa con Giada, che passa a prendermi in stazione insieme al suo comitato d'addio. Giada rossa, zia rossa, nonna rossa e cane rosso (anche lui!). Suo padre mi sente parlare 2 minuti e dice che potrei passare più per toscana che per siciliana. Ho un leggero svarione da crisi d'identità. Ma ci sono abituata, e in fondo non mi dispiace neanche tanto. Ormai sono una cittadina del mondo. Eh eh. In aeroporto viene Fra a salutarmi, ha tagliato i capelli. E' troppo bimbo con il nuovo taglio. Mi fa strano vederlo, c'è come un nuovo distacco tra noi, un po' come quando, ancora sconosciuti, ci siamo incontrati alla stazione di Sant'Apollonia a Lisbona. Il tempo incasina le cose. Stiamo un po' insieme sul prato, cerco di abbracciarlo ma mi ritrovo con tutto il sedere e le ginocchia bagnate. Barattiamo chiacchiere con Ibuprofenos e tramezzini prosciutto e formaggio, e in breve io e Giada dobbiamo già andare via. Verso l'imbarco. Lei è al suo primo volo. Super ansiosa. L'aereo ha un ritardo di oltre un ora. Ole'. Ma finalmente parte. Lo stewart mi sembra livornese. E anche il tipo che, scese a Valencia, mi chiede da accendere. Ma forse ho solo le allucinazioni. Giada si comporta abbastanza bene, a parte il fatto che non smette di chiedermi che ora è a intervalli regolari di max 10 minuti. E io lì, come con i bimbi "uh guarda!!! Siamo dentro le nuvole!!!" "Siamo sopra le nuvole che figata!!!!" e ancora "Ma quella è la Sardegna?". Riesco a distrarla a sufficienza, ma la prossima volta le piazzo in mano un orologio prima di salire.
Arriviamo a casa, le piace e son contenta. Da quando è arrivata lei Enro recita la parte del coinquilino simpatico e ospitale (con il mio porro e le mie birre), mentre con me continua a recitare la parte del paraculo. E' così patetico.

Lunedi 1 ottobre. Vado in facoltà per vedere il risultato dell'esame di Modos de representaciòn en el cine. Accanto al mio nome "no presentat". Joder. Panico. Non capisco come sia possibile, sono molto preoccupata perché ho studiato come una pazza, penso già di denunciare il prof o strozzarlo. Ma gli mando una mail pacifica per sapere cosa sia successo. Semplicemente i voti erano dell'esame annuale, di cui ho fatto solo una parte. Quindi puo' solo rilasciarmi un certificato del parziale. Non ricorda il voto, ma se mi ha scritto così vorrà dire che l'ho superato.
... e oggi scopro che si tratta di un 9. ^_________________^

2-4 ottobre. Bigno e Marco si danno al loro chupito d'erasmus. La mia stanza si trasforma in un caos di vestiti e oggetti e valigie e zaini e in un tappeto di materassi. Con le molle di fuori (il mio), gonfiabili (quello di Marco), di recupero (quello di Bigno). Si va a pranzo ai 100 montaditos con Cle, Bianca e Ciccio, oppure alla poli come ai vecchi tempi. Si invita a cena Marcelo, che senza Martin non è più lo stesso. Si va a fare un giro nel Carmen. Ci si sfattona un po' come ai vecchi tempi. Quando vanno via sono triste, e spero che tornino presto, e portandosi dietro anche Filo.

Oggi, venerdi 5 ottobre. Passo in facoltà per conoscere il voto del mio ultimo esame erasmus e ottenere il certificato, e scopro con mia somma sorpresa di avere preso un 9. Ancora una volta mi rendo conto che le mie capacità di autovalutazione sono pari a zero. Pensavo di non averlo superato, ma speravo in un 5 politico.
Faccio una fila mostruosa in reprografia per stampare il documento che lui ha bisogno che gli mandino per fax. Sbuffo, l'inefficienza mi da' sui nervi.
Dopo 15 minuti mi ritrovo a vagare per i corridoi della facoltà di Medicina. E' triste, squallida e pomposa allo stesso tempo e puzza di ospedale. Riesco a trovare l'ufficio di Celia. Mi metto in fila tra una spagnola che continua a guardare un libro schifoso sulle malattie della pelle e un'erasmus tedesca. Cerco di non sbirciare, ma l'occhio mi cade sulle foto. Ogni 30 secondi. Non pensavo esistessero certe cose. Sto per svenire. Smetto. E faccio 2 chiacchiere con la nuova erasmus tedesca, sembra un sacco simpatica. Mi chiede "eres erasmus? de donde?". E non ho il coraggio di rivelarle il mio stato da ex-erasmus fancazzista. Sembra un sacco carina. Mi spiace di non avere più lezioni a parte quelle del corso di fotografia. Stare tutto il giorno in casa, e uscire solo per far la spesa o sistemare beghe burocratiche, mi fa sentire inutile. La mia meritata settimana di cazzeggio non si è ancora conclusa e sono già stufa. Il riposo non fa per me.
Esco dall'ufficio di Celia senza aver ottenuto nulla. Vado al rettorato. Non appena stacco il numerino lo chiamano. Sportello 11. Me atiende una signora dalle presunte origini tedesche gentilissima. Per evitare che mi dica che non si può la butto un po' sul tragico, dico che lui è disperato e non ho neanche bisogno di insistere. Firma il foglio, mi rilascia un altro certificato e faxa tutto alla facoltà di Pisa. Olè. E a questo punto lui mi deve un favore. Ma ho deciso che non gli chiederò nulla, sarà lui a decidere. Se n'è già parlato. Offerta libera e bona alè.

sklero di delle 2:51:00 PM 

domenica, settembre 23, 2007

Di nuovo a Bologna. Dopo 5 mesi, a parte una notte a luglio.
Ed e' strano. Cammino per strada, via del pratello viva come non la vedevo da secoli. Ho quasi voglia di tornare, ma non so. Amo sia questa città che Valencia e, forse, adesso, Valencia un po' di più. E' strano fare tutta via del pratello, tra il vocìo della gente e le folate di porro, e vedere solo una faccia nota, e non avere voglia di salutare il proprietario di quella faccia nota, perchè non saprei cosa dirgli. Ed e' bello scendere per strada e, sotto casa, incrociare qualcuno che conosco. Che anche se conosco poco sembra contento di vedermi, che mi ricorda del compleanno di Andrea e mi propone una pizza tutti insieme lunedi sera. E quindi, forse, questa settimana che ho davanti non sarà poi così vuota. In fondo son contenta di tornare, di rivedere un po' tutti, di scorrazzare con il mio liberty (sempre se parte ancora) e volare di nuovo via. E non so se supererò l'esame di lunedi. Non so se domani riuscirò a studiare, se il mio cervello è ancora capace di memorizzare informazioni così distanti dalla VITA. Così superflue, così noiose, così... così...
E mi sento bene perchè sento che il mio tempo a Valencia non si è ancora concluso ma sento anche che sarò felice di tornare a Bologna, quando mi sentirò pronta a farlo. Sarò felice di viverla con un nuovo spirito, con nuovi occhi, di tornare ad amare le cose che amavo un tempo, anni fa. E che mi erano venute a noia. Che la amerò non come s'ama una città sconosciuta, ma come s'ama una città che un tempo mi rendeva felice. Per le cui strade scorrazzavo stretta a Fra, in cui vedrò posti noti e posti nuovi. Cammino per strada e vedo una marea di sconosciuti. Catturo frammenti di frasi dette, che si perdono nell'aria. Nomi di locali che conosco "... stiamo andando in vicolo bolognetti, poi forse al TPO" oppure "perché non andiamo al B...?". E le lettere dopo la B mi sfuggono... le sento, mi chiedo se sia un locale nuovo, ma si perdono nell'aria e nella mia memoria sputtanata. Sarà il latte? Saranno i biscotti? Sarà che ho dormito poche ore? Sarà il viaggio? Saranno i 30 che si avvicinano inesorabili?
Quest'anno rifesteggio i 25. Inizio a scontarmi l'età come le vip. Perché in fondo, l'erasmus ci fa sentire un po' tutti vip. Tutti al centro di una vita da reality show. E a settembre si ricomincia. Nuova edizione, nuovi volti, nuove vicissitudini. Ma chi torna a casa, le arie continua a darsele. Fra dice che gli erasmus si danno arie di superiorità. Beh, possono permetterselo. Sono un po' gli eletti del XIX secolo. Fortunati vincitori di un fantastico viaggio. Non per 2, e per un week-end, come nei concorsi. E quando il viaggio finisce, si torna a casa. Ma diversi. Diversi sul serio.
Camminavo a testa bassa, per la strada, angosciata dal domani, dall'oggi, da ieri, dalle giornate lunghe e inesorabilmente troppo uguali a se stesse. E ora cammino a 2 spanne dal marciapiede. Sapendo che tutto ciò che voglio io lo sarò.

sklero di delle 1:02:00 AM 

giovedì, settembre 06, 2007

La saga MOLTI SOTTO UN TETTO continua.

Protagonisti attuali: 7.

Io - chica italiana che passa dal disordine alle manìe da casalinga frustrata e che, nel frattempo, prova anche a studiare.

Enro - altro abitante storico del piso. Brasiliano strapallido e fancazzita che si alza alle 5 del pomeriggio e fa finta di lavorare in un pub liberal (secondo me con l'unico scopo di sbirciare qualche tetta). Di umore molto variabile.

Giulia - erasmus 2006/07 di Pisa, studentessa di medicina. Vive qui da fine agosto. Trascorre il suo tempo chiusa in camera a studiare o amoreggiare su msn con il suo tipo. Quando non va la connessione corre come una pazza per il piso cercando di connettersi da ogni angolo, oppure ci rinuncia e amoreggia dal mio (povero) pc. Che ultimamente si comporta bene.

Elena - amica immaginaria di Giulia (secondo Simonetta, almeno finché oggi non ha potuto constatare la sua esistenza verdadera). Anche lei studentessa di medicina di Pisa. La coinquilina ideale: non fa rumore, non sporca, non rompe. In realtà perché non c'è mai (perché non manda Enro al posto suo tutto il giorno fuori? mah).

Barbara - fancazzista svizzera venuta qui in vacanza a metà luglio. Mangia in piedi e suona la chitarra e fa finta di dormire sui materassi appena ciulati. Però ogni tanto fa le pulizie. Non ho ancora capito se mi è simpatica o no. Il 10 va via. Fuori una.

Danilo - brasiliano amico di Paula, arrivato a sorpresa qualche giorno fa. Enro: "Hola! El es nuestro nuevo companero de piso". Ah, buono a sapersi. Guardato con sospetto per almeno le prime 24h, quando finalmente ho capito che grazie al cielo non ero di fronte a un nuovo Felipe (più avanti scoprirete chi è. Paura, eh?) ma a un chico innocuo in cerca di casa.

Simonetta - erasmus tornata qui causa esami (come quasi tutti). Studentessa di informatica di Parma. Che dire? Mi mancava, e sono felice sia qui. Maniaca dei negozietti cinesi, delle birre di marca (io c'ho rinunciato da un pezzo), delle cosine cicciose e di H&M. Non chiedetele mai di prepararvi le linguine agli scampi (oppure girate alla larga dalla cucina). Perché potrete imbattervi in lei che parla con le zampine tranciate.

So che gli ignari lettori di questo blog non sanno nulla di tutto ciò, ma è una storia lunga.
Fatta di arrivi, di partenze, di sovrapposizioni di arrivi e partenze.
Di pile di piatti e di frigoriferi sull'orlo del suicidio. Di lavatrici sfruttate come schiave. Di materassi rubati. Di pulizie improvvise. Di porte sbattute e porte aperte. Di sigarette scroccate e offerte a giro. Di pasti a orari strani. Io con il caffe-colacao e Giulia con la pasta al pomodoro. Io con la merenda e Enro e Danilo con la pasta con sopra il pranzo di natale. E' una storia fatta di solidarietà e menefreghismi. Di un nuovo clima, di nuovi giorni, di nuovi skleri e di nuove risate. Di un nuovo ordine nell'armadio. Di materassi gonfiabili incastrati in spazi impossibili.
Fatti dell'arrivo di Paula e di un ignoto amico dei brasiliani, poi anche andato via, e della partenza di Rojelio per Castellon.
Dell'arrivo di Barbara, e delle valigie di Giulia ed Elena, e della partenza mia per Barcelona e di Enro per Ibiza e poi, finalmente (!) di Felipe per Fanculonia. L'uomo che era uno solo ma sporcava per 5.
Del mio ritorno di passaggio, e del ritorno di Enro. E dell'arrivo di Giulia ed Elena, e poi del mio. E della partenza di Paula e Barbara per Madrid, e dell'arrivo di Danilo. Del ritorno di Paula, della sua (falsa) partenza per Roma e del ritorno di Barbara, e della (vera) partenza di Paula per Dublino. Dell'arrivo tanto atteso di Simo, del prossimo arrivo di Giorgio e dell'immanente partenza di Barbara.
Perlomeno si spera.

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sklero di delle 3:17:00 AM 

lunedì, settembre 03, 2007

Bilancio di una domenica post-sbronza da assenzio:

Un piede distrutto (ematoma + escoriazioni varie)
Una mano divorata da una gatta malefica
Una resaca fatal.

E tutto ciò per essere uscita con un tipo che mi piace.

Ma... averlo tampinato per mesi non era sufficiente?!

sklero di delle 4:35:00 PM 

domenica, agosto 26, 2007



Xavier Rudd - White Moth

Da pomeriggi in casa a cazzeggiare, con il sole fuori e nessuna voglia di uscire... solo divano, sigaretta e coca cola light....... o da divano e coccole e parole che volano via leggere come piume.....

sklero di delle 5:05:00 PM 

Dalla mia finestra ci vedo il passato, il futuro e allo stesso tempo nulla.
E così quando cammino per strada....
E poi vallo a spiegare alla gente che sapere a memoria dove sono i monumenti di Barcelona, o quale sia l'uscita giusta della metro sotto casa non è poi così fondamentale (in fondo, da una parte o dall'altra, riesci a uscire cmq), nonostante tu ci viva da quasi un mese. Siamo prima di tutto ricordi e desideri, anima e cuore. Abbiamo spazi preziosi nella memoria da occupare con ciò che ci fa stare bene......
E che i dettagli topografici vadano pure a farsi fo**ere.

sklero di delle 6:04:00 AM 

Giorni in cui si cammina, tanto. In cui ci si obbliga a vivere come i più, trascinandosi da un luogo all'altro immortalando posti di cui non te ne importa assolutamente nulla, e sorridendo a comando. Solo perchè lo fanno tutti, solo perchè non è possibile aver vissuto qui più di 2 settimane senza aver visto quasi nulla, solo perchè dicono che Barcelona sia una delle città più belle al mondo. Bella ma vuota. Come una puttana senz'anima.
Notti in cui si pensa, troppo. Notti in cui ci si chiede dove sia la felicità, a che punto è che si è iniziato a sbagliare. Notti in cui senza musica non si dorme, e in cui allo stesso tempo le parole ti trascinano via, tra i pensieri, via dal sonno tanto atteso........
Notti in cui ti rendi conto che l'amore è una parola troppo semplice, che la verità non esiste. Che esistono mille verità parziali tutte vere nella stessa misura. Che l'essenziale è invisibile agli occhi (dei più). E che a volte vedere oltre è quasi una condanna, perchè ti obbliga a scontrarti con la cecità altrui. Con l'impossibilità di esprimere ciò che ti senti scoppiare dentro, ciò che tu, solo tu, hai avuto la fortuna di intravedere.
Notti in cui ci si sente un po' come una Cassandra del ventesimo secolo, sola contro tutti e contro parti di se stessa offuscate dalla miope coscienza collettiva.
Notti in cui non si riesce a non essere sinceri, anche se fa male.
Notti in cui si tace per non spezzare la felicità altrui. In cui si sta al gioco, in cui si lascia che ognuno creda un po' a ciò che gli pare.
Notti in cui la vita è tutto e niente, in cui è il nulla e la pura possibilità. Come lo schermo vuoto di un cinema durante l'intervallo, come l'universo, come una pagina bianca, come questo spazio che man mano viene colmato da parole superflue eppure così essenziali. Per andare avanti, per liberare questo buio affollato di pensieri, per ricordare a te stessa che, nonostante sia più semplice vivere affondati nel pelo del coniglio, una volta arrampicati su e intravisto un magico barlume, sarebbe una bestemmia desiderare di esser ciechi, di non avere le forze per arrampicarsi ancora, e ancora, fino alla fine dei giorni.

sklero di delle 5:44:00 AM 

martedì, agosto 21, 2007

Ufficialmente backpacker... o meglio zingara?

Tornata ieri dal viaggio Lisboa-Galizia... 18 ore di pullman per tornare da Vigo.

E avrei mille cose da raccontare, ma nessuna voglia. Almeno per il momento.
E così smanetto su
FLICKR aggiungendo nostalgica foto di queste vacanze, dell'America's Cup, del mio erasmus e delle mille despedidas... e mi rivedo felice. E cerco di trovare la voglia di iniziare a studiare e di raccogliere le idee per raccontare questi 10 giorni di zingaraggio estremo, tra case lisbonesi, treni, pullman, notti a dormire su un materassino sgonfio in un campeggio polveroso.... tra ore trascorse con l'occhio nascosto dietro a un obbiettivo, o sdraiata a parlare su un divano, o semplicemente a farmi coccolare da un nuovo amico che spero di rivedere presto.
Nostalgia.
Di certi momenti, di certe ore, di certi panorami.
Di me.

sklero di delle 7:03:00 PM 

lunedì, agosto 13, 2007

LISBOA

Che citta' magica....
Un salto nel buio, e stavolta senza farsi male...
Dei nuovi compagni di viaggio. E mi fa strano pensare che fino a pochi giorni fa non li avevo mai visti...
Una atmosfera completamente diversa da quella di Barcelona.
Una terrazza da cui ammirare tutta la citta', sprofondati in un sofa ikea, cocktail in mano e chiacchiere che volano via leggere. Sulle nostre storie, i nostri erasmus, i nostri sogni e su questa citta' che mi manca gia'.
E non vorrei piu' andar via.
Ma stanotte si parte per la Galizia... e anche li' mi aspetto solo del bene.
Barcelona, le sue vie superaffollate, il martellare dei muratori e i turisti tamarri le lascio volentieri agli altri....

sklero di delle 6:07:00 PM 

giovedì, agosto 09, 2007

E' notte, e sono a quota 5 birre e un gran sorriso (da pirla, aggiungerei).
Sono felice, sto bene. E tra poco più di 24 ore si parte per Lisbona. Un viaggio al buio da cui mi aspetto solo del bene. Perché adoro Lisbona, e dopo anni finalmente ce l'ho fatta a prenotare quel dannato volo. E a pagarlo poco, il che non è affatto male.
A volte mi sento sola e abbandonata, soprattutto durante questo secondo agosto inutile, afoso e rumoroso.
E poi scopro di avere un'amica che mi dedica dei post sul suo blog, e non me l'aspettavo.
E un nuovo amico che dice sempre "yo no soy una persona agradable y tu no me caes bien!" però poi mi sopporta per ben 7 ore e 5 birre, 3 delle quali insiste per pagarle lui. E mi sopporta persino sul bus mentre parlo e rido contemporaneamente e non riesco a smettere ne' a prender fiato. E persino mentre continuo a rivangare la storia dei piselli (parlo della verdura, ci tengo a precisarlo!) che ormai è diventata l'aneddoto dell'anno.
E anche un nuovo compagno di viaggio che non vedo l'ora di conoscere, e grazie al quale la paura di vagare sola e in fase scazzo per le vie di Lisbona è volata via.
E mi fa strano. Perché a Lisbona dovevo andarci con Fra, se n'era parlato tanto. E anche qui a Barcelona avevo giurato che saremmo venuti insieme. Ma non ne abbiamo avuto il tempo. Ne' la pazienza, forse. E so già che penserò a lui, che mi mancherà un bel po' come ogni volta che non lo sento per più di 2 giorni. Come qualcosa che ho perso, che ho lasciato scivolare via ma di cui ho ancora bisogno. Con un ruolo nuovo, nuove regole, nuove distanze. Che non gli vanno giù. Perdonami piccolo, ma son fatta così.
E ho scoperto che le promesse fanno male. Infatti ho smesso.

sklero di delle 3:36:00 AM 

mercoledì, agosto 08, 2007

Giorni in cui si va a bere birra, sempre all'Ovella. In cui si va a Sigtes, in cui a me e Laura tocca sopportare un tipo che crede di essere gentile ma è solo pesado, in cui sorgono novità sul viaggio a Lisbona ormai prossimo, in cui si gironzola svogliati per la città, in cui forse non si ha un vero motivo per alzarsi al mattino, per uscire di casa, per fare altro che non sia pensare. Perché agosto è sempre un'attesa. Un'attesa del ritorno alla vita, un'attesa del ritorno alle solite occupazioni, un'attesa del ritorno a una temperatura decente. Un'attesa del ritorno a una me stessa meno impaziente.
Impaziente di tornare a Valencia, di tornare in Italia, di andare a Lisbona, di conoscere i nuovi erasmus, di vivere con Giulia e poi Giada, di vedere come andrà a finire. Di scoprire se la nuova favola effimera sarà bella come quella finita da meno di un mese.
Così magica non potrà mai esserlo... la polvere di stelle si è già dissolta sulle nostre vite, posata sulle nostre spalle. E' già sulle mie ali, nel mio cuore, nei miei gesti.
Ma sarà bello, sarà bello perdersi in nuovi volti, nuove situazioni, nuovi sguardi, nuove parole, nuove vite. Ognuna, ancora una volta, speciale a suo modo. E rivedere la magia con occhi diversi, con gli occhi di chi ha già vissuto la favola. Con gli occhi di chi vola già alto, di chi non si accontenta più, di chi rivedrà con tenerezza se stessa. Appena arrivata in questa terra, con una valigia enorme e senza la più pallida idea di ciò che sarebbe successo.
Proprio come gli erasmus di domani.

sklero di delle 4:17:00 AM 

venerdì, agosto 03, 2007

Il buongiorno si vede dal mattino...
Cuando un dia empieza de mierda puede solo mejorar, no?

Espero que sea asì.

Con todas mis fuerzas.

sklero di delle 3:00:00 PM 

giovedì, agosto 02, 2007

Ieri pomeriggio mi ritrovo nel bel mezzo di una tempesta di scazzo assoluto. Una di quelle da cui non mi sembra si possa uscire. E' sempre così. Assolutizzo tutto, ogni momento. E se è la felicità a essere assolutizzata, va bene. Ma quando è un momento di scazzo come questo, è un po' meno divertente.
Per non pensarci (e perché non ho nulla in dispensa/frigo), vado giù a far la spesa al DIA. Il supermercato è caotico, labirintico, per passare bisogna incastrarsi con gli altri clienti come in un tetris. E, con un sacchetto di cipolle in mano, mi ritrovo a chiedere a un tipo dove si pesano, perché non vedo nessuna bilancia nei paraggi. Beata ignoranza. Mi risponde che pesano tutto alla cassa, e poi inizia a flippare perché sono italiana e lui ha vissuto 2 anni a Torino (non ho il coraggio di dirgli che non c'ho mai messo piede), e inizia a parlarmi in italiano. Facciamo 2 chiacchiere, mi chiede dove esco di solito e gli rispondo che sono appena arrivata, che non conosco quasi nessuno e che vivo anch'io da queste parti. E gli lascio il mio msn. Lui è veramente bello, quindi la scelta non è difficile. Rappresenta il classico prototipo di spagnolo affascinante e simpatico che si spera di incontrare in erasmus e che, fino a ieri, pensavo non esistesse nella realtà.
Lui è lui. Però devo pure far qualcosa per dimenticarlo. O perlomeno provarci. E quindi va bene così. E poi, un po' di immersione nella movida espanola non mi farà certo male, dopo 5 mesi e mezzo a uscire quasi esclusivamente con italiani e altri stranieri.
Insomma, viva il DIA.
Ceno con i miei nuovi coinquilini. Yolanda, una chica gallega que studia comunicacion audiovisual come me, e Ivan, un chico argentino che lavora con Flash e programmi del genere. Caroline, la tipa francese che non parla quasi spagnolo, è fuori. Dopo usciamo, Ovella Negra e Moog. Io sono stanchissima, vorrei mollare ma ho un po' il terrore di tornare a casa da sola. Da quando sono arrivata a Barcelona vivo artigliata alla mia borsa tipo rapace. Non mi hanno mai rubato nulla e so che c'è una prima volta per tutti.
Ma per quest'anno ho già dato. A 4 mesi dal furto di 300 euro dalla mia postepay (ricarica online a un'altra carta di cui ovviamente non conosco i dati) non ho idea di che fine abbiano fatto i miei soldi. E mi sembra sufficiente.
Mentre siamo in giro i miei coinqui hanno atteggiamenti sospetti... mi pare si piacciano ma non so... non si baciano ne' nulla del genere. Ma al ritorno a casa si docciano insieme e spariscono nella stanza di lei.
E così, in questo periodo di crisi da single annoiata, mi tocca anche vivere con una coppietta.
Beh, sarà catartico.

E oggi arrivano Martin e Marcelo da Valencia.

E inizia il Busker's Festival:



sklero di delle 1:02:00 PM 

mercoledì, agosto 01, 2007

Da mezz'ora nel mio nuovo piso barcelonese.
Salone colorato e accogliente, con divani azzurri e copritavolo dai mille colori. E un balcone che affaccia su Calle Joaquin Costa.
Stanza microscopica. Farò di tutto per non farla implodere, anche se sarà dura.
Posizione ottima. A due passi da plaza de la Universidad. A 850 m da plaza Catalunya. In una parallela della via dell'Ovella Negra con la sua cerveza barata. ^___________^
Vado a cercare di svuotare le valigie, a far la spesa, a chiamare mamma e a tuffarmi sotto la doccia perché, con 40°C, è difficile non fare schifo dopo aver portato un borsone fino al 3° piano senza ascensore.
Per fortuna Alex ieri mi ha portato su la valigia. Se no sarei tristemente schiattata per le scale. T_T

sklero di delle 6:30:00 PM 

Oggi mi sento piccola. Piccola e sola. Piccola e sola e inquieta.
Fumando camel light sotto questo cielo apocalittico, attraversato da nubi rosse in fuga. In fuga esattamente come me.
E spero che questa sensazione se ne vada via col mattino. Come i sogni. Che a un tratto ti invadono l'anima, per poi dissolversi. Senza lasciare più che un vago ricordo.

sklero di delle 12:08:00 AM 

martedì, luglio 31, 2007

Ops... stamattina, rincoglionita dal sonno, leggevo "envio" e mi suonava strano... e solo ora mi son resa conto che non è mica italiano :S

non ci resta che piangere...

sklero di delle 6:17:00 PM 

Ora le envio un sms con la bella notizia, mi tiro il lenzuolo fin sopra la testa e provo a riaddomentarmi.
E il prossimo vicino urlante si becca una ciabatta dritta in fronte.

sklero di delle 11:40:00 AM 

No consigo escribir nada excepto tonterias... y esto me molesta muchìsimo. T_T

sklero di delle 2:19:00 AM 

lunedì, luglio 30, 2007

E così, 2 giorni fa arrivo qui, a Barcelona.
Trascorro il primo giorno in spiaggia con Laura e Julio, il suo coinquilino peruviano che vive qui da anni. Il ritorno è traumatico... la metro è piena zeppa di gente, sembra di stare a un concerto. Le scale mobili non funzionano. Fuggiamo e prendiamo più di un bus per tornare a casa. Ci impieghiamo qualcosa come un'ora o più.
Ci prepariamo e andiamo a cena in un ristorante asiatico con Julio. Mangiamo da dio (anche se troppo perché le porzioni sono enormi), alla fine ci offrono un chupito di un liquore alla pesca.
Tornati a casa, guardiamo la tv ghignando come deficienti (perlomeno io e Julio, Laura se ne sta lì tutta impegnata a scrivere mail). Sarà l'isteria dovuta alla stanchezza, sarà il chupito, sarà no se que...
Oggi vedo poco Laura perché lavora tutto il giorno. Ancora non è tornata.
E così cazzeggio al pc, mi preparo, pranzo e alla fine esco con i suoi coinquilini: Julio e Alex, il fumettista isterico galiziano. Si va da Decathlon. Alex deve ricomprare i sandali da tedesco che oggi gli hanno rubato in palestra (e per questo motivo è insopportabile), io lo zaino da viaggio. Ma non riesco a decidermi. Alla fine ci rinuncio, e prendo solo "Dejame que te cuente" al Carrefour. Carmelo me lo aveva dato per la sua tipa, dicendomi di leggerlo se volevo, e non ho fatto in tempo a finirlo prima di darlo ad Ana...
Si va in centro. Metro sovraffollata come sempre. Quasi mi pento di aver abbandonato Valencia. Non so se son peggio le sue strade desolate o la metro apestada di Barcelona. E' una bella lotta, eh. Si gironzola un po', alla fine i due mi portano all'OVELLA NEGRA. Me l'aveva raccomandata Melo. Mi piace. E' un pub strano che ricorda alcune trattorie bolognesi, è come in una caverna... beviamo 2 caraffe di birra e mangiamo pop corn. Circondati da gruppi di italiani onnipresenti e spagnoli che urlano giocando a biliardino. Da ubriaco Alex è più sopportabile. Julio è posato come al solito. Verso le 23 si passa sotto la mia futura casa e si torna a casa, passando prima a prendere un kebab.
E ora son qui, sfatta, con la tv accesa su un canale che passa "Grease"... e mi manca lui. E allora mi do alla coca cola light e a una camel light. Cercando di non pensarci.

sklero di delle 11:55:00 PM 

domenica, luglio 29, 2007

Hanno salvato la mia giornata........

Oggi: mi sveglio in fase scazzo. Odio fare le valigie. Perché, nonostante i miei sforzi per portar solo l'essenziale, son sempre troppo pesanti. Ma alla fine ce la faccio e, chili in spalla, eccomi qui! A Barcelona, a casa di Laura. E sto bene.

E ora, dopo questi pensierini da terza elementare, vado a nanna bimbi. Magari domani sarò capace di elaborare pensieri più complessi...

sklero di delle 4:07:00 AM 

venerdì, luglio 27, 2007

E son tornata a Valencia. Arrivata ieri sera.
Passando da Messina, dove ho rivisto quel pazzo isterico adorabile di Carmelo.
Prendendo un treno (anzi due) fino a Pisa. Posto a sedere per risparmiare. Risultato: ho trascorso la notte incastrata con un tipo che neanche conoscevo, senza riuscire a chiudere occhio, e che poi s'è scarrozzato la mia valigia pesantissima fino a Pisa. Povero... ^^"
Il potere femminile... hihi
A Pisa sono stata da Giulia, che ha organizzato una rimpatriata... e c'era anche lui. Anzi, solo lui e un'amica di Giulia.
E non so cosa dire, cosa scrivere, cosa pensare, come stare.
So solo che Valencia vuota è terribilmente triste. Oggi sono andata al mare con uno dei pochissimi reduci italiani. Nessun volto conosciuto. Nessuna possibilità di incontrarne. E' come se uscire di casa fosse inutile, quasi non trovo le forze per farlo.
E non vedo l'ora di avere tutto pronto e partire per Barcelona... via da questo purgatorio, da questa stasi che mi opprime...

sklero di delle 12:22:00 AM 

lunedì, luglio 23, 2007

E tra 12 ore si parte. Bye bye Lipari e via di nuovo verso nuovi orizzonti.
E mi fa strano pensare a quanto i sentimenti che io provi siano contraddittori.
Vorrei restare, godermi la mia estate in una casetta in campagna, in un sacco a pelo sopra un tetto, in una spiaggia assolata, sopra un galleggiante in mezzo al mare. Mi ci sono rifugiata anche oggi. E me ne stavo lì, abbracciata a questo enorme salsiccione arancio, con l'orecchio appoggiato a sentire i rumori del mare e la musica proveniente dalla spiaggia, a guardare questa distesa di acqua di un blu quasi doloroso, a pensare a tutto e a niente. E di fronte a me una linea tratteggiata da pallette di sughero (che qualche siciliano mi aiuti, non ho idea di come si chiamino) dritta verso Panarea e Stromboli. E dentro di me la tentazione di seguirle fino alla fine del mare.
Silenzio e buio fuori dalla mia porta. Di tanto in tanto il rumore delle unghiette dei gatti che grattano sopra lo zerbino.
Vorrei amare la mia isola in modo meno doloroso. Vorrei viverla con rassegnazione o cecità come ogni liparoto doc. Vorrei non doverla odiare per troppo amore, e non dover fuggire per essere felice, per trovare un equilibrio.
Arrivederci a chissà quando e a chissà come...

sklero di delle 3:39:00 AM 

domenica, luglio 22, 2007

E ieri Giada e Elisa sono andate via.

E oggi ho preso il sole, ho dormito, ho mangiato polpettine di melanzane (troppe) e fichi, sono uscita di casa e non solo per andare al mare o fare la spesa.

E oggi ho scoperto che la capacità di perdonare non è tra le mie virtù.

E oggi ho scoperto che lontana da qui sono una persona migliore. Non vivo stringendo i pugni e covando rabbia e fingendo di sorridere, ma vivo e basta. E affronto felice ogni giorno scaldato dal sole, e non mi fermo mai, e non smetto mai di sorridere.

E oggi ho capito che forse passerà ancora molto tempo prima che torni qui. In quest'isola che mi va stretta. In quest'isola in cui chi si ferma è perduto. E in cui son tutti fermi. Alla stessa vita, agli stessi posti, alle stesse convinzioni, alle stesse frasi di circostanza.

E oggi ho provato una voglia terribile di andar via.

E oggi sono felice perché tra 2 giorni volerò via di nuovo. E tornerò alla mia vita, ai miei sorrisi, alle mie corse in bici, alla persona migliore che riesco a essere lontano da qui.

E da oggi ho un
myspace :)

Perché, a volte, la noia può essere produttiva.

sklero di delle 12:22:00 AM 

sabato, luglio 21, 2007

E l'orizzonte non è mai dritto... da qualche parte scivola giù.
E qui, nelle isole, non appena mi fermo un senso di inquietudine mi assale.
Vorrei cuocere al sole per sempre, sfiorata dal vento, su una barca senza meta......
Perché il sole, e il vento, son le uniche cose che riescono a portare via questo vuoto, questo sentirsi sempre a metà non appena metto piede qui, in questa terra circondata da acque sempre più salate.
Non c'è nulla che non vada, o forse si.

Ci sono occhi nerissimi che risplendono nei miei ricordi e che, nonostante tutti i miei sforzi, non si spegnono mai. Non mi abbandonano mai. E splendono nei bagliori delle grotte sul mare, nei tramonti infuocati, nei momenti di quiete e in quelli delle corse a piedi nudi. Nei sonni agitati, nelle lenzuola aggrovigliate, nelle mattine afose, nel canto delle onde, sui candidi muri delle case di Stromboli...
E io prego in mezzo al mare. Che vadano via.
Per sempre.

sklero di delle 1:03:00 AM 

venerdì, luglio 20, 2007


Lipari stamattina: solo 20 minuti di coda e riesco a farmi visitare. Finalmente scopro cos'ho: la bronchite. Lo immaginavo. Non studio medicina ma purtroppo di bronchiti ne so qualcosa....
Il medico mi da la ricetta, dicendo che entro una settimana non avrò più nulla. E io corro in farmacia e incrocio le dita...

sklero di delle 7:32:00 PM 

3 giorni in barca da raccontare.

Vissuti di corsa, riarsi dal sole, bagnati da queste acque cristalline e dalla malvasia onnipresente, salutati da questi magici tramonti sul mare...

Spero di avere il tempo di narrarvi queste isole vissute, dopo quasi un anno di assenza, un po' da turista un po' da isolana vera. Con il sorriso sulle labbra o lo sguardo corrucciato, e la pelle ogni giorno più bruna. Con la fotocamera in mano, mai sufficiente per immortalare la magia di questi luoghi, e gli occhi spalancati nell'attesa del ricordo.

Tra pochi giorni si riparte. Ma va bene così, va bene salutare le mie isole prima della bolgia di agosto, per dirigermi verso altri orizzonti colmi di sorprese...

sklero di delle 1:31:00 AM 

lunedì, luglio 16, 2007

Non ho molta voglia di scrivere... troppe cose da dire e poca voglia di organizzare pensieri confusi in discorsi compiuti. Ma ci proverò.

14 luglio 2007

Mi sveglio tardi, finisco di preparare la valigia in fretta e furia, con Filo e Giulia che mi preparano i panini come mamme premurose. Riesco persino a lasciare la mia stanza in ordine.
Enro e Giulia scrivono sulla mia bandiera... leggo i loro messaggi al volo e i lacrimoni incombono, ma devo finire di preparare la valigia e non posso proprio permettermi di vedere appannato... così stringo i denti e continuo... Enro... prima lo adoravo, poi ho iniziato a detestarlo e invece quest'ultima settimana è stato carinissimo con me... e forse non vivremo neanche più insieme perché da settembre andrà a vivere a Livorno per un po', prima di tornare in Brasile per sempre. Son così commossa dal suo messaggio da non rendermi neanche conto che è scritto in portoghese e non in spagnolo. Quando me lo dice ci rimango di sasso. E decido che potrei anche mettermi a studiare il portoghese seriamente. Attenzione, delirio di onnipotenza in agguato...
La cosa buffa è che scrive qualcosa a proposito del fatto che io sorrida sempre nonostante tutto, e che non mi dimenticherà e che spera rimaniamo amici. E tutto questo nonostante i nostri mille skleri degli ultimi mesi. Non me l'aspettavo.
Giulia mi saluta alla fine del Pasaje Bartual Moret. Ci rivedremo tra un mese e a settembre ci vedremo sempre perché verrà a vivere da me. Ma salutarla è ugualmente triste.
Filo mi accompagna fino alla metro, mi porta la valigia e io son lì che parlo e parlo e parlo come sempre. E quando lo saluto mi vien da piangere. Ha un faccino che non dimenticherò mai. Mi dice "sai che se me l'avessi data non saremmo diventati così amici?". E mi rendo conto che l'amore che provo per lui è mille volte più forte di quello che potrei provare per qualcuno a cui l'ho data. Mi mancherà. Ma non so ancora quanto. Lo scoprirò solo dopo aver pianto ripetutamente per 2 giorni pensando a lui, alla nostra amicizia e a quel faccino che ho salutato 2 giorni fa.
In aeroporto vado subito a fare il check-in, la mia valigia pesa 16.50 kg. Porca miseria, ma son solo vestiti e neanche tanti! La tipa mi dice "Tienes 2 kilos mas. Quieres pagar o quitarlos?". Quitarlos, che domande! Tutto ciò un attimo prima di scoprire di aver preso la chiavetta sbagliata. Tento disperata di aprire il lucchetto in qualche modo, e poi ci rinuncio. Tiro fuori le ciabattine di gomma dalla tasca esterna, giusto per dire a me stessa "beh, perlomeno ci ho provato". E torno davanti alla tipa. La valigia pesa sempre 16.50 kg. Però stavolta cambia idea. Il kilo in eccesso è solo uno, e mi tocca pagarlo. 8 euro. Beh, sempre meglio che 16. Lascio la valigia e vago per l'aeroporto in attesa dell'imbarco.
Davanti all'uscita per l'imbarco inizio a scrivere una mail lunghissima che continuo a più riprese e finisco solo in aliscafo verso Lipari. E lì le lacrime scendono copiose. E dopo aver pianto sorridendo come una pirla in luoghi veramente troppo pubblici, non so neanche se alla fine la spedirò. Sono così felice e così grata e così nostalgica tutto insieme che mi rendo conto di come la mia mail non renda minimamente l'idea...
Il viaggio da Pisa in poi è disastroso. Il tipo alla biglietteria è isterico. Gli dico che treno voglio prendere, sbraita, gli chiedo se è meglio prendere il pullman, e continua a sbraitare mentre mi piazza in mano un biglietto del treno fino a Firenze dicendo "io ti faccio il biglietto fino a Firenze, poi ti arrangi tu!". Ah bene. Bentornata in Italia!
Il trenino Pisa aeroporto-Pisa centrale arriva troppo tardi per il treno che volevo prendere e lo perdo, anzi per la precisione mi parte davanti. Poi ne prendo un altro e arrivo tardi anche a Firenze. Anche qui vedo partire il mio treno mentre impreco mentalmente sull'altro binario. Arrivo a Bologna a mezzanotte passata, incazzata come una iena e stanca morta.
Sull'ultimo treno son così disperatamente annoiata che prendo in mano la fotocamera e trascorro quasi un'ora sparandomi le pose e facendo le linguacce all'obiettivo. Cosa non si fa per sopravvivere a minuti inesorabilmente lunghi.

Kung mi aveva detto "ti vengo incontro a Pisa". Secondo voi è così? No. Ma è da lui, me lo aspettavo. La cosa grave è che non viene neanche in stazione a Bologna. Quindi arrivo, non vedo nessuno e lo chiamo per sapere dove cazzo sia finito. E' in via del pratello tranquillo a bere una birra con gli altri. Gli ho mandato un sms da ore ma non l'ha ricevuto. Ok, ma porca miseria se uno sa che devo arrivare e non riceve nessuna notizia... è troppo difficile chiamarmi?!
Prendo un taxi, Kung mi raggiunge sotto casa e mi porta su la valigia. Io parlo a raffica come sempre, lui non dice una parola.
Gli chiedo "Come va?", mi risponde "Male"... gli rispondo "mi spiace... cosa c'è che non va?". "Tutto". "Come tutto?". "Si, va tutto male". "Ah".
Ci rinuncio. Parla ancor meno di quanto ricordassi. Penso a lui, che è esattamente l'opposto e che è molto vicino a come son diventata io. E mi rendo conto di quanto io e Kung siamo profondamente diversi. E mi rendo conto di quanto fossi diversa una volta. Perché io adesso con uno così non potrei mai uscirci.
Usciamo perché non ho mangiato quasi nulla tutto il giorno e voglio un kebab. Scopro che il mio kebabbaro preferito fa ancora il patakebab. Cazzo 4 euro. E' più caro. Lo mangio. E' anche molto meno buono di una volta. Bene.
Kung chiama gli altri. Sono da Bino's. Come sempre. E' un pub orribile sotto casa in cui prima di conoscere loro non avevo mai messo piede. Ci si va, si beve qualcosa (io una coca cola perché son veramente sfatta e anche satura di bevande alcoliche), e si va a casa. Kung mi accompagna sotto casa. E' ubriaco e dice cose senza senso. Mi innervosisce ma non dico nulla. Ci salutiamo freddamente e vado su.
Ho la missione di cercare la mia patente con la vecchia residenza eoliana. Mi serve assolutamente per non pagare i biglietti dell'aliscafo 3 volte tanto, e forse anche nella rara eventualità in cui debba guidare. Si, perché io detesto guidare. Non sopporto l'idea di stare in coda e perdere tempo per parcheggiare. Molto meglio lo scooter...
Per fortuna la trovo quasi subito, e così posso andare a dormire. Son già quasi le 4. Ho diritto a 2 orette di sonno. Mi sbatto a letto in slip e t-shirt zozza di treno, sopra il copriletto. Meglio non mettersi troppo comode se no si rischia di non sentire le sveglie....

15 Luglio

Per fortuna le sento. Faccio la doccia, chiudo la valigia e via. Alle 6.40 son già fuori, attenta a non dimenticare nulla perché non so se avrò voglia di ripassare da Bologna. Chiamo un taxi, ci salgo su. Pago 17 euro e qualcosa. Cazzo. Mi mancano le tariffe dei taxi spagnoli.
Faccio il check-in, poi vado a far colazione e mi piazzo in coda per l'imbarco a continuare la mail. L'aereo è puntuale. Ottimo. Perché se perdo il pullman delle 10.40 son nella merda. Grazie a dio non lo perdo. Arrivo a Messina all'orario previsto, dopo 10 minuti passa il tram. Prendo l'aliscafo puntualissimo e mi stupisco. E' la prima volta che ci riesco. Beh, in effetti ho già dato tra Pisa e Bologna.
Arrivo a Lipari alle 15.30. Giada e la sua amica, Elisa, sono appena arrivate anche loro. Sono felice di vederle. Vado verso l'auto con mamma e mi ritrovo davanti un tipo che dice cose strane. E' uno dei pazzi dell'isola. Sono almeno 10. Tanti per un'isola. Ecco cosa si rischia a far sempre le stesse identiche cose (leggere lentamente, rende più l'idea dell'immobilità ciclica del tempo eoliana). Verso casa Giada e Elisa ridacchiano. Il tipo in questione aveva aiutato loro a sistemare gli zaini in macchina, aveva aperto i finestrini e fatto non so cosa, dando loro l'idea che fosse un amico di mia madre. Pazzesco. Arriviamo a casa, per fortuna c'è la pasta fredda con le verdure. Io non ci vedo dalla fame.
Non chiedo nulla di mia sorella. Sono stanca, un po' triste per la fine dell'erasmus, e non ho voglia di affrontare tutto questo. E la cosa strana è che, fino a questo momento, trascorso più di un giorno qui, ancora mia madre non l'ha nominata e io non le ho chiesto nulla. E' che ci sono parole che più passa il tempo più fai fatica a pronunciare. Se poi ne hai poca voglia, è ancora più facile che accada.
C'è tutto un mondo, all'interno della mia famiglia, che io ignoro assolutamente. E' come se fossi davanti a una porta, indecisa se aprirla o meno. E' che tempo fa avevo intravisto cosa c'era dall'altra parte, e non mi era piaciuto per niente. E io adesso non lo so se ho voglia di provarci ancora. Se quello che vedrò mi farà molto male o farà si che io mi senta sollevata. Fatto sta che oggi mi son goduta il primo giorno di vacanza. E per questa porta c'è tempo.
Ho anche comprato i regalini. E' stato facile. Li ho visti, li ho presi, li ho pagati. Vorrei tanto si materializzassero dall'altra parte di quella porta senza che io debba aprirla. Ma purtroppo il progesso non è ancora arrivato a tanto. Beh, se nel 2007 i preservativi riescono ancora a rompersi, non possiamo certo pretendere che esista il teletrasporto.
Dopo un po' di sano cazzeggio decidiamo di uscire. Andiamo a mangiare gli arancini, e Giada la sua pizza vegana. Torniamo a casa stanche morte e senza fame. Io mi piazzo al pc a smessaggiare con un po' di gente, erasmus e non, e si va a nanna verso mezzanotte e mezza. Sono così stanca che mi addormento con tutti i vestiti e le lentine. Solo alle 6 riesco ad alzarmi e mettermi in tenuta da sonno....

16 Luglio

Mi sveglio con delle strilla nell'aria. Una donna dalla voce chioccia che mi penetra nel cervello. Dopo un po' passa Giada a dirmi che loro escono a comprare i panini, le rispondo "ok, proverò ad alzarmi. Però ti prego chiudi la finestra del bagno che si sente tutto". "Si, ho notato". E questo è uno dei motivi per cui sono incazzata a morte con mia sorella. Pensavo di no. E invece si.
Giada ritorna, e io sono ancora in catalessi con il viso affondato nel cuscino e neanche lontanamente la forza di tirarmi su. Mi porta il caffè a letto. Lo bevo e cerco di riprendermi. Mi alzo, accendo il pc per scaricare la posta, metto il bikini e mi preparo lentamente. Verso le 12 ce la faccio, è sorprendente. E si parte.
Primo problema da affrontare: la Clio. Non guido da quasi un anno, Elisa è minorenne e Giada, che guida male quanto me, ha lasciato la patente in toscana. Ottimo. Sembra proprio che tocchi a me. Parto, non mi si spegne l'auto e andare non è neanche troppo difficile. Pensavo di aver completamente dimenticato come si facesse. Arriviamo a Canneto senza incidenti, proviamo a cercare un parcheggio ma è impossibile. Nello spiazzo dove volevo parcheggiare ci son 2 file di stand bianchi. Ma che cazzo ci fanno lì? Proseguo e vado verso la stradina per le spiagge bianche. Per fortuna lì trovo un posto e riesco a parcheggiare senza lanciarmi giù dal precipizio.
Andiamo in spiaggia, ci accoglie Skipper. Quanto tempo... salutiamo Filippo e ci piazziamo sulla sabbia (bollente). Fa veramente caldo, io vado in acqua quasi subito e parto verso il largo. A metà strada verso il salsiccione galleggiante un tipo mi chiede se voglio approfittare della palla. Mi chiedo di che palla stia parlando, e nello stesso istante salta fuori una boa grande come un pallone, che aveva nascosto chissà dove. Ecco perché galleggiava così bene! Approfitto abbondantemente e lui non mi molla. Chiacchieriamo per un po', poi torno in spiaggia perché sto morendo di fame. Saluto Delio, è nero come sempre e ormai più eoliano di me dato che trascorre qui almeno 2-3 mesi all'anno. Mangio il mio panino con le verdure al forno, una pesca, bevo un'acqua bollente come un te e vado a far 2 chiacchiere con Delio, Filippo, Martina, che è arrivata nel frattempo accompagnata dal suo pancione (l'inquilino del pancione nascerà ad agosto e si chiamerà Edoardo), Skipper e Alessandra. Delio ci recita un monologo che ha già rappresentato a Milano, è bellissimo. Martina prova a fare un caffè shakerato ma dimentica il tappo del mixer e caffè e ghiaccio schizzano fuori come fuochi d'artificio finendo ovunque. Do' una mano a pulire e mi rimetto al sole. Dopo un po' non resisto, e vado al largo con Elisa e Delio. Lascio a Elisa il materassino e mi metto a pancia in giù sul salsiccione. Son lì un po' come sulla pancia di un grande serpente, gli altri due vanno via e finisco per addormentarmi. Mi sveglio dopo non so quanto tempo (loro dicono 2 ore), guardo verso la spiaggia ed è lontanissima. In più mi prude tutto, soprattutto la schiena. Devo aver dormito veramente tanto... mi giro dall'altra parte e cerco di non pensarci. Ma non posso rimanere lì per sempre... ritorno a fissare la spiaggia e mi autocostringo a ripigliarmi e nuotare verso riva. E' dura ma ce la faccio. Ho la schiena fuxia, idem per metà del sedere...
Rimaniamo lì ancora un po' e alle 18 andiamo via. Porto le ragazze ad Acquacalda a mangiare una granita, e poi torniamo facendo il giro dell'isola, con una breve sosta a San Calogero. Parcheggiare dietro casa è un po' tragica, anche perché tra me e Giada non si sa veramente come cavolo girare sto sterzo. Ce la faccio in 10 minuti, e quando esco mi ritrovo a pensare che mia madre troverà subito la sua Clio stasera: è l'unica auto parcheggiata storta su tutta una fila di auto perfettamente allineate....
Una volta a casa cazzeggio un po' al pc e poi mi decido a uscire per comprare verdure e cous cous. Il menu di stasera prevede cous cous con verdure, ovviamente preparato da me. Viene fuori bene, anche se lo preparo un po' controvoglia perché sono stanca e sfatta da questa prima giornata di sole intenso. Mamma prepara le polpette di melanzane, buonissime come sempre. Continuo a drogarmi di pesche, questa volta tabacchiere. Non so cosa mi prenda oggi, sono in fase di dipendenza dalle pesche. Non potrei vivere senza. E' preoccupante.
E ora son qui, a scrivere con gli occhi semi-chiusi e il sale ancora tra i capelli. Corro a far la doccia e poi a nanna. Domani gita in barca a Salina!
E ovviamente immancabile granita da Alfredo.... ;)

sklero di delle 9:54:00 PM 

Ecco il mio primo post da Lipari. Da Lipari dopo quasi un anno. E non so come sto.
E' strano. Più di quanto immaginassi.

Mentre ero in viaggio ho scritto pezzi di post, frasi sgrammaticate e confuse, parole senza senso. Ma non so se ho voglia di postarle... in fondo le ho scritte più per me che per chiunque altro. Perché questo blog è un po' come una canzone... alla fine il ritornello si ripete sempre.

sklero di delle 12:21:00 AM 

martedì, luglio 10, 2007


A Pamplona faceva un freddo cane, son tornata a Valencia ieri malatissima. E oggi di corsa in ospedale.
Ci trascorro 2 ore, più mezz'ora al centro di salute di Benimaclet. E solo oggi mi rendo conto di quanto sia rimasta sola. Di come sul serio sia tutto finito. Di come sul serio siano andati tutti via. Sola ad aspettare circondata da visi preoccupati, vecchini collassati, smorfie di dolore. Con questa cazzo di tosse e la gola che brucia ogni volta che respiro... sola senza nessuno che si chieda come stia. Perché son tutti in viaggio o tornati alla loro vecchia vita. Ok non sto morendo ma starmene qui così mentre fuori c'è un sole da paura non aiuta a scacciare via il malessere...

E' come se la vita fosse in stand-by. Almeno per me.

sklero di delle 5:51:00 PM 

sabato, luglio 07, 2007


E ieri, anzi l'altro ieri, ho salutato lui. E non penso lo rivedrò. E' stato strano. E sarà strano non incontrarlo più ovunque. E non so come sarà, oltre che strano.
Spero solo che mi faccia bene. Perché queste sono le ultime parole che voglio spendere su di lui. Non voglio più pensarci, ricordarlo, parlarne. Finalmente andrò per strada senza la speranza/paura di incontrarlo. Voglio solo dimenticare. E' stato bello ma si volta pagina.

E stavolta per bene.


Addio bimbo. E' stato bello conoscerti, ma è stato bello anche dirti addio. Non so per te, ma per me è stato un addio dolce e triste e perfetto così. Come un cerchio che si chiude una volta per tutte.

Suerte para todo, e buon viaggio ovunque tu vada...

sklero di delle 6:46:00 AM 

giovedì, luglio 05, 2007

E vorrei esprimere con parole quello che provo, quello che ho vissuto, quello che ho ricevuto. Vorrei che ogni singola persona capisse quanto è importante per me, vorrei capisse esattamente cosa mi ha dato e in che misura. Ma non sono brava a sufficienza. E questo compito è troppo arduo per me. Forse in questo blog son riuscita a lasciare tracce di questo mondo, forse l'ho fatto con le foto, forse l'ho fatto con le mie azioni. Forse no. Ma spero di si. E spero che chi legga e abbia qualcosa da dirmi, lo dica. Perché ne ho bisogno da morire.......

sklero di delle 1:10:00 PM 

Mi sento infinitamente triste.
Cerco di essere serena, di andare avanti, di pensare alle vacanze, alle cose belle che ho vissuto, alle cose belle che verranno. Ma ogni addio è una pugnalata. Ogni addio lascia il suo vuoto dentro di me, piccolo o grande che sia... e ho bisogno di non stare mai sola, di ricevere un abbraccio ogni tot, di sentire che ci siamo ancora. Di sentire che non è ancora finita del tutto. Di sentire che nella forza di un abbraccio qualcosa resta. Un'energia nascosta, un qualcosa di speciale che è già ricordo mentre lo si vive, un bisogno di aggrapparsi forte agli ultimi istanti insieme e a quello che resterà.
Non riesco a immaginare come sarà qui a fine luglio quando tornerò. E poi a settembre. O forse sì. Non riesco a immaginare neanche i prossimi 2 giorni. Barcelona, o Pamplona, o rimanere qui aggrappata con tutte le mie forze a questi ultimi giorni. Non ne ho idea. E non sono in grado di pensare, questo vuoto mi uccide.
Lunedi Carmelo verrà a dormire qui, fino a sabato. Finché non andrò via. E mi farà bene avere qualcuno con cui condividere quest'ultima settimana, con cui cercare di scacciare via questa sensazione di stare camminando su un mondo in dissolvenza. Dissolvenza al nero.
E si ricomincia da capo.

E come sarà, io proprio non lo so.

Questo è stato il mio mondo molto più di quanto non lo sia stata Bologna durante 5 anni. E io non so se lo scrivo adesso perché ci sono ancora dentro, su questa zattera di salvataggio in mezzo al mare, o se lo penserò ancora tra un anno. Quello che so è che è stato stupendo. E devo dire grazie a un mare di persone, devo dire grazie a questa città, all'America's cup, a mia madre che mi mantiene qui, a questo sole, a tutti i sorrisi che ho incontrato in questo viaggio. A tutti gli abbracci che ho ricevuto, che ho dato, alla forza di queste amicizie ora aggrappate con le unghie al tempo che resta. E che spero vadano avanti, nel tempo.
Questo tempo tiranno che vorrei tanto poter fermare.

sklero di delle 12:55:00 PM 

domenica, luglio 01, 2007

E in questi giorni è tutto così strano.
E ciò che ti aspetti non succede mai, e poi ti accorgi che in fondo forse neanche lo volevi.
E cio che non immaginavi neanche, all'improvviso, succede. E cambia attimi, minuti. E ti porta via. All'alba sul ciglio di una strada al ritorno verso casa, o in una piazzetta di Benimaclet in cui non sei mai stata prima.
E ti porta via, anche solo per un po'. Ed è più magico di tutto quello che ti aspettavi. Proprio perché non te l'aspettavi affatto.
E il giorno dopo ci ripensi e ti ritrovi a chiederti se sia successo sul serio, perché è così irreale.
E vorresti parlarne con qualcuno. Perché forse, una volta pronunciate, le parole restituiscono consistenza alle favole effimere. Perché forse si ha bisogno di dar loro un nome per credere che siano vere.
Anche solo per un po'.
E' l'espressione della mia vita. La ripeterei fino alla noia. Racchiude il senso di questi giorni, di queste settimane, di queste notti, di questi baci, di queste parole, di questi sguardi, di questi ruoli indefiniti, di questo mondo.
Anche solo per un po'.
E ti lasci trasportare finché l'"anche solo per un po'" non finisce.
Finché queste notti attraversate da equilibri precari, da sentimenti confusi, da flussi di energie ignote, da vibrazioni di irrazionalità ti portano via con se'...
E ti ritrovi a galleggiare in un mondo in cui tutto e niente può succedere. In cui l'unica verità è la pura possibilità. In cui smetti di farti domande e ti lasci trascinare, ti lasci vivere. Come in un film. Come nel film dei film. Come in un racconto urbano di fate e folletti. Come in una strana vacanza. Come in una bolla di sapone.
Come in una favola effimera.

sklero di delle 2:52:00 AM 

giovedì, giugno 28, 2007

Appena tornata a casa dal Party ACTV + Party voluntarios all'Umbracle...
Tutto pazzesco. Come ogni volta che ti aspetti una serata assolutamente nella norma. Niente lo è stato, almeno per me.
E vorrei tuffarmi a letto ma alle 9 devo essere al porto.
Doccia fredda e via, sperando di non collassare lungo la strada...

fatemi un grosso in bocca al lupo!

sklero di delle 8:00:00 AM 

martedì, giugno 26, 2007

Rinchiusa al Media Center finora (sono ancora qui, zaino in spalla, in procinto di andar via), a studiare, o perlomeno a provarci (ho anche collassato sul libro). Con Carmelo e Giacomo che ogni tanto passavano a vedere se ero ancora via. Con due occhiaie formato famiglia.

Ho preso 8 all'esame di spagnolo, nivel B1. Dato che ho cambiato livello, confesso che è una doppia soddisfazione, e penso già di iscrivermi al B2 intensivo anche se qualcuno mi da della pazza...

Ma per l'esame di domani la vedo nerissima.
Poco male, al max lo rifarò a settembre. Però non posso fare a meno di tentare. Sempre.

E incrociamo le dita anche stavolta!

Coraggio, son già a quota -2!!!! ^____^

sklero di delle 10:42:00 PM 

lunedì, giugno 25, 2007

E i giorni volano.
E' passato il mio esame di diseño y dirección cinematografica (se l'ho anche superato, questo non lo so ancora) e anche quello di spagnolo.
E' passato San Juan.
E' passato l'inciucio con il tipo toscano (il secondo, per essere precisi).
E' passata la mia pausa dall'America's Cup.

E così sono di nuovo qui, da ieri. All'AC TV, con non poca soddisfazione. Mi piace l'ambiente, mi piace il mio lavoro, mi piace l'idea di essere tornata. Mi mancava il porto, anche se non lo sapevo. L'ho capito non appena ci ho rimesso piede, con la mia solita uniforme (che, chissà perché, dopo soli 13 giorni mi va già stretta... colpa della fame nervosa da studio?) e un nuovo pass. Ora non ho solo la O, ho anche la P e la I. Ho indovinato una nuova lettera e comprato una vocale! ^^
Lavoro con Majiu, una ragazza finlandese supersimpatica, sempre sorridente, e Ronnie, il mio capo italo-svizzero, simpatico anche lui e un po' pasticcione, almeno questa è la prima impressione. C'è anche Caroline, che lo stressa un po' ma alla fine gli dice "that's perfect".
E poi c'è che ora ho accesso anche al Media Center. E non è poco, dato che ho un esame mercoledi e uno venerdi. E qui si studia da dio. Sala giornalisti con vista sul mare.

E con questa vi lascio e torno al mio libro (mancano solo 110 pagine!!! Ce la farò?).

sklero di delle 5:34:00 PM 

mercoledì, giugno 20, 2007

Ieri: tentativo disperato di studiare in una biblio più caliente di un forno. Poi ritorno a casa e mi aspettano pulizia e spesa e cenetta con Ferdi [e indovinate che vino porta? Proprio quello rubato da casa sua-abbandonato sulla spiaggia-ritrovato da S.-riportato a casa di Ferdi] e Giulia e un Rojelio perennemente ipnotizzato dalla tele. Assaggia appena ciò che io e Giulia, future donnine da sposare, abbiamo preparato (ci starebbe "con amore" ma in questo caso gli ometti non son proprio quelli giusti ^^").
Poi passiamo da casa di Giulia, invasa dalla comunità turca, e via allo Studio. Ballo sul cubo, me la tiro un po'. Il messicano si degna di chiedermi se vado da lui proprio mentre sto andando via. Beh, in questi casi tirarsela è salutare. Alzo i tacchi che non ho e torno a casa senza pensarci 2 volte.
Stamattina tragedia: ho l'esame di spagnolo alle 12 e mi sveglio alle 11.30. Era prevedibile. Cazzo. Mando un sms a Johannes, e mi risponde che posso far l'esame domani. E' la mia ultima possibilità. E così vado a studiare da Carmelo fino alle 20. Si sta bene. Si chiacchiera ma non troppo. Finisco il libro. E incrocio le dita per domani.
Torno a casa, faccio la spesa, preparo dei calamaretti (che si riveleranno di un gommoso impossibile) per la cena e corro da Giulia. Ceno con lei e Olgu. Solite risate. La invidio perché hanno un rapporto stupendo, mentre io sopporto appena i miei coinquilini. Soprattutto dopo le pulizie rimandate e le feste a sorpresa alle 5 del mattino proprio quando mi tocca alzarmi alle 8, e i condom galleggianti nel wc, e le urla in portoghese, e le distese di bucce di semi di girasole nel comedor, e le loro mutande bianche flosce in bella mostra ogni santo giorno (insomma, ragazzi! Così si vede benissimo che sotto non c'è nulla!). Beh, di motivi ne ho a sufficienza. E cmq è andata così. Cerco di considerarlo come un training per il mio spirito di tolleranza. Mi tocca contare fino a 10000 per non prenderli a sassate, ma sto diventando piuttosto brava. 1... 2... 3... 4... 5... 6... 7.. ....................
Fumiamo mille sigarette (perlomeno io), parliamo del nostro erasmus, guardiamo le foto, ce le scambiamo. S. mi chiama, oggi ha fatto l'ultimo esame. Che invidia...
Alla fine vado via che son quasi le 2.

E domani di nuovo mille cose da fare: esame di spagnolo, certificato di un altro esame, studio, studio, studio....

Wonderwoman mi fa un baffo (per non dire un'altra cosa!)............... *_________*

sklero di delle 2:35:00 AM 

lunedì, giugno 18, 2007

Per ora sono in quella fase in cui ricomincio a vivere tutto senza angosce, senza tristezza. In cui la serenità mi avvolge.
3 esami fatti, nell'ordine, il 5, il 6 e il 12 giugno.
Il primo è andato benone, 6.3 su 7 che equivale a un 9 su 10 e a un 30 italiano. Non pensavo... devo essere più intelligente di quanto credessi. E ora attendo gli altri risultati, ma senza ansia.
Vedo Giulia quasi ogni giorno, io vivo al n.7 e lei al n.2, e per 2 mesi verrà a vivere a casa nostra al posto di Felipe. Sarà bello avere lei accanto in un periodo in cui non ci sarà quasi nessuno dei nostri amici. Almeno con lei non si smette mai di ridere! ^^
Venerdi scorso superfesta dell'America's cup. Entro con Carmelo, Giulia e Juan Carlos. Filo mi presenta come la sua migliore amica qui a Valencia, a una tipa che mi chiede "ma com'è che tutti ti presentano come la loro migliore amica?". Chissà. Tanti amici e ni un ometto. Alla festa c'è il mondo. Ma alla fine, dietro la facciata da festa strafiga, mi annoio anche un po'. C'è persino il tipo della biblioteca, ma ovviamente con un'altra. C'è il tipo messicano, e non ci caghiamo molto. C'è lui, che come sempre si incolla a chiunque in modo quasi patetico. Io son così ubriaca che che gli passo accanto palpandogli il sedere con nonchalance. Diciamo che è una delle poche cose che gli salvo ora che lo conosco meglio. Mi manca un po' pensare che fosse così speciale, ora che il velo di Maya (era maya??? boh!!! Devo ripassare Schopenhauer) è caduto giù. Ma è meglio così. C'è Johannes [vestito da hippie], con cui non trascorro molto tempo. Mi lancia sguardi dubbi, gli piaccio un casino e ciò mi molesta. Perché vorrei poter essere affettuosa con lui come con i miei amici. Ma questo mi blocca. Alla fine vado a dormire da Filo, mi da il solito pigiama e va bene così. Meglio dormire con un amico che con un ometto da una sera e basta. O uno che ha le stelle negli occhi e dopo un po' si rivela come tutti gli altri.
Sabato Carmelo viene da me, e improvvisiamo un pranzo. Pasta uovo, piselli, pancetta e sottilette. Inaspettatamente buona. Dopo, mi tocca una scarpinata alla ricerca di una cintura per i suoi pantaloni bianchi. Su e giù per Calle Colon, per Blasco Ibanez... e alla fine la trova proprio sotto casa. Non lo strozzo solo perché gli voglio troppo bene. E perché lui è fatto così. E forse se non fosse fatto così non lo adorerei.
Dopo passo da Giulia, si va da me a recuperare la ricetta del cous cous. Un salto al mercadona sotto casa e via. Prepariamo il cous cous con verdure e curry per la cena da Ferdi e Laura. Viene buono, è riuscito meglio altre volte ma non fa nulla. Mi doccio, impacchettiamo tutto e via sul bus. Alla cena mangio tantissimo, ci sono persone che non conosco, c'è Duarte che mi dice che una persona forse ci raggiungerà dopo, c'è Francesco di Livorno che ci illumina con la sua filosofia di vita e mi fa venir voglia di trasferirmi a casa sua. Dopo si va tutti in spiaggia a un doppio botellon (o anche di più... c'è gente ovunque... io e Giulia maciniamo km prima di riuscire a trovare un posto abbastanza appartato per far pipì!). Incontro Tonino e Daniele, i miei ex-coinquilini di Patraix.. mi mancano!!!! Però pazienza... Patraix era veramente troppo in culonia. Io e Giulia gironzoliamo salutando tutti e bevendo tinto de verano rubato da casa di Ferdi. Abbiamo anche una bottiglia di vino chiusa, il cavatappi è sparito come per magia dalla busta e non sappiamo come aprirlo. La abbandoniamo in spiaggia. Io trovo una bottiglia di vodka lemon camminando in mezzo alla gente. La tiro su, penso "è piena, bene! Questa viene con me!". Ne bevo metà, non capisco più nulla ma non so come faccio a non star male. Oggi tocca a Giulia. Alla fine arriva la persona che sto aspettando [e ha in mano un vino: "l'ho trovato in spiaggia!". Impiego un attimo per riconoscere l'etichetta. Io e Giulia scoppiamo a ridere... è il nostro!]. Non me l'aspetto. E non mi aspetto succeda nulla. E invece, e invece...
Quasi all'alba ci ritroviamo a dormire insieme sui cuscini del divano in camera di Ferdi. E' strascomodo, ma chi se ne frega. Sto bene così. E ora, voglio solo godermi tutto, vada come vada. S. mi ha detto che ho la fama di una che pensa al futuro. No, nel futuro vedo solo despedidas. Quindi penso al presente, il mio futuro include solo i prossimi 3 giorni e stop. E spero che nei miei prossimi 3 giorni siano sereni come questo lunedi. In cui devo studiare ma non riesco a preoccuparmici più di tanto. In cui ho voglia di chiamarlo ma non ci muoio. In cui forse, dopo secoli, il nostro piso sarà di nuovo pulito!



Primera ley del botellon: el tinto de verano trae siempre suerte!

sklero di delle 5:28:00 PM 

martedì, giugno 12, 2007

Oggi ultimo giorno da volontaria. Aquabus escenario con Maira, una ragazza brasiliana. Finisco alle 15. Pranzo con gli altri, mangio qualcosa come un pranzo di natale, saluto tutti e vado via. Passo da casa, mi doccio e mi cambio e via da Carmelo. Studio qualcosa come meno di 10 pagine in 4 ore. Ogni 5 minuti partono discorsi nuovi, sigarette, cerco di studiare ma è inutile. Mi piace il suo comedor incasinato, il divano con il copridivano a fiorelloni (...erano fiori?), la luce, la sensazione di non essere sola. Gli chiedo se ha della frutta, sparisce per qualche minuto e torna con una banana in mano. Ha in cima uno spruzzo di panna dalla forma equivoca. Che idiota. Scoppio a ridere per non so quanti minuti prima di riuscire a mangiarla, quasi non respiro. E al final non studio quasi nulla. Domani non so cosa scriverò su quel foglio bianco. Ma non importa. Non importa perché oggi sto bene. Ciò che resterà di questi giorni non è certo un numero su un foglio. Non è quello che conta. Resteranno quel divano, quella luce che irradia la stanza, la faccia di Carmelo che non riesce a concentrarsi sul libro per più di 3 minuti, il sapore del suo cafè cortado (che in realtà è un caffelatte) coi biscotti. Resteranno le risate per la banana, la nostra spesa insieme al mercadona. Resterà il suo chiamarmi "Ciciua" davanti ai suoi coinquilini che dicono "Que?", e a cui devo spiegare che non mi chiamo così. Resterà l'atmosfera di un pomeriggio che ho scelto di passare così pur sapendo che non avrei studiato quasi nulla. Resterà tutt'altro che un inutile pezzo di carta... e va bene così, va bene così.
E domani, come dice Noemi, farò affidamento al mio spirito di improvvisazione.
E speriamo funzioni.

sklero di delle 1:23:00 AM 

sabato, giugno 09, 2007

Ogni giorno è peggio. Ogni giorno vivo, mi diverto, sto con i miei amici che adoro.
Ma ogni giorno, ogni santo giorno, mi sveglio senza respiro. Con un nodo in gola che non va via. Mi sento schiacciata. Schiacciata da questa sensazione da fine di un'epoca. Schiacciata da questa sensazione di vivere in un'Atlantide che sta per affondare....
L'erasmus volge al termine, e ogni volta che mi siedo qui a studiare mi sembra di buttare via il mio tempo. Vorrei essere fuori, nel sole, a vivere tutto a mille come prima. Ma mi restano 4 maledetti esami da fare....

sklero di delle 11:13:00 AM 

martedì, giugno 05, 2007


(da un'idea di Ester - le scarpine son le sue!)

A Simo che è tornata a casa prima del previsto e che mi manca già! A Simo che sa dove tornare, e che invidio un bel po' perché io non ne son sicura....... un bacione bella!!!! Mi mancheranno le nostre cenette dal cinese! ^^

sklero di delle 11:36:00 PM 

lunedì, giugno 04, 2007

Disperazione pre-esame. Questi cacchio di testi preparati dal prof sono incomprensibili.

10 minuti fa:
scendo per le scale e sento 3 ragazzi spagnoli dire "madre miaaa" tra di loro dopo avermi lanciato un'occhiata strana.

oddio... sono così rossa?! T___T

sklero di delle 7:48:00 PM 

Oggi tutto ok.
Sveglia alle 8, buongiorno con nuova musichina scaricata durante la notte & leche-colacao-cereali, lavoro al porto, pranzetto, casa, doccina e biblio. C'è anche il tipo che mi piaciucchia. Così studio più contenta.

Ma... oggi mi sono ustionata.... porca puzzola, cos'ho che non va? :/

sklero di delle 6:18:00 PM 

domenica, giugno 03, 2007

Oggi è uno di quei giorni in cui mi scivola tutto addosso. In cui mi trascino lentamente dentro una bolla ovattata cercando di difendermi dal mondo, cercando uno sguardo amico. E' uno di quei giorni che non mi piacciono per niente.

Questo è uno di quei post che cancellerò. Scrivo perché ho bisogno di mettere bianco su nero quello che provo, di vomitare i pensieri e sentirmi meglio. Ma non voglio ricordarlo.

Voglio dimenticare. Voglio lasciarmi tutto alle spalle. Tutto quello che mi fa male, che non mi serve. E tenere per me solo la mia vita attuale, ciò che mi fa stare bene, giorni diversi da questo.

A volte penso ad alcune persone. Penso "dovrei chiamare, perché è giusto così."
Penso "Prima o poi lo farò."
Ma poi mi rendo conto che vivo meglio senza. E allora, perché farlo?
Il senso di dovere non serve proprio a un cazzo.
Ciò che serve è vivere, vivere come cazzo si vuole e basta. Lontani dalla coscienza collettiva, da un'idea di famiglia che non sempre coincide con la realtà, dai canoni imposti da chi non sa un cazzo di te e di cosa ti serve per stare bene.

Beh, per cominciare: Lipari fuori dalla mia vita. Fuori tutti. E che entri solo chi voglio io. I miei amici. Quelli vecchi, quelli nuovi.

Oggi decido io e vaffanculo tutto il resto.

sklero di delle 12:26:00 PM 

sabato, giugno 02, 2007

Giovedi:
biblio, corso di idioma, pranzo spettacolo (arroz con gambas y calabacín), biblio, uni per sapere un po' com'era l'esame di Biosca (che io farò il 12), poi di nuovo biblio, caffé con Duarte e i suoi amici, a casa per una doccia al volo e poi con Johannes verso Benimaclet.
Arriviamo al Barraca verso le 21.15. Non c'è ancora nessuno. Ordiniamo una birra, pian piano arrivano gli altri. Bigno, Simo, Cleme, Laura, Filo, Alessandra che è arrivata oggi, Ale, Martin, Marilina, Luca, Ciccio e spero di non aver dimenticato nessuno. Beviamo birra, sangria, spritz, limoncello. Mangiamo piramidine di pasta fredda e francobolli di pizza, speck con il pane e arachidi. Parlo tutto il tempo in spagnolo, nonostante l'alcol e la stanchezza. Non so come faccio. E in men che non si dica è quasi l'1. Andiamo via un po' in bici, un po' in taxi. Io, Laura e Ciccio accompagnamo Johannes a casa. Deve lasciare lo zaino con il vino portato per una cena poi boicottata.
Andiamo dietro plaza Honduras. Si ficcano tutti in un pub. Anzi, in uno stanzino di un pub, a giocare a freccette. Io, Luca e Johannes (e tratti anche Bigno, Filo e Ciccio) entriamo al Flow. Il posto è squallido, il dj incapace. Ma i pezzi in se' son de puta madre. Mettono su persino Under mi sensi. E' uno dei miei riddim preferiti... e drum n' bass mi mancava. E in generale mi mancava la drum n' bass. L'ultima volta l'avrò ballata al Link. E se non erro l'hanno buttato giù da 2 o 3 anni. E quindi chi se frega del posto, del dj. Stiamo da dio. Beviamo una birra, balliamo. E balliamo. E balliamo.
Dopo passa Ferdinando, propone Plaza del Cedro ma poi sparisce. E invece noi, io, Ciccio e Johannes, ci andiamo. Ci sono Sergio, Duarte sbronzissimo che zompetta tra le siepi, c'è la polizia. E' tardissimo, son le 4. Si torna a casa.
E il mattino dopo sveglia alle 10.30. E' dura, ma mi tocca. Enro e Felipe son già in piedi, e senza la loro divisa abituale (slippino floscio). Son già vestiti, mi preparano il caffè. Que pasa? Mi spiegano che vogliono iniziare una vita nuova, alzarsi a un'ora decente, fare cose. Mah, vediamo quanto dura....
Alle 12.45 vado al Multius. C'è la presentazione dei lavori per il corso della Del Rey. Il nostro progetto si chiama Fuego en el fuego. Distribuisco cerini promozionali mentre gli altri iniziano a parlare. Alla fine la prof non dice molto, non ha obiezioni, il progetto e la presentazione la soddisfano. Bene. Smessaggio un po', passo da Giulia per una sigaretta e due chiacchiere. Corro a casa, preparo lo zaino con il cambio per la serata, cerco disperatamente il pass che credo di aver perduto (ma che alla fine ritrovo) e corro, in ritardissimo, al porto. Arrivo alle 15.55, devo ancora pranzare e in teoria l'orario di inizio è alle 16. Saluto Martin, Marcelo, Filo, Bigno e Mauricio e scappo. Pranzo al volo facendo 2 chiacchiere con Fillo e poi seguo Carlos.
Mi tocca il parque. Insieme a Chiara, Silvia (una nuova volontaria colombiana), Teo, Borja e un nuovo tipo spagnolo di cui non ricordo il nome. Non c'è molto da fare. Anzi nulla. Andiamo a fare un giro, cazzeggiamo sul muretto, io sto un po' con Filo e Bigno che giocano con gli scacchi giganti (sono nella mia area, quindi posso :P). Vado a far merenda e alla fine mi ritrovo davanti Johannes. Mi riaccompagna al parque, cerchiamo gli altri. Sono in giro a cazzeggiare. Proviamo l'ossigeno nel tendone Ford, ci tuffiamo nelle palline Coca Cola, torniamo al centro dei volontari perché sto male. Giusto a colazione Enro e Felipe mi hanno chiesto come cavolo faccia ad andare a dormire tardissimo ed essere in piedi al mattino per fare mille cose. Ecco come faccio. Credo di essere wonderwoman ma poi all'improvviso mi ritrovo sdraiata sui cuscinoni del centro volontari perché mi sento una pezza.
Bevo un te' freddo con 2 bustine di zucchero e mi riprendo. E per fortuna la sera arriva. Spiaggetta del centro dei volontari. Festa anomala. Ci sono solo birre, senza comida. Io e gli altri colonizziamo un ombrellone e un monte di sdraio. Ale si piazza lì con noi perché dice che il nostro gruppo è pieno di guapas. E, concedetemi un po' di orgoglio nazionale, le italiane alzano la media. Riempiamo i tavolini di lattine vuote. Mi ritrovo a far lezione di italiano agli spagnoli. "Repitalo! Miiinchiaaa!". Faccio persino alcuni brevi video dei miei nuovi alunni. Cantiamo Cumpleaño feliz a Carlos che compie 22 anni. Sto bene. O starei bene se non fosse per una piccola inquietudine di fondo...
Passo dall'Estrella con gli altri, ma io e Johannes andiamo via quasi subito. Ale è sparito. Elisa cerca di attaccarcisi senza risultato. Chiamo Filo, loro son da Marcelo. C'è ancora la pizza. Ci fiondiamo in bici verso Cardenal Benlloch. Pizzaaaaa. Alla fine ne mangio persino troppa. Johannes mi accompagna a casa a lasciare lo zainone con l'uniforme. Passiamo al New York, gli altri son già lì. Non piace a nessuno, fuggiamo subito. Passiamo al Walk About ma io ho troppo sonno, sono a pezzi e vado a casa. Son già le 3. Johannes insiste per accompagnarmi come sempre. No sè que pasa. Sto da dio con lui e spero solo che resti tutto esattamente così com'è. Le ragazze (e i ragazzi, claro) vanno e vengono, gli amici restano.

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sklero di delle 1:54:00 PM 

venerdì, giugno 01, 2007

Ieri serata spettacolare... non una di quelle in cui penso "devo disfrutar di ogni momento, devo divertirmi". Una di quelle in cui non pensi, ti diverti e basta. E vai a letto distrutta ma felice.

[continua...]

sklero di delle 11:47:00 AM 

mercoledì, maggio 30, 2007

Rrrrieducacional channel!!!

... ma voi lo sapevate che i puffi in Spagna si chiamano Pituffos?

Tutto ciò è fantastico!

E non chiedetemi perché.

sklero di delle 3:49:00 AM 

Il mio difetto più grande?
Il vizio di vuotare sempre il sacco. Anche quando non è necessario, anche quando non devo. E' più forte di me.
E poi mi ritrovo a pensare a mille "se" e "ma"... ma perché è così difficile cambiare?

In più continuo a scrivere qui non so per chi.
Sono noiosa, inconstante, indiscreta, egocentrica in modo quasi patologico.
Mi chiedo che tipo di persone, oltre ad alcuni miei amici, si celino al di là di questo monitor, di questa rete infinita di sapere, di immagini, di pezzi di vita.
Controllo il contatore. Ieri record di visite: 27 o 28.
Chi sono queste 27-28 persone? Io saprei elencarne solo 4-5 al massimo. Chi mi legge dalla Spagna usando un Mac con Safari come browser? Chi dall'università di Valencia? Chi dagli Stati Uniti? Probabilmente son finite qui per caso...
Ma perché, con una media 20 visite giornaliere (son poche ma è sempre più di 0), nessuno lascia mai un messaggio?
Il mio tono è così perentorio da non lasciare spazio ad altre parole? O ciò che scrivo è così insignificante?

Non lo so. Ho sonno e vado a letto.

Vorrei raccontare di sabato e delle riprese per il corto in metro e davanti a un sexy shop, di me e Ester che ci ritroviamo in questo supermercado del sexo a ridere come pazze, della festa a casa dell'ennesimo Luca poi trasferitasi da Sergio causa polizia (io ero la 51!!!), di un nuovo amico che si chiama Johannes, del fatto che sabato ero fuori come un balcone e mi sono addormentata in giro come sempre, di Sarah che era più fuori di me e quando Duarte le ha offerto il gelato gli ha risposto "queste polpette fanno schifo!", di Carmelo che quando ho bisogno c'è anche se poi sparisce sempre chissà dove, di Ferdi che s'è innamorato, di me che sto come in una bolla di sapone galleggiando senza sapere dove andare, di me che ho iniziato a studiare, di me che continuo a cambiare look perché è la mia testa che cambia, di Ferdi che continua a ripetermi che sono la numero uno (ma non ci crede nessuno), di Filo che mi ha appena chiamato e ha chiuso la telefonata con "ricordati che ti amo", di Carmelo che bromea sempre dicendomi "puedo aprovechar de ti?" e mi porta in bici sulla canna andando a zig zag rischiando di cadere ad ogni metro mentre delle tipe ci osservano preoccupate e cantano un motivetto sul conducir, di Ciccio che mi coccola sempre tanto (e non capisco se è solo perché mi vuole bene o se ci sta a prova'), di lui che non vorrei incontrare mai più ma Valencia è troppo piccola, di tutta la musica che sto scaricando: Mika, Linkin Park, Brigitte Bardot, Vive la fete, Hole, Nine Inch Nails, Patti Smith y màs.
Però non ho voglia, non ho tempo, non ho un punto di vista stabile per più di 10 minuti.

Stasera:
mi ritrovo a fare l'ennesima putada. Ma neanche più grande delle solite... solo una ciliegina su una torta andata a male.
Dopo incontro Melo, mi corrompe per una seconda cerveza all'Estrella e via. Sono in roller, lui in bici e va a finire che gli scrocco un passaggio per Avenida del Puerto. Poi passo da Bigno e Filo, prendo la bici e via a docciarmi e a recuperare una cosa. Sento Johannes e andiamo insieme a cena da Bigno e Filo, c'è anche una sua amica, Margherita. A cena siamo i 5 nominati più Ale, Ciccio e Cleme. Lasagne buonissime. Puccio il pane a turno nel ragù e nel sughino delle lasagne. Ascoltiamo la mia musichina nuova. Sfumazzo ma non troppo. Ho addosso una magliettina idiota. L'ho presa oggi da Zara. Ha su una specie di m&m's fuxia umanizzata in sovracomunicazione, e tante scritte attorno che non si leggono bene perché non sono abbastanza piatta. Ho addosso questa magliettina idiota perché mi sento triste e ho bisogno di tutto questo. Di una cena. Dei miei amici. Delle loro coccole. Di una maglietta idiota su cui ridere su. Della mia felpa preferita con le stelline. Di questi capelli rossi anche se adoravo il mio colore. Di questo silenzio costellato di canzoni. Di questa pace. Di questo buio.
Di andare a nanna perché tra 5 ore suonerà la sveglia...

sklero di delle 2:18:00 AM 


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